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Tecnica e Scienza: Delega della propria Responsabilità a un altrove tecno-scientifico

Aggiornato il 02/09/2022 12:00 
 

“Se il servizio è gratis il prodotto sei tu”. Questa battuta viene ripetuta da diversi decenni, sotto molteplici formulazioni,soprattutto da quando Internet è diventato il nuovo media di massa. Dopo l'entusiasmo propositivo della rete degli anni novanta, il concetto del costo della gratuità si è fatto viepiù sostanziale, concretizzandosi in svariati servizi offerti dalla rete, servizi via via sempre più concentrati nelle mani delle grandi aziende tecnologiche che anno dopo anno hanno acquisito ancora più potere.

Il primo scambio di dati tra due Computer risale al 1969. Da lì in poi è stato un crescendo di collegamenti a distanza, fino ad arrivare al world wide Web del 1990. Allora la grande rete si è aperta alle persone comuni, individui che hanno cominciato a popolarla. Il passo successivo è stato inevitabile: piccole e grandi aziende hanno cominciato a rivalutare il Web, da strumento ludico per pochi a luogo aperto alle masse in cui poter fare business. Allo scambio di conoscenza e all'intrattenimento ludico si sono uniti i primi servizi.

Le multinazionali informatiche degli anni novanta magari avevano già un'idea di come far evolvere la rete, mentre gli individui ingenuamente sognavano Internet come un luogo virtuale in cui,nel bene e nel male, vigeva la libertà.

Per Bill Gates è un errore seguire le tendenze del mercato. Per lui è bene creare le tendenze, un po' la stessa filosofia che aveva Steve Jobs. Gates nel suo Libro del 1994 - “La strada che porta a domani” - teorizza una grande autostrada, probabilmente qualcosa più grande dell'attuale Internet, che riesca ad essere Veicolo e casa di tutte le persone. Nel Libro è già delineato il Progetto degli anni a venire, cioè gli anni che abbiamo vissuto e che ora stiamo vivendo, dove parecchio di quanto dice Gates nel 1994 si è già avverato o si sta avverando.

Ciò che dice Noam Chomsky nel Libro “La Fabbrica del consenso” ha il Gusto amaro della verità. In una forma più esplicativa rispetto a Bill Gates - d'altronde Chomsky è un filosofo++ e non un merchant - egli dice: “Non è possibile che le ragioni della competitività e del profitto obblighino i proprietari a offrire i programmi che la gente domanda, anche nel caso in cui questi siano loro sgraditi? In parte ciò avviene per davvero e questa circostanza, insieme alla limitata Autonomia degli operatori dei media, può aiutare a spiegare le sorprese che ogni tanto si presentano nel panorama dei mass media. Tuttavia, un limite alla forza della domanda pubblica è che nemmeno milioni di consumatori potrebbero far valere richieste di prodotti che non vengano loro offerti.”

Non a caso ho avvicinato Bill Gates a Noam Chomsky. Quest'ultimo con i suoi studi cerca di spiegare il comportamento del primo, Gates inteso come il simbolo del potere economico-tecnologico che oggi si concentra nelle centrali di poche multinazionali. Infatti, oggi i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi e a “Mantenere l'attenzione del pubblico lontana dai veri problemi sociali, interessi imprigionati su temi privi di reale sostanza.”

Ma come è stato possibile tutto ciò? Io penso che questo enorme e terribile cambiamento Sociale sia stato programmato tramite interventi distorti susseguitisi nei settori vitali del mondo, in primis quelli della Tecnica e della Scienza. Tecnica e Scienza, un tempo comunque dubbie bandiere del progresso, si sono alleate per piegare la società al potere del mercato. D'altronde Gates aveva già previsto tutta l'evoluzione tecnoscientifica che poi in effetti è avvenuta. Più che attribuirgli particolari doti divinatorie, possiamo concretamente comprendere che è in realtà egli è stato uno dei progettisti del nostro tecno-orrorifico futuro. Come teorizza Chomsky, per far accettare alla gente una disposizione sgradita, bisogna agire per gradi. Quella di Chomsky è definita strategia della gradualità: per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove sono state imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà ecc., tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

