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Lettera a Camillo Cichella sul Concerto di fisarmonica

Pubblicato il 04/12/2006 00:00 
 

Egregio provetto maestro, magnifico strumentista e abile concertista, Camillo Cichella,
sono Sebastiano, amico di Giuseppe Di Grande, esperto programmatore informatico, il quale conoscendo la mia passione musicale mi ha proposto l'ascolto dei brani contenuti nel cd che lei gli ha trasmesso.
Al primo sommario ascolto mi hanno suggestionato subito, impressionato e magnetizzato per la superba esecuzione e la magnifica incisione. Intendo di cuore manifestarle infinita ammirazione, lode, meraviglia, entusiasmo, visibilio per una straordinaria e pregevole esecuzione e per una ragguardevole registrazione; le mie non vogliono essere lusinghe per adulare, ma giuste lodi e meritevoli elogi e spero che, malgrado la mia lungheria, riesca a manifestarle le sensazionali emozioni, le vive impressioni che mi ha suscitato il ripetuto ascolto dei brani di grande fascino e difficoltà contenuti nello splendido cd che non posso finire di apprezzare e stimare. Le mie parole di encomio sono dettate dalle emozioni suscitate dall'ascolto e dalla mia sensibilità musicale maturata progressivamente nel corso degli anni.

Voglio iniziare con un discorso di Natura letteraria, proseguire con un discorso di Natura Tecnica e con un viaggio nei trascorsi della mia vita in relazione al discorso musicale che è "...trasfigurazione lirica del mondo esterno ed insieme di sentimenti e stati d'animo"(Massimo Mila) e voglio finire con qualche commento ai vari brani del cd. Clinia, filosofo, seguace di Pitagora, vissuto a Taranto nel 400 a.C. diceva ai suoi allievi che "...la musica calma, nobilita e ingentilisce.". La musica suscita vari ricordi; da "Un'amore di Swann" di Marcel Proust: "...Il concerto riprese... e prima ancora che Swann avesse saputo il tempo di capire, ...tutti i ricordi... s'eran già risvegliati e di gran volo, eran risaliti a cantargli perdutamente senza pietà... i dimenticati ritornelli della felicità". L'opera di M. Proust, "Alla Ricerca del tempo perduto" riesce a far recuperare al narratore il passato con uno sforzo di memoria che ripropone le esperienze evocate dall'Associazione di avvenimenti occasionali. Proust con grande sensibilità analizza le emozioni umane; fa limpide descrizioni di avvenimenti quotidiani con splendide osservazioni sulla pittura, sulla musica e sulla Letteratura. Se un odore, un sapore, un Suono ecc., ha accompagnato un avvenimento o un'esperienza particolare in un dato momento della vita, anche dopo parecchi anni, un odore, un sapore, un Suono può far ritornar alla mente quell'avvenimento, che sembrava dimenticato, insieme a tutte le sensazioni associate (sinestesia). Da adulto, bevendo occasionalmente una tazza di camomilla, ho potuto rievocare un episodio della tenera infanzia allorché alla Scuola materna veniva servita quella bevanda.

La musica, dice Leopardi, offre emozione: "...produce a prima giunta nell'animo un ricreamento, lo innalza e lo intenerisce secondo le disposizioni relative o dell'animo o della musica, immerge l'ascoltante in un abisso confuso di innumerabili e indefinite sensazioni, lo spinge a piangere quando anche il compositore abbia voluto farlo ridere..." (dallo Zibaldone, vol 1 di Giacomo Leopardi). Di queste "indefinite sensazioni" parla pure il tedesco Friedrich Schlegel in una Poesia riguardo alla musica:
In questo variopinto sogno della terra
nel labirinto dei suoni,
un'esile nota risuona,
per colui che furtivo l'ascolta.

La musica secondo D'Annunzio, in effetti è pura Poesia:
...Ascolta.
...solo una nota
ancor trema, si spegne
risorge, trema, si spegne
risorge, trema, si spegne...

(da La pioggia nel pineto di Gabriele D'Annunzio).

Come la Poesia, la musica è il Linguaggio universale dei sentimenti comune a tutti i popoli che penetra in ogni cuore e che interviene sulla sensibilità umana; per questo i popoli antichi consideravano la musica di origine divina che chiunque può comprendere. La musica propone all'ascoltatore una sequenza di immagini, di visioni, di reminiscenze, di esperienze e infervora la sua fantasia. Sono molti i brani letterari che mettono in evidenza la profondità dei sentimenti suscitati nell'animo Umano dalla musica:
Sin dall'infanzia più tenera,
anima mia, tu sai come tutti i rumori mi diventassero musica,
la Voce di una madre, intonasse una ninna nanna o un inno,
...il violinista nell'osteria, il coro...".

(da Foglie d'erba di Walt Witmann).

La musica riesce a darci informazioni, a comunicarci idee, a sollecitarci fantasie, a suscitarci emozioni e tutta una serie di effetti particolari: ricordi, immagini, fatti, sentimenti, sensazioni, stati interiori profondi e stati d'animo esilaranti, passioni, affetti, serenità, rilassamento, riflessioni, malinconia, gaiezza. Charles Baudelaire nell'opera I fiori del male scrive:
Come un mare la musica sovente
mi rapisce! E inalbero la vela sotto nebbiosa volta o nell'azzurro
verso la mia pallida stella.
Petto in avanti, come vela gonfio,
scavalco dei gran flutti accavallati
le creste, che la notte mi nasconde.
In me sento vibrare affetti opposti
come una nave che patisce...

La musica riesce a richiamare ambienti, situazioni, epoche; riesce ad evocare idee e valori; riesce a suscitare sentimenti sopiti ed emozioni inaspettate. E' lo scopo precipuo dell'utilizzazione della musica nei film e nelle pubblicità televisive o radiofoniche. A tutti l'ascolto di vecchi jingles pubblicitari del vecchio Carosello, dopo tanti anni, anche inconsapevolmente, riesce ad evocare ricordi, a richiamare memorie e a celebrare il passato; molto spesso i pubblicitari associano volutamente ai prodotti temi celebri del passato, specie della musica classica e operistica. La musica è un potentissimo mezzo di comunicazione e nella pubblicità assolve bene il suo compito conferendo successo di vendita al prodotto che reclamizza; la melodia ascoltata con insistenza abbinata a quel prodotto viene facilmente ricordata al momento giusto e richiama subito alla mente il prodotto abbinato. Il liquore di quella marca entra in un salotto con le note melodiose di un pianoforte; note che furono scritte a suo tempo per altri scopi e per altri ascoltatori. Grande merito va ai compositori, grandi inventori di melodie immortali.

