DiGrande.it

Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

Questo sito usa Cookie per personalizzare contenuti e annunci, fornire funzionalità per social media e analizzare i collegamenti. Chiudendo questo banner o continuando la navigazione acconsenti al loro uso.
Leggi la Cookie Policy di DiGrande.it

Omicidio a Socialinia: un Titolo ha ammazzato un Articolo con un Like a canne mozze

Pubblicato il 04/01/2021 08:00 
 

Nel giorno di Capodanno 2021 tragedia nella ridente località di Socialinia, dove un giovane titolo ha ammazzato un articolo a lui congiunto falciandolo con una raffica di like a canne mozze con matricola abrasa. Le autorità del luogo indagano, ma la dinamica dell'omicidio risulta chiara sin da subito: il titolo avrebbe ammazzato l'articolo per gelosia. I due condividevano da anni una donna, una certa notizia, ma la convivenza tra i due è diventata insopportabile per il giovane titolo, che ha fatto fuori l'"antagonista". Titolo durante l'arresto ha dichiarato: "È colpa del clickbait che avevo assunto, non volevo!" Il suo avvocato ha confermato ciò che già si ipotizzava: "È stato un raptus, il mio assistito è assuntore di clickbait, è incapace di intendere e volere."

Da una ricerca della Columbia University condotta insieme al French National Institute, oggi sappiamo che il 59% dei link condivisi sui social media non sono mai stati cliccati: le persone condividono o mettono un like senza aver letto mai le pagine a cui i link puntano. Pare che i titoli siano tutto ciò che interessa alla gente.

Già da qualche anno conoscevamo il fenomeno del clickbait, pratica che si avvale di titoli accattivanti e sensazionalistici che incitano l'utente a cliccare, facendo leva sull'aspetto emozionale di chi vi accede. Il suo obiettivo è quello di attirare chi apre questi link per incoraggiarli a condividerne il contenuto sui social network. Ma ora siamo andati oltre, forse seguendo la "filosofia" di Twitter dove un centinaio di caratteri è tutto ciò che serve per dare una notizia: è il Titolo che fa Notizia, l'Articolo non serve più.

Me ne sono accorto da alcuni mesi, da quando ho messo online il nuovo sito DiGrande.it, dove ho messo in primo piano l'area blog. Condividendo gli articoli che scrivo nei vari social, soprattutto Facebook (Twitter è completamente inerte), mi demoralizza il fatto che le persone mettano un like senza nemmeno cliccare il link per leggere l'articolo. Siamo ben oltre il clickbait, qui le persone non vogliono più sforzarsi nemmeno di leggere le poche righe di un articolo, a cui comunque lasciano un like o che condividono. È come un premio di consolazione, un pollice alzato per simpatia, oppure un click simpatizzando con le poche parole di un titolo che in sostanza dice poco e nulla. Io che ho bisogno di spiegare e descrivere, posso accettare il fatto di dare una notizia in 80 caratteri scarsi? posso davvero piegarmi a questa illogica situazione generale nella quale assisto inerme a un fenomeno più grande di me?

L'articolo di Satira di qualche giorno fa, quello sulla Sedia in Braille, piace a 117 persone, mi dice il widget di Facebook... ma è stato letto ad oggi da 80 persone! E mi è andata anche bene, perché in altri articoli la differenza tra like e condivisioni e le letture effettive è davvero impietosa. Il mio blog non può certo essere preso a modello per spiegare completamente questo fenomeno, ma è pur sempre un indicatore di ciò che chi scrive oggi è costretto a tenere presente.

Oggi si cercano scorciatoie per riuscire a tenersi aggiornati senza fare la fatica di leggere. Secondo Daniel Pennac i lettori hanno il diritto di saltare le pagine dei libri. E perché allora non avere il diritto di leggere solo i titoli degli articoli?

"In fatto di lettura, noi "lettori" ci accordiamo tutti i diritti, a cominciare da quelli negati ai giovani che affermiamo di voler iniziare alla lettura. 1) Il diritto di non leggere. 2) Il diritto di saltare le pagine. 3) Il diritto di non finire un libro. 4) Il diritto di rileggere. 5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa. 6) Il diritto al bovarismo. 7) Il diritto di leggere ovunque. 8) Il diritto di spizzicare. 9) Il diritto di leggere a voce alta. 10) Il diritto di tacere." (tratto da Daniel Pennac - Come un romanzo)

Presumo che il diritto del lettore di leggere solo il titolo rientri nei punti 1 e 5. Dopo i 10 diritti dei lettori, vorrei sommessamente avanzare un solo diritto degli scrittori, che in questi tempi di social network ritengo sia alquanto importante: Il diritto di non ricevere Like a caso da chi legge solo il titolo.

Tranquilli, a Socialinia non si è consumato alcun omicidio. È stata solo una boutade di titolo e articolo che si sono messi d'accordo con le forze dell'ordine per far emergere la notizia. Ma la gente che mette solo un like questo non lo saprà mai.