Lo stesso ragionamento è applicabile alla Tecnica, oggi concretizzata nella Tecnologia Elettronico-Informatica. Negli anni ottanta chi immaginava che i Computer, le nuove promesse della Tecnica per sollevare l'Uomo dai lavori pesanti/alienanti, si trasformassero in un mezzo per comprimere il pensiero e i Diritti sociali? Eppure chi allora costruiva quelle macchine parallelamente teorizzava come esse si sarebbero dovute evolvere. Bill Gates nel 1994 diceva: “Per il momento basti dire che un gran numero di dispositivi analoghi al PC consentirà a ognuno di noi di rimanere in contatto lungo l'autostrada con altre persone e di accedere all'Informazione. Essi comprenderanno sostituti digitali per molti degli attuali strumenti analogici, tra cui il televisore e il Telefono. Possiamo esser certi fin d'ora che fra tali dispositivi si affermeranno quelli che si riveleranno indispensabili. Anche se non sappiamo in quali forme si diffonderanno, sappiamo che saranno Computer programmabili, non specializzati, connessi con l'autostrada Informatica. Già oggi molte abitazioni sono collegate a due infrastrutture di comunicazione dedicate: linee telefoniche e televisori via cavo. Quando questi sistemi di comunicazione specializzati saranno riuniti in un solo servizio di Informazione Digitale, avremo l'autostrada Informatica.”

L'autostrada di Gates oggi può essere identificata con Internet, ma l'Industria della Tecnica e della Scienza però non si accontenta di aver collegato tutto il mondo, tutti gli 8 miliardi di individui che oggi popolano questo pianeta. I grandi potentati della Tecnoscienza vogliono che siano ora gli individui ad essere inseriti nella grande rete. Non a caso oggi la testa china su uno Smartphone è il simbolo del desiderio dell'individuo di far parte del mondo virtuale, mondo ancora per poco separato dalla realtà. La realtà viene già aumentata, mentre le persone delegano a un algoritmo esterno le funzioni del proprio cervello. Le autostrade di Gates erano solo le strade di un nuovo mondo, quello che già si intravede all'orizzonte: il metaverso. Il metaverso non si limiterà a mettere in contatto le persone, non aumenterà solo la realtà, ma sarà proprio il nuovo Ambiente in cui le persone vivranno. Non a caso già si parla di lottizzazione del metaverso. Terreni e isole sono già in vendita! Un mondo immateriale smorfia della realtà con suoi lotti che costano milioni di euro. Questo è un nuovo paradigma di merce che da materiale diventa immateriale.

Viene proprio voglia di dire: stop, voglio scendere. In pratica, ciò che l'Industria dell'intrattenimento ci mostrava alla fine degli anni 90 nel film Matrix, film derivato dalla Letteratura dei vent'anni prima delle storie cyberpunk e steampunk, oggi si fa spaventosamente sempre più vicino e pochi riescono a decrittare lo sconvolgimento Sociale che è già tra di noi. Mentre la società viene distratta con balocchi tecnoscientifici, la trattazione di questi temi sociali viene declinata, sia dalla Scuola che dai media di massa, le due agenzie di formazione che potrebbero sviscerare una spiegazione razionale di questo veloce cambiamento Sociale.

La definizione più esaustiva di Metaverso è del venture capitalist Matthew Ball: “Il Metaverso è una rete di mondi 3D che si espande in tempo reale, che restituisce un senso d'identità continuo nel tempo, in cui gli oggetti permangono e che tiene memoria delle transazioni effettuate in passato. Un numero di utenti illimitato, ognuno con il proprio senso di presenza Fisica, ne può fare esperienza sincronicamente.”

Una fisicità virtuale e una rappresentazione del sé attraverso avatar e ologrammi saranno i pilastri su cui si baserà il Metaverso. Indossando dei visori di realtà virtuale, gli utenti potranno ritrovarsi in ambienti interamente ricostruiti virtualmente con i propri amici sotto forma di avatar, oppure potranno fare esperienza di una realtà aumentata, in cui elementi digitali si sovrappongono al mondo fisico. Questo però è solo l'inizio, nella società distopica di Matrix i corpi degli esseri umani venivano utilizzati come generatori di vita virtuale. È così difficile immaginare individui distesi volontariamente per ore su un letto a vivere la realtà aumentata di un mondo irreale? Siamo proprio a un soffio da questo. La gente si è abituata così in fretta a chinare continuamente la testa su uno Smartphone, fuggendo dalla realtà in disfacimento che la circonda. Sarà difficile farla abituare a restare fisicamente immobile e vivere una realtà allucinata in un altrove virtuale? Quale nuova distanza ci sarà tra essenza ed esistenza?

Torniamo alla strategia della gradualità di Noam Chomsky, perché è un punto molto importante per capire quello che ci è successo e ci sta succedendo. Facciamolo in concreto, con un esempio di un “semplice” servizio di posta Elettronica offerto da uno dei centri di potere della telematica: Google.