Un ruolo importante nella musica è anche rivestito dall'esecutore che trasforma in suoni le note e le annotazioni dello spartito e ne dà una sua personale interpretazione; è l'esecutore che riesce a dare concretezza all'opera del compositore e a tradurre in suoni armonici i segni della partitura; l'esecutore o interprete riesce ad affrontare ogni difficoltà Tecnica e con la sua sensibilità fa provare all'ascoltatore le sensazioni che l'autore si proponeva; ecco che l'esecutore è a volte idolatrato (come succede per un Cantante lirico o leggero) perchè può ottenere dal suo strumento effetti emozionanti. In Molti idolatravano Paganini, il virtuoso del violino, o Franz Liszt, il virtuoso del pianoforte. Beniamino Dal Fabbro nel "Crepuscolo del pianoforte" scrive: "...Seduto al suo strumento il pianista romantico... si trovava simile a un dio; gli acuti gli spalancavano le porte del paradiso, i bassi quelle dell'Inferno. ...Difficilmente ci si immagina a quali vertici giungesse il furore per i virtuosi dello strumento; quando Liszt compariva... gli ascoltatori lanciavano subito un grido di saluto e di entusiasmo preventivo, insieme con una raffica di applausi. ...I programmi non erano mai stabiliti con troppa precisione, o almeno Liszt... non aveva l'abitudine di attenervisi; suonava a memoria. ...Di solito tutti aspettavano con ansia l'improvvisazione promessa dal virtuoso sui manifesti. ...Gli ascoltatori diventavano giudici esigenti e invadenti e pretendevano miracoli sempre maggiori, estasiandosi se il virtuoso superava se stesso in acrobazie protratte sino al limite delle forze."

Ogni apprezzamento sarà grande per la genialità dell'autore delle musiche e per la virtuosità dell'esecutore, ma si dovrà tener conto oggi delle qualità tecniche di registrazione. Alla fine dell'ottocento l'invenzione del fonografo e poi del grammofono permise la diffusione della musica in tutte le case e in tutte le classi e permise la conservazione nel tempo di esecuzioni magistrali in dischi che si possono riascoltare in qualunque momento e luogo. Dai primi dischi a 78 giri della durata di quattro minuti si è passati a quelli a 45 giri, al microsolco a 33 giri, oggi al compact disc e all'Alta Fedeltà stereofonica. La stereofonia è un sistema di registrazione, riproduzione e diffusione dei suoni a due canali (destro e sinistro) per poter ricreare la spazialità dell'orizzonte sonoro originario: da un lato la prospettiva acustica di destra e dall'altro quella di sinistra; si ottiene così un effetto imitativo della posizione reale dei vari strumenti musicali, voci e rumori. Con l'ascolto biauricolare le orecchie determinano la direzione e la provenienza dei vari suoni. Dell'effetto stereofonico si servivano già nel seicento disponendo parecchi gruppi in vari posizioni.

Ai tre vertici di un triangolo equilatero stanno: in uno il diffusore acustico del canale destro; in un secondo il diffusore del canale sinistro e nel terzo vertice equidistante dai due, in posizione centrale, l'ascoltatore che si sente così davanti a un'orchestra distribuita nello spazio arcuato e percepisce perciò un Suono più profondo e reale. L'audizione umana, binaurale, è in grado di individuare sia la posizione, sia la direzione del Suono; l'Orecchio Umano percepisce bene la provenienza del Suono riprodotto anche da molte sorgenti sonore, mantenendo il rispetto per la prospettiva d'ascolto. Seduti dinanzi alle due casse con altoparlanti in modo da formare un angolo di 45 gradi si ha la sensazione di star di fronte agli strumentisti. Si ha pure la sensazione che nella parte centrale ci sia un altro diffusore acustico, infatti i suoni registrati con la stessa intensità (metà a destra e metà a sinistra, equamente) sui due canali si posizionano al centro della prospettiva sonora. Si ha la sensazione che il Cantante, nell'opera lirica passa da destra al centro, poi a sinistra e viceversa attraversando la scena immaginaria suggerita alla nostra fantasia dalla registrazione stereofonica. Una buona stereofonia si ottiene con il "mixaggio" cioè la distribuzione Elettronica sui due canali dei vari strumenti o voci. Sicuramente il Suono stereo è più sensazionale ed efficace del Suono mono e l'effetto emotivo è di gran lunga diverso. Tutto però dipende dal tipo di incisione o registrazione del disco che dovrà essere effettuata con due o più microfoni opportunamente posizionati, in modo da riprodurre al meglio la separazione stereo del Suono. La stereofonia è il parametro più essenziale fra i vari parametri che caratterizzano l'alta fedeltà o Hi-Fi o High Fidelity; significa che i suoni che ascoltiamo sono molto simili o identici a quelli prodotti dall'orchestra dal vivo; quanto meno molto soddisfacenti per una buona riproduzione; l'ascolto di un Brano registrato, per quanto fedele, è sempre cosa diversa dall'ascolto dal vivo che può essere d'altronde influenzato dall'Ambiente, dalla situazione, dalla circostanza, dallo stato psicologico del momento, dal pubblico presente, ecc..

Ho 51 anni, sposato, con due figli: un maschio e una femmina, diplomata di pianoforte e suonatrice di tromba nella banda cittadina; molto spesso, andando ad assistere alle prove della banda, prendendo volutamente posizione in una parte centrale ho avuto modo di apprezzare le singole esibizioni dei vari solisti, qualcuno posizionato a destra, a sinistra o al centro. Quando la banda si esibisce in pubblico, parimenti è importante per me prendere posizione centrale e il più vicino possibile; è l'amore per l'ascolto stereofonico. Tuttavia quando la banda ha inciso un CD la registrazione è stata effettuata senza una evidente separazione stereo dei canali come piace a me. Lo stesso dicasi per i cd che hanno inciso i due grandi gruppi folkloristici che ci sono nella mia città: nessuna separazione stereo evidente.

