DiGrande.it

Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

Questo sito usa Cookie per personalizzare contenuti e annunci, fornire funzionalità per social media e analizzare i collegamenti. Chiudendo questo banner o continuando la navigazione acconsenti al loro uso.
Leggi la Cookie Policy di DiGrande.it

Caro Pedro Zurita - Risposta alla "Lettera aperta a Louis Braille"

Pubblicato il 22/02/2021 08:00 
 

Caro Pedro Zurita,

un quarto di secolo dopo, il mare mi ha portato la bottiglia con una lettera a Louis Braille che tu scrivesti proprio nel momento in cui mi stavo impadronendo del Computer e dei muovi metodi che consentivano ai ciechi di Leggere e Scrivere come mai prima avevano fatto.

Mi svenai economicamente ma ora sul mio tavolo c’erano un PC con tanto di Monitor e Tastiera standard, uno Scanner e un display Braille; il tutto alla mia portata di Disabile visivo grazie all’installazione di uno screen reader.

Determinante era anche l’OCR, un tipo di Software messo a punto da Ray Kurzweil, capace di tradurre i caratteri di una Pagina collocata sullo Scanner in caratteri ascii e poi anche altro.

Il tutto mi affascinò; il display Braille mi stupì. Si trattava, come tutti oggi sanno, di un dispositivo sul cui pannello sono affiancate delle caselle ciascuna costituita da 8 punti, mentre le caselle Braille di punti ne hanno solo 6.

Come dire! Braille non aveva inventato un modo per alfabetizzare i ciechi: questa era la ricaduta pratica della qualcosa tutti gli siamo grati. Braille aveva inventato un codice informatico a 6 bit, in cui un byte poteva contenere 64 combinazioni. Braille queste parole, bit e byte, né le conosceva né le avrebbe adoperate, da buon francese. Ma i suoi erano tempi in cui matematici e inventori si erano appassionati alle possibilità dei codici binari. In quel primo torno del XIX secolo si direbbe che gli Uomini si siano concentrati sulle possibilità operative del buco. Bucherellando delle schede di cartone, un altro francese, Joseph Marie Jacquart, riuscì a comandare il telaio da tessitura. A schede perforate avrebbero poi funzionato i primi Computer. Bucherellando dei fogli di carta spessa, Louis Braille alfabetizzò i ciechi chepoterono finalmente Scrivere e Leggere parole e Musica. Pensa alla meraviglia! Bastò aggiungere due ai sei punti della casella Braille per ottenere una pienacoincidenza con un byte in codice ascii. 2 alla sesta = 64; 2 alla ottava = 256.

Può succedere quando le persone e i sistemi si parlano. Non succede quando le persone e i sistemi non si parlano.

Chi ha bruciato o buttato i tuoi libri Braille aveva un problema o forse più di uno, ma si è rifiutato di pensare a una soluzione. Altri hanno pensato diversamente.

Digito sulla Tastiera e vado a ripescare un Libro che scansionai parecchio tempo fa.

Nicola Nosengo, “L’estinzione dei tecnosauri. Storie di tecnologie che non ce l’hanno fatta”, Sironi Editore.

E ritrovo facilmente questo passo:

“quale futuro immaginava Edison per la sua invenzione, una volta perfezionata? Naturalmente intravedeva la possibilità di utilizzarla per registrare e riprodurre Musica. Tuttavia, non gli sembrava questa la prospettiva più promettente. In un articolo in cui elencava gli usi possibili del fonografo collocò la registrazione musicale solo al quarto posto: prima venivano la dettatura di lettere, la realizzazione di libri per ciechi e l’insegnamento della dizione”.

Insomma, abbiamo ritrovato le origini dei due principali strumenti con cui un cieco può farsi una Cultura: il Braille e la registrazione. E possiamo definire Louis Braille come simbolo della volontà di liberazione ed Edison come simbolo della volontàdi inclusione.

Perché si progredisca, occorre che in una società esistano entrambe le componenti: chi ti offre pesce (Edison) e chi t’insegna a pescare (Braille).

Qual è la situazione attuale? Confesso di non avere idee chiare. Da una parte la Tecnologia promette tanto. Ma sono poi davvero le cose di cui un cieco ha assoluto bisogno? Dall’altro mi sembra che ciechi, genitori e soprattutto ipovedenti cadano nella trappola. Il rifiuto del Braille da parte di tanti va in questa direzione.

Infine un episodio di vita vissuta. Un tantino delinquenziale ma caduto in prescrizione. Due o tre giorni prima dell’esame di quinta ginnasiale (oggi abolito), un mio compagno di classe mi fa: “Ma se io imparo il Braille, mi passi il compito di greco?”

E fu promosso anche lui…

Gli occhiuti commissari nemmeno sospettarono che quei due fogli scritti in Braille che stazionavano nel piano inferiore del banco del mio amico contenessero quel che contenevano.

A proposito degli agenti segreti che compaiono nella tua lettera, che ho letto con tanta commozione.

Saluti a te, ovunque tu sia, e anche a Louis Braille, a Thomas Edison e a Ray Kurzweil.