DiGrande.it

Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

Questo sito usa Cookie per personalizzare contenuti e annunci, fornire funzionalità per social media e analizzare i collegamenti. Chiudendo questo banner o continuando la navigazione acconsenti al loro uso.
Leggi la Cookie Policy di DiGrande.it

Disabilità, anzianità e svantaggio: documento al GDL Aipa di Gesualdo Le Moli - Capitolo 20

Aggiornato il 28/05/2024 08:00 
 

Sarà questo il nome del relativo capitolo nel Libro “I disabili nella società dell'Informazione” di quasi tutti i contenuti del cosiddetto Documento Le Moli di cui si è detto al capitolo precedente.

Viene qui riportato, dopo lunga introduzione, proprio per sottolineare che alcuni dei suoi contenuti, per esempio a proposito di anziani e di soggetti affetti da disturbi della comunicazione, cognitivi e del Linguaggio, non sono stati quasi sfiorati dalla normativa italiana, né dalla circolare AIPA del 2001 e men che meno dalla Legge Stanca.

In realtà tale Documento mi fu mandato in visione dal prof. Le Moli e già nel marzo 2001 io lo avevo postato sulla lista di discussione UicTech proprio per socializzare i termini del dibattito che si svolgeva all'interno del gruppo di Lavoro AIPA.

Credo però di ricordare che l'unico commento fu quello di Nicola Ferrando: poteva anche essere interessante ma era troppo lungo per essere inviato in una lista e aveva gli "accenti sbagliati", alludendo al fatto che lo avevo postato in Formato txt MS-DOS.

Critica accolta: ho rimediato.

In questo capitolo si è voluto, attraverso la personalità, il Percorso riabilitativo e il contributo di analisi fornito al GDL AIPA da Gesualdo Le moli, evidenziare aspetti normativi ed anche umani della problematica.

Così nel prossimo Paragrafo si porrà in relazione l'attività scientifica giovanile del professore con il Percorso riabilitativo a seguito della sopravvenuta invalidità, evidenziando anche i conseguenti problemi di ricollocazione produttiva, nel caso di specie del docente divenuto portatore di grave disabilità.

Nel successivo Paragrafo si apre una finestra sulle problematiche connesse a questa patologia, alle aspettative e ai problemi pratici di questi soggetti, nonché le speranze suscitate nel contesto dell'assemblea nazionale degli afasici dalla socializzazione del Percorso riabilitativo del nostro Gesualdo, attraverso lo strumento Bliss.

Poiché nel Documento Le Moli al GDL AIPA si dedica un Paragrafo al Bliss e alla sua efficacia riabilitativa nei confronti degli afasici, viene riportato da “Diritto e vita” un buon articolo di presentazione di tale Linguaggio.

Infine, viene riportato il Documento Le Moli, nella sua bozza di contributo al Gruppo di Lavoro AIPA, come da me girato alla lista di discussione UicTech, preceduto da una breve introduzione in cui metto a fuoco gli aspetti secondo me salienti nel contesto del dibattito telematico che ha circondato l'elaborazione della circolare 32 dell'AIPA, nell'estate 2001, riportata nel capitolo precedente.

Sommario

Note su Gesualdo Le Moli

Afasia e accessibilità

Aphasia Forum

Una presentazione del Linguaggio Bliss da “Diritto e vita”

Il Documento Le Moli al gruppo di Lavoro AIPA

---

Note su Gesualdo Le Moli

Solo oggi, natale 2003, ho scoperto, cercando in rete questo Documento, chi fosse Gesualdo Le Moli.

Ci incrociavamo al gruppo di Lavoro ma, nonostante la reciproca simpatia, le nostre disabilità sommate ci impedivano quasi qualsiasi tipo di comunicazione: non si andava oltre calorose ed eloquenti strette di mano e balbettii poco intellegibili.