Quando ero piccolino, ricordo, la sera mio padre ci dilettava suonando una fisarmonica che aveva portato da militare; ancora io la conservo con la vecchia custodia di stoffa che vi cucì allora mia madre. Era sempre un rito affascinante e piacevole che molto spesso io richiedevo: mio padre si sedeva, sbottonava la fodera celestina e la metteva da parte; liberava il mantice, infilava sulle spalle le bretelle di cuoio regolabili, la indossava ben bene e la provava. Io, piccolino, mi mettevo proprio di fronte a lui, il più vicino possibile e affascinato lo ascoltavo suonare con attenzione; seguivo con l'Orecchio sinistro il Suono che emetteva la Tastiera e con l'Orecchio destro sentivo e seguivo la bottoniera dei bassi che si spostava con la continua apertura e chiusura del mantice in un continuo e costante andirivieni, mettendo a dura prova la potenza e la resistenza del braccio sinistro. Fu il germe della stereofonia, il primo apprezzamento per la musica stereo, la spazialità della melodia a sinistra e dell'Accompagnamento a destra, ascoltando separatamente la provenienza del Suono da destra e da sinistra. Questa separazione stereofonica dei canali mi ha sempre affascinato, fin da allora. Seguivo il mantice con la bottoniera che si allontanava e si avvicinava emettendo i suoni premendo i tasti tondi dei bassi; io allungavo spesso la manina sinistra e con un ditino premevo un tasto a caso o allungavo la manina destra per premere un tasto dei bassi; fin quando premevo un tasto rettangolare bianco o nero della Tastiera, anche se emetteva un Suono dissonante con la melodia, mio padre non ci faceva caso; ma, siccome era già in corso in una riparazione lunga e costosa, quando cercavo di premere un tastino tondo della bottoniera, mio padre mi percuoteva la mano e mi rimproverava asprammente, perchè temeva che premendolo troppo glielo incastrassi all'interno. Ogni sera era la stessa Storia; ma quella musica stereo, separata fra Orecchio destro e sinistro mi è rimasta sempre impressa nel cuore e nella mente. Fin da piccolo ho espresso il desiderio di imparare a suonare la fisarmonica, ma mio padre non me la faceva mai toccare per non farmici causare qualche danno. Quando fui più grandicello, alle scuole elementari, volevo andare a prendere lezioni di musica da una maestra di fisarmonica, ma non ci fui mandato mai, per non distogliermi dagli studi scolastici. Fu certo un errore perchè, Vista la mia inclinazione e simpatia musicale, io avrei potuto bene esercitare l'arte della musica. Tanti musicisti del passato incitavano e iniziavano i figli fin da piccoli all'arte musicale, molto spesso con enormi soddisfazioni e immenso successo (J. S. Bach, l'autore della Toccata e fuga in Re minore; A. Mozart, autore della Marcia turca; C. M. Von Weber, l'autore di Invito alla danza e del virtuosissimo Perpetuum Mobile; ecc.); mio padre non era di questa opinione. A un certo punto del mio cammino scolastico fui mandato a lezione private, al doposcuola presso una maestra in Pensione; manco a farlo apposta, la figlia di questa anziana maestra era Insegnante di pianoforte e dava lezioni di musica nella stanza accanto; molto spesso, dopo i compiti, indugiavo dietro lo sgabello di chi suonava il pianoforte; alle sue spalle rimanevo affascinato dal Suono dei bassi a sinistra e dal Suono degli acuti a destra nel pianoforte. Io cercavo di occupare sempre la posizione centrale, attento alla emissione spaziale dei suoni. Una volta un mio compagno di quel doposcuola, più grande di me, per togliermi il posto mi costrinse a litigare; sedata la lite mi minacciò che all'uscita m'avrebbe malmenato. All'uscita, infatti, cominciò a rincorrermi ed io, scappando, non vidi arrivare una motocicletta e fui travolto riportando ferite e subendo per di più gli ulteriori rimproveri dei miei.

In quegli anni le uniche esecuzioni musicali erano date dalla banda cittadina nelle ricorrenze particolari e nelle festività; si trattava della "sfilata" della banda dietro la statua santa; stando fermi in attesa del passaggio della banda si potevano gustare con le orecchie le prime note, i primi suoni provenienti da lontano gradualmente si avvicinavano, passavano davanti e altrettanto si allontanavano.

L'ingresso della nostra città nei tempi antichi era chiamato "a potta" (la porta). Un lungo rettilineo stradale, la SS115 da Siracusa, conduce fino alla "potta"; da qui si accede al centro cittadino; alla potta la banda aspetta le migliaia di pellegrini "nudi" che corrono per la festa di S. Sebastiano; a circa 4Km di distanza dal paese c'è "u 'misteri" di S. Sebastiano; una edicoletta con l'altare del Santo Martire; i devoti, ex voto, si riuniscono a migliaia in questa località, vestiti di bianco con fasce rosse e un bel mazzetto di fiori in mano; alle 6 del mattino vi formano vari gruppi, Uomini, Donne, bambini e a piedi scalzi si incamminano lungo la Strada Statale, chiusa per l'occasione, verso il paese, correndo, inneggiando al Santo e invocando il suo aiuto; dopo tre ore circa i primi gruppi arrivano in prossimità del paese, alla potta; entrano nel centro, arrivano nella piazza centrale e da qui entrano nella Chiesa Madre. Fin da piccolo io e i miei familiari abbiamo atteso i nudi nella Piazza Centrale; da sempre abbiamo visto da lontano avvicinarsi sempre più prima la banda con le autorità e poi i vari gruppi di pellegrini; molti adulti si vedono sorreggere bimbi di ogni età o enormi e pesanti torce; possibile che le portano da tanto lontano? E la banda viene pure da tanto lontano? La mia curiosità è stata soddisfatta quando mia figlia è entrata a far parte della banda; appuntamento per tutti i suonatori a "potta"; pure noi siamo andati con lei per la prima volta alla potta; i pellegrini arrivano correndo, si fermano inneggiando e invocando il Santo, si inginocchiano in maniera spettacolare su due file separate; si caricano i bimbi, le grandi torce, ecc.; si incamminano seguendo la banda, le bandiere e le autorità; attraversano la Piazza Centrale e quindi entrano in Chiesa; vi depositano i fiori, i doni, i ceri e le offerte e ognuno torna a casa; nel pomeriggio la banda torna a suonare in Piazza e sul sagrato della Chiesa i doni offerti al Santo vengono venduti all'asta pubblica; il ricavato viene donato in beneficenza; viene celebrata la messa e poi fra scampanio, frastuono e musica della banda il Santo esce dalla Chiesa e viene portato in processione per le vie della città; infine il Santo rientra in Chiesa con le ultime esibizioni della banda e i fuochi d'artificio.