Gmail è un servizio di posta Elettronica fornito da Google. Apparentemente è gratuito e come tutti i servizi Google è supportato dalla pubblicità. Il servizio è nato nel 2004 offrendo sin da subito agli utenti una capienza della casella di posta di 1 gigabytes, allora una capacità molto allettante. Dopo solo un anno la capacità è raddoppiata a 2 gigabytes. Ora Gmail offre 15 gigabytes di spazio gratuito.

Gmail ha sempre offerto la possibilità di gestire la posta Elettronica tramite interfaccia Web. Sin dall'inizio è stato possibile utilizzare anche i classici protocolli POP3 e SMTP, per poter gestire la posta con un qualsiasi client preferito dall'utente. Successivamente è stato aggiunto anche il protocollo IMAP4.

L'interfaccia Web di Gmail all'inizio utilizzava il protocollo HTTP e alternativamente il protocollo sicuro HTTPS, poi diventato obbligatorio. Per i protocolli POP3, SMTP e IMAP4 la sicurezza è stata assicurata tramite la crittografia TLS, ancor oggi ampiamente conosciuta e diffusa.

La sicurezza per Gmail è stata sempre un punto da tenere sotto controllo, forse anche troppo. Nel tempo Gmail ha reso l'utilizzo dei client di posta di terze parti sempre più difficile, costringendo gli utenti ad avvalersi dell'interfaccia Web resa sempre più accattivante. Si pensi che se si voleva utilizzare il protocollo POP3 con un client di terze parti, l'utente doveva attivare una scelta tra le opzioni Web di Gmail. Se malauguratamente l'utente non utilizzava la posta nell'arco di tempo di 1 mese (circa), Gmail lo costringeva a tornare in quelle opzioni per riattivare la scelta, sempre per questioni di sicurezza.

La sicurezza di un qualsiasi servizio Internet di massa penso vada gestita con discrezione, senza costringere l'utente a modificare le proprie abitudini, a meno che non sia un servizio innovativo prima sconosciuto. Il servizio deve mantenere un sano equilibrio tra sicurezza e responsabilità, non deve sconfinare nell'ambito della responsabilità che appartiene di Diritto all'utente. La sicurezza offerta da un gestore deve fermarsi al punto giusto, per non trasformarsi in vessazione e controllo.

La crittografia TLS era ed è ancora più che sufficiente per eseguire qualsiasi trasferimento di dati tra client e server. Ritengo che mantenere segreta una password dovrebbe essere sempre responsabilità dell'utente. Tra l'altro non esistono protocolli che garantiscano una sicurezza totale; non esiste una Tecnologia sicura al 100%.

L'antispam di Gmail è stato sempre un servizio invasivo che gli utenti non hanno mai potuto disattivare. A tutti gli utenti è capitato di trovare tra i messaggi spazzatura posta del tutto lecita e magari attesa. La Cartella spam per questioni tecniche non è consultabile attraverso POP3, quindi gli utenti sono stati costretti a utilizzare il protocollo IMAP4 oppure ad avvalersi dell'interfaccia Web. Penso che, allo stesso modo della sicurezza della propria password, dovrebbe essere responsabilità dell'utente gestire i messaggi considerabili come spazzatura pubblicitaria o, almeno, un gestore dovrebbe poter dare loro la possibilità di disattivare il controllo antispam.

Per proseguire con la strategia della gradualità, nel 2012 Gmail ha introdotto l'autenticazione a 2 fattori. È l'inizio in cui la sola password per accedere a un servizio non basta più, la responsabilità dell'utente viene trasferita lentamente al gestore che, in nome della sicurezza, aggiunge sempre più controlli al proprio servizio. Il confine di Gmail tra sicurezza e controllo si fa sempre più labile.

Qualche anno dopo Gmail diventa sempre più paranoico. Google introduce un algoritmo che in caso di utilizzo anomalo - una rilevazione arbitraria di Gmail - blocca l'accesso alla posta Elettronica anche per 24 ore. A chi non è capitato di non poter utilizzare il proprio indirizzo Gmail? forse solo a chi ha scelto di non volere Gmail. Invece, intorno al 2014, per questioni di sicurezza, Gmail aggiunge ai metodi di autenticazione anche Oauth 2. Il nuovo Metodo di autenticazione è opzionale e può essere utilizzato in alternativa al Metodo classico con nome utente e password. Oauth 2 richiede un controllo anche sul client che vuole autenticare l'utente. Con Oauth 2 Gmail non solo conosce l'utente che si autentica, ma conosce in dettaglio anche il programma che sta utilizzando per autenticarsi, e lo fa in due modi: col token rilasciato alla registrazione obbligatoria del produttore e del Software, e coi token rilasciati durante l'autenticazione fornita al momento dall'utente. Se Gmail dovesse ritenere il Software non sicuro, impedirebbe all'utente di poterlo utilizzare.