In seguito a trauma chirurgico conseguenza di un tumore al cervello il professore soffriva di afasia: faceva grandissima fatica a trovare ed articolare parole e frasi; si affaticava anche molto a Leggere e a Scrivere, specie testi lunghi e con struttura semantica complessa.

Il professore era però molto entusiasta perché, attraverso un processo riabilitativo basato sulla cosiddetta comunicazione aumentativa, aveva ritrovato un suo posto nel mondo proprio attraverso la partecipazione ad iniziative sociali come appunto la partecipazione al gruppo di Lavoro, come appunto dimostra il suo lungo Documento.

Una mia vecchia conoscenza ed amico, Carlo Gubitosa di Peacelink, in un articolo del 29/01/2002 Vinton Cerf dal titolo:

La Storia di Internet - 1969-1988 Dalla posta Elettronica al Garr

http://www.mytech.it/mytech/Internet/art006010037647_2.jsp

scrive:

....................................

vari paesi si danno appuntamento per assistere a una Dimostrazione della commutazione di pacchetto su Arpanet. È a questa circostanza che si fa risalire il primo utilizzo della parola "Internet". In seguito a questo incontro viene costituito un gruppo di Lavoro internazionale che prende il nome di International Network Working Group (INWG), la cui Guida è affidata a Vinton Cerf. Tra gli italiani presenti alla conferenza c'è anche Gesualdo Le Moli, che più tardi occuperà la cattedra di elettrotecnica al Politecnico di Milano, cercando invano di costringermi ad imparare vita, morte e miracoli dei motori trifase, che tuttora rimangono per me un esoterico mistero.

Dunque uno che aveva tenuto a battesimo “Internet” e la posta Elettronica, dopo 25-30 anni si ritrova come egli stesso descrive nell'introduzione al Documento:

Da circa un semestre, l'autore di questo rapporto, che da alcuni anni è portatore di una parziale disabilità afasica, in fase di progressiva riabilitazione, ha iniziato una collaborazione strutturale con il collega prof. Marco Somalvico, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale e collega nello stesso Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, nel quale l'autore di questo rapporto opera.

La collaborazione è stata motivata dalla richiesta, avanzata all'autore dal prof. Somalvico che, nella sua qualità di Delegato del Rettore, come previsto dalla Legge 28.01.99 n. 17, è responsabile delle attività volte a favorire lo Studio degli allievi disabili, e di conseguenza anche la Didattica dei docenti disabili nonché la gestione, l'organizzazione e l'amministrazione del personale non docente Disabile, al Politecnico di Milano.

La richiesta, rivolta dal prof. Somalvico, è stata formulata con il fine di favorire l'attività che l'autore ha svolto e svolge, nell'ambito della specifica Agenzia preposta a tali finalità, l'AIPA, per quanto riguarda la promozione dei soggetti disabili nella Pubblica Amministrazione, incardinando tale promozione sulle potenzialità offerte dalle tecnologie dell'Informazione e della comunicazione.

E ancora:

Questa collaborazione si è concretizzata con una intensa e continuativa interazione, tuttora attiva, con la dott.ssa Luisa Gava, psicologa, Collaboratrice del Progetto di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano, che è Rappresentante Ufficiale dell'Italia nell'Organismo Internazionale di Toronto, Canadà, che è preposto alla normativa ed alla diffusione del Metodo BLISS.

L'autore di questo rapporto ha, personalmente, verificato, anche in base all'impiego diretto che ha da tempo avviato e tuttora esercita con progressivi ed interessanti risultati positivi, l'efficacia offerta dall'adozione del Metodo BLISS.

Sono state, pertanto, sperimentate con lusinghieri progressi, le moderne potenzialità che tale Metodo offre nei confronti di numerose categorie di disabili afasici, anche in base all'impiego di un sistema informatico, realizzato dal Progetto di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano, che è stato sviluppato, congiuntamente, negli scorsi quindici anni, congiuntamente dal prof. Somalvico e dalla dott.ssa Gava, insieme a numerosi laureandi tesisti del Politecnico di Milano.