Nell'occasione della Pasqua da noi si usa "a paci", la Pace; ossia l'incontro fra la Madonna e il Cristo risorto al centro di ogni piazza, come simbolo di rappacificazione fra il Divino e l'Umano; a mezzogiorno al centro della Piazza Centrale avvengono i primi tre incontri: la Madonna coperta da un manto nero lo butta all'indietro liberando delle bianche colombe, benedice il Figlio e muovendo le braccia snodabili festosamente corre incontro al Signore, fra i dodici rintocchi dell'orologio della Piazza, fra lo scampanio delle campane della Chiesa Madre, fra gli applausi dell'immensa folla e la musica gioiosa del corpo bandistico; io naturalmente, lì vicino, in una posizione centrale alla dislocazione dei suonatori. Il centro della nostra città ha la forma di un esagono regolare attraversato da due lunghe strade perpendicolari e su ogni lato c'è una chiesa importante con una notevole piazza. "A Paci" viene ripetuta dopo la Piazza Centrale in ognuna di queste piazze con grande spostamento di gente e di fedeli; tanti, secondo l'ubicazione della propria abitazione non proseguono per tutte le piazze e ognuno si ritira per il pranzo, dopo esser passato dalla più vicina pasticceria. La mia famiglia alla penultima piazza si ritirava, sicchè mai io avevo assistito alla Pace nell'ultima piazza, anche da sposato. Solo in tempi recenti, seguendo mia figlia nella banda siamo arrivati fino all'ultima piazza e da lì al Rientro delle Statue Sante sempre accompagnate dalla banda. Molte delle marce suonate dalla banda sono Inni di Corpi Militari dello Stato; in particolare quella più usata è Giocondità, l'Inno del Corpo di polizia dello Stato.

In una ricorrenza particolare, per la festa della Patrona Santa Venera, la banda si esibisce in Piazza, nel palco allestito dal Comune; si tratta della "musica a palco". Anticamente un palco in ferro e muratura esisteva stabilmente in Piazza; poi fu demolito e per le festività il Comune ne allestisce uno smontabile. La nostra Piazza Centrale, anticamente detta "U cianu a ciazza" (il piano della piazza) è una delle più grandi piazze della Sicilia; è quadrata; ogni lato misura cento metri; è divisa da due strade perpendicolari in quattro "quartini". Nel quartino vicino al Museo Civico e alla Torretta dell'Orologio che scandisce ora, mezz'ora e quarti d'ora, viene allestito un grande palco ove si esibisce la banda; i suonatori sono disposti ad arco di fronte al maestro che dirige; io, manco a dirlo, mi posiziono il più vicino possibile, al centro, dietro al maestro. Giovincello dal centro mi spostavo ogni fine Brano per Leggere la locandina laterale che di volta in volta veniva cambiata per indicare il Brano successivo. Fu il primo approccio per la musica sinfonica e operistica: Gazza ladra, Aida, Guglielmo Tell, Traviata, ecc.. Per un senso di curiosità mio innato, mi è sempre piaciuto approfondire le mie conoscenze, anche musicali. Nelle opere liriche una composizione particolare introduceva l'opera e serviva a presentarne i temi e il contenuto: l'Ouverture. Invece dell'Overture, Giuseppe Verdi nella Traviata scrisse due "preludi" (al primo e al terzo atto): una novità musicale emozionante capace di anticipare l'atmosfera dell'opera. Nel primo Preludio della Traviata ci sono due melodie accavallate suonate contemporaneamente da due diversi strumenti distanti tra loro e apprezzabili solo stando ad ascoltare al centro. Nel Preludio al primo atto della Carmen, Georges Bizet con festosità coinvolgente delinea l'incantata ambientazione spagnola in cui si svolge la vicenda e introduce il cambio della guardia con una serie di squilli di tromba a destra e a sinistra. Doppia melodia è pure nella "Pastorale" dell'Overture del Guglielmo Tell; nel terzo tempo, andante, c'è una dolce atmosfera campestre; sul dolce tema eseguito dal corno inglese gorgheggiano contemporaneamente le note del flauto che imitano il canto dell'usignolo; il corno e il flauto dialogano soavemente sovrapponendosi da posizioni diverse: una squisita prelibatezza per l'effetto stereo. Stesso effetto si riscontra magnificamente con gli squilli separati delle trombe egiziane nella Marcia Trionfale dell'Aida. Una volta, per una festa in un paese vicino, la banda sul palco nell'eseguire l'Inno Trionfale dell'Aida ha posizionato le trombe egiziane non ai lati del palco, come di solito, ma un gruppo sul balcone di una palazzina laterale a destra e un altro gruppo sul balcone di un'altra palazzina di fronte a sinistra; al momento della Marcia, le trombe, suonando alternativamente e contemporaneamente hanno suscitato enorme curiosità, massimo stupore, enorme consenso e un lungo applauso; fu una trovata geniale. Quando l'Aida fu rappresentata in Egitto al Teatro dell'Opera nella capitale Il Cairo, 24 dicembre 1871, commissionata dal vicerè d'Egitto per festeggiare l'apertura del Canale di Suez, nell'Atto II le trombe egiziane col lungo collo furono schierate frontalmente e suonarono alternativamente decretando uno spettacolare successo, replicato anche un mese dopo a Parigi.

Il primo mio radioregistratore fu un apparecchio "mono"; allora ci si accontentava, in mancanza d'altro. Quando arrivò la stereofonia io comprai un "compatto" radio-registratore-giradischi stereo con due colonnine separate, con cuffia stereo regolabile e con un disco Dimostrativo su che cosa è la stereofonia. E giù a comprare audiocassette e dischi a 33 e a 45 giri stereo, di vario genere e, naturalmente, di fisarmonicisti. Secondo le case discografiche e secondo il criterio dei tecnici del Suono, anche oggi non sempre c'è una rilevante separazione stereo. Naturalmente io sono sempre alla Ricerca di dischi superstereo e talvolta nello stesso disco la separazione stereo evidente è solo in alcuni brani e nel resto no. Fra l'altro uscì una serie di dischi registrati con "phase 6", un nuovo sistema di incisione giapponese che ofriva all'ascoltatore la possibilità di immaginare la posizione arcuata spaziale degli strumenti dell'orchestra, sia in linearità sia in profondità. Naturalmente ogni disco compendiava una compilation di brani classici. Tipica e particolare è la registrazione della "Vittoria di Wellington" di Beethoven, molto descrittiva e dimostrativa: l'esercito francese e l'esercito inglese si fronteggiano con le rispettive fanfare, prima della battaglia; a destra inizia un lungo rullo di tamburo con Suono progressivo da ppp a fff per indicare l'avvicinarsi della banda al centro del campo; sempre solo a destra echeggiano lunghi squilli di tromba seguiti dal maestoso inno della fanfara francese; la stessa cosa solo poi a sinistra per quella inglese; poi iniziano altri squilli di tromba prima solo a destra e poi solo a sinistra e quindi comincia la sparatoria della battaglia con tanti colpi di cannone una volta da destra e un'altra da sinistra, alternativamente e talvolta contemporaneamente; verso la fine della battaglia i colpi diminuiscono dalla parte degli sconfitti e insistono dalla parte dei vincitori; infine l'inno della vittoria finale. Questo Brano esiste in versione orchestrale e in versione bandistica; magistrale l'esecuzione della Banda dei Carabinieri, anche se il Suono del tamburo iniziale non è in forma progressiva ma uniforme.