Dal 2004 in poi, grazie alle sue offerte aggressive, Gmail raggiunge una enorme diffusione a livello mondiale. Oggi l'indirizzo Gmail è il più utilizzato, nonostante le restrizioni sempre più invasive dovute alla sicurezza, che ritengo invece siano tecniche di controllo globale. Da fine maggio 2022 Gmail impedisce agli utenti di avvalersi di Software di terze parti che utilizzano l'autenticazione classica, sepur crittografata con TLS. Richiede di autenticarsi con Oauth 2, il nuovo Metodo descritto prima.

Nome utente è password sono diventate scomode per Gmail. Google dice che il nuovo Metodo di autenticazione evita di scambiare questi dati tra client e server. Invece per l'autenticazione utilizza un token, cioè un codice che il client ricava la prima volta da Google dietro autorizzazione dell'utente (tramite nome utente e password). Sia il Metodo classico che quello nuovo utilizzano la crittografia TLS. È un po' difficile capire in cosa consista la maggior sicurezza per l'utente, quando il client e il server si scambiano comunque dati per accedere alle informazioni dell'utente, intercettabili e riutilizzabili da eventuali malintenzionati. Non a caso già si sono verificati attacchi Phishing che hanno ottenuto dall'utente il token di accesso. Sembra quasi che la semplicità del Digitale stia assumendo il brutto volto della burocrazia analogica. Una differenza in tutto questo però c'è, ed è quella del client di posta, il programma, che necessita di una doppia registrazione e un ulteriore token segreto. Ma come possono restare segreti dei dati che comunque fanno avanti e indietro tra client e server? Dati di accesso comunque vengono trasferiti tra client e server, che essi siano password o token, ai fini della sicurezza, che differenza fa per un Hacker? Oauth 2 sicuramente è più laborioso da sfondare, ma comunque è sfondabile tanto quanto nome utente e password. La differenza invece è per Gmail, perché il servizio ha un controllo totale su tutto, sullo sviluppatore dell'app, sul client di posta e sull'utente.

L'obiettivo di queste continue restrizioni in nome della sicurezza è sempre più chiaro: costringere l'utente a utilizzare il servizio dall'interfaccia Web di Google e abbandonare i Software tradizionali, così da regalare a Gmail un controllo totale sui dati e sulle abitudini di utilizzo. C'è ancora un altro motivo, molto sottile: rendere in futuro la Programmazione di app un'arte concentrata nelle mani solo delle grandi aziende. Perciò, Google come altri sviluppano continuamente nuove tecnologie in nome dell'evoluzione tecnologica e della sicurezza, continui aggiornamenti che scoraggiano i programmatori indipendenti a seguire il mercato, offrendo agli utenti i soliti servizi, ma aumentando il controllo da parte di chi li gestisce. Oggi un utente usa l'email tale e quale all'anno 2000, ma vessato da un faldone di burocrazia Digitale (torniamo cortesemente al 2000!). Purtroppo anche l'infosfera (vecchi e nuovi media) è diventato un luogo di scontro, una Guerra tecnologica tra big dell'Informatica finalizzata al dominio della rete, dei media e, come detto prima, del nuovo mondo immateriale che sta per invadere la realtà.