---

Afasia e accessibilità

Si riporta qui di seguito prima un conciso messaggio di Gesualdo Le moli per quanto concerne accessibilità e afasia come contributo al gruppo di Lavoro sulla accessibilità. Tuttavia, poiché questa patologia affligge circa 150.000 persone in Italia, si riporta da www.afasiaforum.org il commento ad una assemblea nazionale di afasici in cui aveva destato grande interesse il Percorso riabilitativo del nostro Don Gesualdo, qui riportata per Aprire uno squarcio su una patologia di cui si parla poco in accessologia e che invece dovrebbe guidare la Ricerca per esempio in tema di semplicità e facilità d'uso, come dire usabilità.

Sicuramente sarebbe anche utile qualche spunto dai linguaggi iconici come il Bliss, la cui efficacia riabilitativa il professore testimonia in prima persona.

Per quanto riguarda accessibilità e afasia Gesualdo Le Moli invia il seguente conciso messaggio al gruppo di Lavoro AIPA all'inizio del 2001

Reply-To: Gesualdo.LeMoli@elet.polimi.it

Organization: Politecnico di Milano

To: "AIPA Accessibilità - Sottogruppo B"

Subject: accessibilità per afasici

Buon giorno a tutti.

Buon anno

Uno dei problemi di accessibilità per gli afasici è l'eccesso di informazioni presenti in una singola Pagina. È bene che le informazioni siano il più ordinato possibile, e che siano bene evidenziati i link e che tutti i link siano realizzati con la stessa Grafica. È inoltre importante che tutti i link legati a Grafica o a immagini siano riportati anche in forma testuale.

a presto e cordiali saluti.

Gesualdo Le Moli

---

Aphasia Forum

Assemblea Nazionale A.IT.A. - ONLUS

Capodrise, Caserta 11 -12 maggio 2002

commento

[A. Tinti, M. Marogna]

programma

i relatori e le relazioni

testimonianze

lettera aperta [O. Casarino]

Un passo avanti verso un mondo migliore in cui chi ha avuto la disavventura di perdere la capacità di parlare nei modi consueti, possa comunque continuare ad esprimere se stesso. Perché l'essere un individuo di valore, va oltre la rapidità dell'eloquio e persino oltre la chiarezza delle parole pronunciate.

Questo in Sintesi il nuovo messaggio lanciato a maggio dai partecipanti all'Assemblea Nazionale AITA.

In una società matura, le difficoltà a comunicare non possono rappresentare una barriera alle opportunità e alla realizzazione di ciascuno di noi.

Il problema è di tutti, il compito è condiviso, la sfida è importante.

Con questo spirito è stato condotto lo spazio dedicato alle comunicazioni scientifiche (peraltro contenuto data la volontà di riservare maggiore tempo alle testimonianze personali), all'interno del quale i relatori presenti hanno argomentato la necessità di superare i vecchi modelli della cura dell'afasia (riduzione del deficit linguistico) di fronte alle esigenze comunicative e relazionali della persona con afasia cronica.

In particolare, è stato puntualizzato come ogni processo riabilitativo debba corrispondere a un cammino di apprendimento e cambiamento, che consenta ad ogni individuo di diventare protagonista consapevole e corresponsabile del miglioramento della propria qualità di vita.

In questo senso la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (ambito interessante, che merita ulteriori spazi di approfondimento al di là di stantii e immotivati luoghi comuni che l'hanno finora relegata ai margini della Ricerca, in ambito afasiologico) è una “funzione” che garantisce l'accesso della persona con disabilità comunicativa alle sue competenze cognitive, affettive, pragmatiche peraltro indispensabili per ri-costruire una nuova identità personale e Sociale.

Gli strumenti della CAA sono molti e diversi.