Un'altra registrazione stereofonica tipica è il "Concerto per due trombe" di A. Vivaldi in cui si ascolta il tema di una tromba a destra e il motivo dell'altra a sinistra, con risposte alternate. Fino a qualche dozzina di anni fa le radio locali e la stessa Radio RAI trasmettevano in monofonia, poi pure esse cominciarono a trasmettere in stereofonia, fu così che io iniziai a trasmettere in una radio locale stereo un programma di musica classica e operistica. All'inizio brani classici in chiave moderna, proseguendo infine con brani tipicamente con orchestra classica sempre stereo. Era un modo per dare una spinta cultural-musicale ai concittadini. Per quel tempo fu abbastanza seguito; oggi la mia proposta non viene accettata dai dirigenti locali perchè gli ascoltatori preferiscono la musica moderna. Sono finiti i tempi in cui la RAI per la festività dei morti trasmetteva solo musica classica.

Quando frequentavo il quinto anno del Liceo Scientifico a causa di una conversazione accesa se fosse valida la creazione divina o la mutazione evoluzionistica, cominciai a frequentare i Testimoni di Geova; all'inizio e alla fine di ogni adunanza veniva cantato un "cantico" seguendo la musica incisa su dischi a 33 giri. C'era un "fratello" che sapeva suonare con la fisarmonica la Migliavacca, la Tirolese, ecc.; andai a trovarlo e non persi tempo a sedermici di fronte per sentirgli suonare, con tanto piacere, musica di vari ballabili; molto spesso organizzavamo feste di ballo fra di noi, fratelli e sorelle. Una volta un mio compagno di banco, al Liceo, volle ingaggiare un dibattito su temi religiosi, dato che lui aveva vocazione monastica; andandolo a trovare a casa sua lo trovai che suonava una bella melodia che subito mi colpì; mi spiegò che era "Per Elisa" di Beethoven; non ci pensammo più al dibattito e lo lasciai continuare a suonare altri brani classici tra cui le Marce Nuziali (di Wagner e di Mendelsshon), le Ave Maria (di Gounoud e di Schubert), le Marce alla turca (di Mozart e di Beethoven), le Malaguena (di Lecuona e di Ravel) e tanti altri brani famosi contenuti in un bell'album rilegato: "101 brani classici per strumenti in do". In tempi recenti ho comprato quell'album insieme ad un altro: "100 brani celebri per strumenti in do". Un giorno mentre prestavo servizio in portineria cominciò a piovere; c'era un ragazzo che aspettava l'autobus; lo invitai ad aspettare dentro con me per ripararsi; sul tavolino io avevo vari albums; quel delinquente senza farsi accorgere mi sottraè l'album "101 brani classici", se lo nascose e quando smise di piovere se lo portò via; solo dopo alcune ore io mi accorsi del furto e ancora oggi, quando ci ripenso, mi piango miseramente addosso perchè diedi ricovero nel mio petto ad una serpe che mi ferì profondamente. Dopo qualche giorno lo rividi e quando gli chiesi garbatamente del mio album, non negò ma disse di averlo buttato dal finestrino dell'autobus. Che rabbia! In seguito lo ricomprai alla Ricordi a Catania, diecimila lire. Tornando agli anni del Liceo il mio approccio con la musica classica continuò con la celebre Romanza in Fa maggiore di Beethoven, un disco a 45 giri, eseguita dall'orchestra di James Last, in stereo, che ebbe tanto successo e mantenne lungamente la prima posizione nella Hit-Parade radiofonica; così come mantenne pure lungamente la prima posizione il disco Pensieri e parole di Lucio Battisti che chi canta lo fa in doppia Voce, a mo' di canone, in stereo.

Finito il Liceo mi iscrissi all'Università a Catania in Ingegneria; abitavo presso una sorella che affittava le camere di casa sua agli studenti universitari. Io capitai nella stanza non di uno Studente ma di un signore, attempato, fotografo e suonatore di mandolino girovago; egli aveva un album manoscritto con almeno mille temi vari di brani celebri, "per mandolino", cioè solo le melodie, senza accordi, tipo "per flauto". Mi dilettavo ogni tanto a sentirlo suonare ma non c'era stereofonia; la stereofonia è avvertibile nel pianoforte, nell'arpa, nello xilofono, nella batteria, nei timpani, nelle campane tubolari, nella fisarmonica, nell'organo e nella Tastiera Elettronica. Quell'album manoscritto me lo feci prestare per copiarmelo in un periodo di vacanze festive e me lo portai al mio paese. Poi le cose precipitarono, per me; non tornai più in quella Pensione e per tanto tempo quell'album manoscritto restò in mio possesso; dopo un po' di anni glielo restituii con suo immenso piacere, perchè, mi disse anche se lo conosceva a memoria, gli poteva servire per ripasso; però, purtroppo, le parti che ricopiai io sono andate perdute, non so come.

All'Università un mio compagno di banco del Palazzo di Scienze era appassionato di musica classica e di operetta; me la fece conoscere e apprezzare sempre più. Fu lui a spiegarmi che il tema della pubblicità dell'olio Sasso in TV era il tema del Mattino dal Peer Gynt di Edward Grieg; portandomi a casa sua me lo fece ascoltare nel suo impianto stereo, insieme a innumerevoli altri brani fra cui Poeta e Contadino assieme all'operetta Cavalleria Leggera di Suppé, il Can Can dall'operetta Orfeo all'inferno di Offenbach (il piccolo Mozart degli Champs Elysées). Quel primo approccio con l'operetta fu un po' deludente dal punto di Vista dell'ascolto stereofonico; molte belle melodie; mentre mi aspettavo, che, soprattutto nei duetti, potesse esserci molta separazione stereo, in effetti non ce n'era. Talchè, anche se molte melodie mi piacciono parecchio, se non sono incise in Superstereofonia l'ascolto non mi soddisfa molto; lo stesso per l'opera.