Gmail oggi ha il controllo di oltre 1,5 miliardi di indirizzi di posta Elettronica, offerti gratuitamente agli utenti. Le abitudini degli utenti, anche di coloro che utilizzano delle tecnologie assistive, sono state gradualmente modificate. Se questi cambiamenti all'utente possono sembrare proprie scelte, in realtà sono costrizioni di chi offre il servizio. In nome della sicurezza viene imposto agli utenti di usare nuovi strumenti di controllo globale, facendoli percepire loro come innovazioni. Sicurezza è la parola magica che sulle ali dell'ignoranza viene spiegata anche dal neofita, che di meccanismi di sicurezza sa quanto io so di oceanografia. Se con un client tradizionale i messaggi venivano trasferiti dal server al dispositivo dell'utente, utilizzare l'interfaccia Web significa mantenere i propri messaggi in cloud nel server Gmail. Ci sono vantaggi e svantaggi in questo, sia per Google che per l'utente, ma non è questo l'articolo in cui discuterne. La questione importante è quella che l'utente ha sempre meno responsabilità sui propri dati, informazioni di cui comunque resta proprietario. Per convincerlo che è ancora lui a controllare le sue scelte, che la Tecnologia è una forza ausiliaria anziché dominatrice, queste grandi aziende distorcono l'Informazione attraverso un sistematico e programmato utilizzo del marketing. Oggi informare l'utente significa convincerlo che scelte obbligate sono in realtà azioni desiderabili. Così l'utente è diventato incapace di scegliere, utilizza l'offerta che riceve percependola illusoriamente come una risposta ai propri bisogni.

Se Google avesse lanciato il suo servizio con tutte le restrizioni che possiede oggi, è probabile che il Progetto sarebbe fallito nell'arco di poco tempo. Invece, prima ha attratto gli utenti con una proposta dirompente, poi anno dopo anno ha introdotto nuove caratteristiche e nuove restrizioni, trasferendo gradualmente la libertà di scegliere dell'utente alle sue insindacabili decisioni, come se la gratuità di un servizio potesse sollevare il suo fornitore dai doveri etici e sociali verso l'utente e la comunità.

L'Homo technologicus di oggi è la persona che dagli anni cinquanta del ventesimo secolo popola il mondo. Le domande che il teologo e filosofo Ivan Illich si poneva negli anni '60, un celato monito di riflessione per gli individui della sua e della mia generazione, sono terribilmente attuali:

“Attualmente sono in vita tutti coloro che metteranno al mondo figli di qui al 1984. Per ciascuno di loro io chiedo: questo bambino diventerà un oggetto passivo, pasciuto e manipolato da un Ambiente tecnologico che ne colonizza il sentire? O diventerà un Uomo che assume la sua parte di responsabilità in tutta una serie di tendenze sociali? I demografi ne plasmeranno i modelli di comportamento sessuale per adeguarli alla curva programmata della popolazione, così come i progettisti industriali ne adeguano il comportamento lavorativo alle esigenze degli investitori? Oppure il trasferimento dalla fattoria autosufficiente alla città tentacolare ne aumenterà il controllo cosciente sul proprio percorso di vita?”

Il contesto a cui Illich si rivolge è diverso dal nostro, ma le sue parole fluiscono virtuosamente bene negli spazi liberi della nostra coscienza, come fluido che libera un algoritmo troppo ossidato dagli strati di Tecnica aggiunti nel tempo.

La responsabilità è aver cura delle proprie azioni e a risponderne a se stessi e alla società. Delegare a terzi la propria libertà di scelta significa delegare agli stessi la propria responsabilità. Ma questa è solo un'illusione, perché a scegliere di trasferire ad altri la propria responsabilità, quindi la propria libertà, resta comunque una propria scelta. Pari alla responsabilità individuale è la responsabilità collettiva, individuabile in un piccolo o grande gruppo Sociale, come per esempio la famiglia, la Scuola, lo Stato. Ritengo che sia altamente dannoso trasferire la propria responsabilità ad altri enti, gruppi che con tale facoltà possono trasformarsi in organizzazioni totali. L'umanità oggi è seriamente a rischio, minacciata dalla Tecnica e dalla Scienza. Oggi lo sviluppo è funzionale solo al mercato e al consumo, quando ci si dovrebbe concentrare solidarmente al razionale progresso presente e futuro dell'umanità. La merce oggi è l'Uomo. Si fa fatica a razionalizzarlo perché egli fa parte del sistema, cioè della scatola in vendita. Servizi apparentemente innocui come Gmail, ma anche i social network come Facebook o Twitter, considerati a torto solo intrattenimento e comunicazione, per non parlare di Instagram ecc., servono a una cosa: distrarre l'attenzione delle persone dai veri temi sociali e dirottarla verso argomenti futili, usa e getta. Gli spazi di socialità in cui trattare i veri temi sociali che interessano l'umanità non trovano casa in questi strumenti dove, a ruoli invertiti, l'Uomo è uno strumento inconsapevole. E oggi si fa sempre più pressante la necessità che l'Uomo tratti al più presto i temi sociali a salvaguardia della propria esistenza. L'umanità riuscirà ad assumersi la responsabilità del futuro?

Sposo il pensiero del filosofo Hans Jonas: “Agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana”.