In alcune realtà, nell'ambito di formali progetti di Ricerca, viene attualmente studiato l'incremento qualitativo e quantitativo della comunicazione in ambito familiare in relazione all'utilizzo di simboli pittorici e allo sviluppo della capacità di Disegno. Questa esperienza, riportata in Assemblea, ha fatto emergere come sia indispensabile - nel Percorso di ritorno alla vita - il ruolo del familiare della persona afasica, la sua adesione consapevole e la sua partecipazione attiva ad ogni possibile modalità di interazione.

Ugualmente interessante la relazione presentata dal Prof. Le Moli sull'applicazione della simbologia BLISS in ambito di afasia e sulla particolarissima esperienza di “TraduzioneInformatica della stessa (Software BLiss 2000)... una testimonianza suggestiva sulle opportunità fornite da un uso razionale e creativo di una metodica “alternativa” di comunicazione.

Nell'ultima giornata sul palco si sono susseguite le testimonianze di persone afasiche giunte da tutte le regioni di Italia...fra queste purtroppo molti giovani che giustamente rivendicano la necessità che vengano predisposte per loro nuove iniziative di supporto e intervento, adeguate alle necessità che una giovane vita si trova ad affrontare dopo un ictus che priva delle capacità motorie e comunicative.

Non bastano gli interminabili cicli di riabilitazione della funzione linguistica portati avanti negli ambulatori e negli ospedali...occorrono metodologie di inserimento al Lavoro, maggiori conoscenze sulla accessibilità degli strumenti informatici comunemente utilizzati negli ambienti lavorativi, attività di pressione sugli enti di formazione perché predispongano corsi professionali adeguati a persone con disabilità comunicative...occorre insomma mettere in campo tutte le risorse possibili e quindi adoperarsi perché nascano nuove sinergie tra i vari ambiti disciplinari (i percorsi di Ricerca descritti da Gesualdo Le Moli nell'ambito del Politecnico di Milano lasciano ben pensare in questo senso!)... occorre Aprire gli occhi e rendersi conto che la distanza tra il mondo sanitario e il mondo Sociale non è più né giustificabile né tollerabile... “articolare” è vivere e la vita viene condotta nelle famiglie, nei posti di Lavoro, nei luoghi di divertimento, nelle strade...e le persone vogliono vivere subito, adesso, non alla fine di percorsi riabilitativi che peraltro spesso deludono nelle loro risultanze...

Le persone hanno bisogno di nuove informazioni, guide, modelli e supporti perché le loro esigenze e la loro aspettativa di vita sono varie e diverse...come ottenere la patente di Guida? Come trovare un Lavoro? Come capire mio marito? Come farmi nuovi amici se tutti mi rifuggono imbarazzati? Come non rimanere indietro?

A tutte queste domande occorre dare una risposta concreta e forse in alcune isole felici dell'Italia è già possibile farlo ma certo non si tratta di realtà trasversali alle varie regioni...

Un passo in avanti è stato fatto ma molto è ancora da fare nella speranza che venga un anno in cui l'Assemblea non si chiuda con il grido di dolore di una socia che nel plaudere il bel Clima creatosi in Assemblea, ci ha raggelato con la fatidica domanda: e domani, tornati a casa, cosa ne sarà di noi?

---

Una presentazione del Linguaggio Bliss da "Diritto e vita

Diritto e Vita

SITO SENZA BARRIERE VISIVE ED UDITIVE PER FAR RIFLETTERE SULLE SOFFERENZE FISICHE ED EMOTIVE DI ESSERI VIVENTI, SIANO ESSI ESSERI UMANI O

ANIMALI. VISITATE LA Pagina PRINCIPALE E CAPIRETE...