Il mio amico mi indirizzò al negozio Riva, in Piazza Stesicoro, fornitissimo di dischi d'ogni genere; e giù a scegliere e a comprare dischi a 45 giri e a 33 giri; in particolare mi affascinò un 45 giri con i preludi della Traviata in ognuna delle due facciate; c'era solo l'imbarazzo della scelta e del portafoglio.

Un giorno fui invitato a pranzo da una sorella; scoprii che aveva parecchi dischi di musica classica (in particolare una versione diversa del Mattino di Grieg, la Danza delle spade, il Volo del calabrone, ecc.) e una vasta collezione con tutti i valzer di Strauss, padre e figli: dalla Marcia Radetzky del padre ai più celebri valzer del figlio. In particolare scoprii che il motivo della pubblicità del Crodino è il tema dell'operetta il Pipistrello. Fu il primo approccio con la musica degli Strauss a cui fece seguito il Concerto di Capodanno trasmesso da RAI 1 a mezzogiorno del primo gennaio in diretta dalla Sala degli Amici della Musica di Vienna; da allora ne ho seguito tutte le edizioni, spesso registrandole in audiocassetta e poi, con l'avvento del videoregistratore, su videocassetta. Comunque anche nelle audio e videocassette originali era poca la stereofonia.

Un fratello aveva due figlie di cui una non vedente che suonava il pianoforte. Molto spesso mi faceva piacere sentirle suonare qualche Brano classico. Un giorno quel fratello mi invitò ad andare con loro a vendemmiare in un loro podere alle falde dell'Etna; fu un vero divertimento. Tutta l'uva raccolta fu buttata in una vasca di pietra rotonda; egli vi salì sopra indossando un grosso paio di scarponi e cominciò a pigiare l'uva; dicesi che qualcuno lo faceva a piedi nudi; pestava ritmicamente a lungo finchè il succo cominciò ad uscire da un buco versandosi in un'altra vasca di pietra dove avrebbe riposato per altre 23 o 36 ore. Era un piccolo palmento tradizionale.

Io sono fortemente miope; il grosso impegno degli insistenti studi universitari mi destavano qualche preoccupazione; la visita da parte di un noto professore oculista di fianco al Tribunale di Catania non mi tranquillizzò, anzi portò a svilirmi e volli smettere di Studiare con grande delusione dei miei. In seguito a ulteriori dissapori per la loro energica contrarietà al mio credo religioso finii per essere cacciato di casa e vagabondai in quel di Catania per un biennio, svolgendo vari lavori saltuari. Con un fratello, calabrese di origine, lì residente lavorai pure ad Adrano alle falde dell'Etna. Lì conobbi la neve e il freddo intenso e un gruppetto folkloristico composto da suonatori di fisarmonica, fischietto, tamburello e marranzano (lo scacciapensieri in ferro battuto); imparai a suonare presto il tamburello e il marranzano; conobbi le Tarantelle siciliane; la Tarantella di Rossini e altro. Ogni mattina passava dal luogo dove abitavo un gregge di pecore e capre e il pastore mungeva il latte davanti alla porta a un mio vicino acquirente; ne comprai pure io, bello caldo e schiumoso; poi il gregge si spostava con lo scampanio delle campane appese al collo di qualcuna di esse. Quando ero piccolo passava da casa mia una mandria di mucche e il "vaccaro" mungeva il latte direttamente nella ciotola con tanta schiuma; poi in seguito lo stesso vaccaro passava senza vacche col latte in un bidone d'alluminio e lo versava nella ciotola senza schiuma; oggi il latte confezionato è scremato e pastorizzato, senz'altro più igienico ma non ha certamente il sapore del latte appena munto.

Tramite la mediazione di un amico di famiglia fui ripreso a casa dai miei; le contrarietà continuarono poi per il mio fidanzamento con una sorella ora mia moglie. Con lei per motivi diversi ci allontanammo dai fratelli e ci sposammo al municipio: i miei non furono presenti. Dopo il matrimonio subito mi trasferii in provincia di Como da una sorella di mia moglie. In quella zona di frontiera dalla Svizzera la TV Telemontecarlo trasmetteva uno sport singolare: i campionati di pattinaggio artistico su ghiaccio; le esibizioni erano supportate da vari brani di musica classica e da film. Imparai ad amare le manifestazioni di pattinaggio artistico in virtù di quel supporto musicale. Quando in seguito la RAI trasmise anche in Sicilia i campionati di pattinaggio non persi tempo a videoregistrarli. Ne conservo ancora le registrazioni e ogni tanto ne rivedo qualcuna. In quel periodo la RAI cominciò a trasmettere le esibizioni dei vari Corpi Bandistici Militari: Banda della Polizia, Finanza, Marina, Esercito, Bersaglieri, Carabinieri, Alpini, ecc.; certamente superbe esecuzioni, ma in monofonia.

Il fratello di mia suocera è un noto Musicista nella nostra zona, fisarmonicista, Insegnante di musica, autore musicale particolarmente prolifico, direttore di innumerevoli orchestrine e gruppetti musicali moderni folkloristici. Nell'ambito del folklore io spesso vi ho partecipato suonando il tamburello e il marranzano (*).

Rincorrendo l'idea di attuare una registrazione particolarmente stereofonica della fisarmonica ho tentato varie volte di effettuarla, ma con scarsi risultati, dati i nostri mezzi limitati; poichè ogni microfono capta il Suono della Tastiera e anche quello della bottoniera, data la poca distanza, la registrazione non rende evidente la separazione stereo. Invece in questo suo cd, egregio maestro Cichella, oltre la valentia dell'esecuzione è evidente la separazione stereo fra melodia e Accompagnamento come la desideravo io; è come se l'ascoltatore fosse seduto di fronte all'esecutore; questo caratteristico effetto stereofonico particolarmente pregevole è più gradevole con l'ascolto in cuffia. Lo stesso discorso Tecnico vale per il pianoforte; delle dozzine e dozzine di vinili e cd di più o meno famosi pianisti, di più o meno celebri case discografiche, nessuna incisione riesce soddisfacentemente stereo. Tuttavia recentemente nella nostra Biblioteca comunale ho trovato un recente cd registrato da un pianista di Siracusa in un recital di musica classica. In questo cd c'è evidente la separazione stereo fra i suoni gravi a sinistra e i suoni acuti a destra; veramente molto soddisfacente; soprattutto l'ascolto con lacuffia è molto piacevole.

Durante il periodo della Scuola media spesso andavo alla Biblioteca comunale per ascoltare qualche Brano di musica classica dei numerosi dischi in dotazione alla Biblioteca.

Nella mia cittadina ci sono delle associazioni culturali di canto corale che spesso si esibiscono in pubblico; quando posso andare a sentirle è mia premura posizionarmi il più avanti possibile e "al centro" per meglio ascoltare le singole voci secondo la loro posizione. Non è lo stesso ascoltare il coro dal fondo della sala. Se alla separazione stereo notevole si unisce l'ascolto di eccellente e celebri brani musicali eseguiti in maniera superba con un ottimo strumento non ci si può esimere dall'apprezzarne il prodotto finale: è il caso di questo cd in cui ogni Brano è bene interpretato, con un'esecuzione appropriata e di grande qualità. Un aspetto particolare dell'ascolto del cd che ne fa aumentare l'apprezzamento riguarda l'intensità del Suono, la dinamica, il colorito musicale, le articolazioni del Suono, i segni di espressione, il rispetto dei segni dinamici: sono quelli che regolano le gradazioni di intensità dei suoni dal "pianissimo" estremo segnato con "ppp" al "fortissimo" "ff" comprese le loro trasformazioni come crescendo o diminuendo e le indicazioni "molto diminuito", "poco crescendo", "più forte", ecc.. Il poeta spagnolo Garcia Lorca era anche un buon Musicista e fu autore di musiche di alcune canzoni. Scrisse una Poesia, Cicala. Piuttosto che leggerla in maniera uniforme si possono seguire i segni dinamici adeguando la Voce di conseguenza: ff=fortissimo; f=forte; mf=mezzo forte;p=piano; mp=mezzo piano; pp=pianissimo.

(f) Felice te, cicala! Che senti nell'agonia (mf) tutto il peso dell'azzurro.
(mf) Tutto ciò che vive passa per le porte della morte, (p) a testa bassa
(pp) e una bianca aria assopita. (sussurrando) Si fa pensiero la parola.
Senza suoni... (pp) tristemente, avvolto nel silenzio che è il mondo della morte.
(f) Ma tu incantata cicala, muori in un concerto di suoni
e tra celesti suoni e luci (mp) sei trasfigurata.
(ff) Felice te, cicala! T'avvolge nel suo manto quello Spirito Santo,
(pp) che è la luce.

Per una Lettura poetico-professionale occorre modulare la Voce seguendo le indicazioni di quei segni di espressione: l'ascolto non sarà uniforme e noioso ma gradevole e interessante; lo stesso per la musica: un buon interprete rispetterà i segni dinamici ed è quello che ho avuto modo di apprezzare in questo cd in cui è rilevante la differente pressione del mantice azionato dal braccio per erogare l'emissione di suoni fino al limite dell'udibile (pppp) per poi subito passare al due volte forte (ff); a me risulta molto gradevole e non finisco mai di apprezzare le superbe esecuzioni nella sorprendente registrazione di questo cd, anche se si tratta di trascrizioni per fisarmonica, modello pianoforte. I compositori di musica classica scrivevano la musica per un determinato strumento, gruppo di strumenti, complesso strumentale, ecc. e gli esecutori dovevano attenervisi; Chopin ha scritto "Notturni per pianoforte" e così devono essere eseguiti per non travisare l'atmosfera voluta dall'autore; l'atmosfera sarebbe diversa se eseguiti con una chitarra o altro; pur tuttavia qualunque celebre Brano può essere "trascritto" per uno o più strumenti differenti dallo strumento originale; anche le trascrizioni possono avere grande valore. Le trascrizioni talvolta sono così belle e affascinanti da diventare più famose e più eseguite delle esecuzioni originali. Modest Mussorgskj nel 1874 riferendosi ai quadri di un amico pittore, Victor Hartmann, morto pochi mesi prima, scrisse una sua interpretazione musicale per pianoforte dei vari quadri e la intitolò "Quadri di un'esposizione" per pianoforte. Nel 1922 il Musicista francese Maurice Ravel (l'autore del Bolero) ne volle fare una magnifica Trascrizione per orchestra che fu un vero capolavoro tale da rendere l'opera ancora più popolare. Ad esempio nel "Vecchio castello" affidò la melodia al Sax contralto con un risultato enormemente sorprendente e affascinante. In seguito Howart fece di quell'opera una Trascrizione per complesso di ottoni; poi Yamashita ne fece una Trascrizione per chitarra; Emerson ne fece una versione pop. Una Pagina di J. S. Bach, l'"Aria" della "Suite" per orchestra BWV1068 è stata trascritta per numerosissimi strumenti che l'hanno resa ancora più celebre: tromba, moog, violino e pianoforte, organo, flauto e pianoforte; quattro sassofoni, voci e ritmi. Vari musicisti, pianisti, chitarristi, fisarmonicisti, ecc. concorrono a diffondere noti brani con ottime trascrizioni e a volte con risultati eccezionalmente splendidi.

Il primo Brano del cd è la Czardas di V. Monti; la Czardas è articolata in due parti; la prima lenta e malinconica, qui iniziata con la mano sinistra; dopo un estremo pianissimo esplode la seconda parte forte, gioiosa e trascinante melodia sulla Tastiera nell'Orecchio sinistro e Accompagnamento sulla bottoniera nell'Orecchio destro. La Czardas è una danza ungherese in tempo binario in due sezioni; la prima sezione ("lassu") è una danza malinconica e lenta in cui gli Uomini formano un cerchio; la seconda ("friska") è gioiosa e veloce ed è ballata in coppia con una graduale accelerazione in maniera vivace e trascinante.

Nel secondo Brano del cd e solo in questo la stereofonia è al contrario, non capisco perchè.

Nel terzo, Malaguena di Lecuona la stereofonia torna come nel primo e nel resto; la mano sinistra introduttiva esegue un Accompagnamento come pianoforte. Lodevole nella Malaguena la parte solista con la mano sinistra sulla bottoniera; spiacevole la sua brevità.

Nella Mazurca Variata la mano sinistra si limita ad un semplice Accompagnamento ritmico; lo stesso nell'Hora Staccato. Nel passato in occasione di una crociera sulla nave Achille Lauro fra le varie occasioni di divertimento ci fu una splendida esecuzione di un gruppo romeno che eseguirono una danza popolare balcanica, ballo nazionale. I danzatori tenendosi per mano formano un circolo e battono ritmicamente i piedi e saltellando compiono diversi giri in cerchio sempre più velocemente; si trattava dell'Hora.

Speciale la Tarantella di Rossini. Dalla "Boutique Fantastique" la "Danza" per canto e pianoforte si distacca dalla tarantella tradizionale assumendo nella musica dotta una composizione colta e Brano virtuosistico. Tale la rese Rossini e l'esecuzione in questo cd gliene rende grande merito.

Nel Poeta e Contadino di Franz von Suppé rilevante è la grazia musicale della melodia e la seguente irruenza seguita dalla languida dolcezza del valzerino seguito dall'impeto finale.

La Marcia Turca di Mozart col suo effetto insistente di alternanze fra maggiore e minore, tipicità che si attribuiva alla musica turca, è una Pagina di brillante esecuzione di una leggiadra marcetta; l'"Allegretto alla turca" è un Brano allegro e ritmico, un rondò molto semplice con tre spunti tematici che si conclude in maniera più aperta e gioiosa. In tutto il Brano si utilizzano i tasti centrali senza note acute ne gravi e l'estensione è limitata e la distanza fra la nota più acuta e quella più grave è minore di un'ottava nel 30% dei casi. La Marcia turca di Mozart mi fa venire in mente un concorrente del passato programma televisivo "Scommettiamo che" di qualche anno fa il quale sapeva Riconoscere fra innumerevoli esecuzioni pianistiche l'esecutore dall'ascolto di poche note iniziali... e vinse la scommessa. Recentemente mia figlia con una collega hanno preparato per una esibizione la Marcia Turca di Mozart a "4 mani" sul pianoforte; in quello spartito di notevole effetto era nell'Accompagnamento una serie di acciaccature terzinate.

Nel Brano "Tranquillo" molto rilevanti sono: la mano sinistra solista; l'accenno al ritmo di Habanera e la conclusione all'ottava.

Singolare l'esecuzione del "Volo del calabrone" con la melodia "tirata fino alla siringa", cioè fino alla nota più acuta. Attraverso la musica la fantasia dell'Uomo si sbizzarrisce nel suo mondo interiore. Sotto il caldo sole esivo le cicale friniscono, le formiche laboriose sono attive; improvvisamente un calabrone col suo ronzio intorno ad un fiore attira la nostra attenzione; effettua una sorta di danza, si alza, si abbassa, si allontana, torna e improvvisamente sparisce. Il calabrone (Vespa Calabro) in Natura è il più terribile nemico delle api. Il Volo del calabrone fu composto da Rimsckj-Korsakov; E' uno scherzo sinfonico; con estremo virtuosismo il Musicista ha saputo creare le condizioni per far evocare con questo Brano un suggestivo quadro naturale se eseguito da un esecutore mirabilmente abile. Il Volo del calabrone è un Brano breve a Carattere descrittivo; è tratto dall'opera lirica "La favola dello zar Saltàn"; in effetti tratta di un principe che, ripreso dalle sue tre zie per il suo comportamento, trasformatosi per magia in calabrone, vola, ronza, va e viene punzecchiando le tre Donne per poi sparire improvvisamente. L'autore l'ha reso così "vero" che questa Pagina è diventata subito popolare. Le appassionate arcate degli strumenti ad arco, il flauto, il clarinetto producono una grande serie di suoni gravi, medi e acuti con frequenti Crescendo e Diminuendo, con una serie di note brevi ribattute realizzando bene lo scopo di questa musica altamente descrittiva; originariamente fu scritta per orchestra e poi resa per vari strumenti; stupefacente come i vari strumenti suggeriscano bene il ronzio dell'insetto, la sua danza e il suo improvviso allontanarsi, imitandone il volo con impressionante realismo; così si può dire della superba esecuzione in questo cd.

L'affascinante Gazza ladra è il "non plus ultra"; vi si mette in risalto l'appropriato uso dei segni dinamici e il virtuoso contrasto tra mano destra e sinistra, in contrapposizione nel crescendo finale, caratteristica tipica di Rossini. Non credo sia per caso la presenza nel cd di due brani del grande Rossini, "un Uomo di talento e di un eccellente melodista", come ne disse Beethoven. Adolphe-Charles Adam disse di Rossini: "è il genio musicale più completo che sia mai esistito". Henri-Montan Berton disse: "questo compositore è senza contrasto il più splendido ingegno che l'Italia abbia dato all'arte". Gaetano Donizetti disse: "Rossini apparve e compì ciò che ad un genio solo era dato compiere". Camille Saint-Saens disse: "Rossini fu un grand'Uomo". Lord Byron in una lettera del 1819 parla del delirio popolare per Rossini: "ieri sera al teatro San Benedetto (Venezia) è stata rappresentata una splendida opera di Rossini che venne di persona a suonare il clavicembalo. La gente gli si faceva intorno, gli tagliava i capelli, per ricordo. E' stato osannato, festeggiato, cantato in Poesia, immortalato più di qualsivoglia imperatore".

Nel penultimo Brano "Laurentis" è rilevante la nota tenuta con i contemporanei passaggi delle altre dita della mano destra.

Il cd termina con la splendida Andalusia dove inizia la sinistra facendo da Accompagnamento all'agilissima mano destra.

L'interprete che ha raggiunto grande perfezione Tecnica è la definizione di "virtuoso"; alla padronanza e alla abilità Tecnica aggiunge l'esecuzione eccellente e la magistrale interpretazione, lo strumentista magnificentissimo: così mi posso rivolgermi all'esimio maestro Camillo Cichella, forse abituato a simili elogi e a migliori lodi; l'interprete eccezionale e apprezzato per la finezza, la sensibilità, la delicatezza, la grazia, il Gusto, le vibrazioni, insomma il bel tocco; apprezzabile anche la tendenza a rendere il Brano più leggiadro e più lento piuttosto che altro. Sono tante piccole perfezioni che rendono l'ascolto apprezzabile e gradevolissimo.

Sebastiano Piccione
ottobre-dicembre 2006