Per il testo si ringrazia: http://digilander.iol.it/aica

Argomenti trattati:

INTRODUZIONE

LA DISABILITÀ VERBALE: UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE

I SIMBOLI BLISS: UN SISTEMA GRAFICO

COME NASCONO I SIMBOLI BLISS

UNA Scrittura IDEOGRAFICA

UN VOCABOLARIO CHE NASCE DALL' ESPERIENZA UMANA

CINQUE ELEMENTI CHE COSTITUISCONO IL MONDO

LE PARTI COSTITUTIVE DEI SIMBOLI BLISS

- 11 caratteri lineari

- 24 simboli internazionali

- 6 simboli arbitrari

- 8 simboli grafici L'IMPORTANZA DEI CARATTERI LINEARI

UN Linguaggio UNIVERSALE PER COMUNICARE - ASPETTI METODOLOGICI -

ALCUNI SCRITTI

INTRODUZIONE

Il Linguaggio universale Bliss, oggigiorno impiegato nei sistemi di comunicazione alternativa in tema di disabilità verbale. Si spiega come questo sistema possa facilitare la rottura delle barriere comunicative e come possa nel frattempo rendere possibile la memorizzazione dei messaggi. Il Linguaggio Bliss può essere implementato in un sistema informatico con tabelle Bliss personalizzate grazie ad uno Speciale programma Bliss.

I simboli Bliss sono un Linguaggio analogico che consente di mantenere una correlazione molto stretta tra il concreto e la realtà oggettiva e il campo della rappresentazione simbolica dove i simboli grafici e la Scrittura alfabetica non permettono una così immediata Associazione.

La capacità di esprimere se stessi attraverso dei segni grafici è una delle più importanti necessità dell'Uomo. Grazie ai simboli Bliss l'espressione Grafica del proprio pensiero è ora possibile anche per chi non può utilizzare la Scrittura alfabetica a causa della propria condizione patologica.

I simboli Bliss sono stati creati da C. K. Bliss in un Linguaggio universale che possa eliminare le incomprensioni fra i popoli. L'intero vocabolario è Formato da 38 simboli base, 11 caratteri lineari e da oltre 2000 simboli generati dalle loro combinazioni.

Questo sistema è veramente semplice, logico e facile da imparare, e anche i bambini possono utilizzarlo. Allo stato attuale oltre 35 paesi utilizzano questo sistema di comunicazione in campo di disabilità verbale.

LA DISABILITÀ VERBALE: UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE

Da parecchi anni ormai la disabilità verbale viene affrontata come un problema di comunicazione, e nei casi in cui non è possibile ripristinare o far evolvere la funzione verbale, mediante Terapia riabilitativa, si sono cercate altre soluzioni che consentissero di ricreare un ponte tra il pensiero del del Disabile e il modo esterno.

Quando una persona non può accedere ai normali mezzi espressivi (parola - Scrittura) e si desidera comunicare può ricorrere ad un codice alternativo per rendere trasmissibile il proprio pensiero.

Le esperienze hanno però dimostrato che se è possibile sostituire il Linguaggio verbale con altre modalità (gestuali, grafiche, simboliche, eccetera) è necessario che questo avvenga attraverso un processo di integrazione che si articola a più livelli: funzionale, emotivo e cognitivo. Vanno perciò tenuti in considerazione tutta una serie di fattori, relativi all'individuo e al suo Ambiente, per poter modulare tale integrazione ed evitare il fallimento di un Lavoro mirato a un recupero comunicativo.

Il Lavoro effettuato con i disabili verbali oltre a confermare tutto ciò ha anche permesso di mettere a fuoco una serie di fattori di rilevante importanza in questo ambito. In particolare sono emersi due aspetti piuttosto significativi: la necessità di creare un reale rapporto comunicativo e il ruolo svolto dagli strumenti in quest'ambito. In altre parole, come motivare a comunicare. in modo diverso, malgrado i costi e le difficoltà che ne derivano, e cosa succede quando uno strumento consente di significarsi.

I SIMBOLI BLISS: UN SISTEMA GRAFICO

Diversi linguaggi possono consentire il ripristino della funzione comunicativa: essi possono essere, mediati direttamente dal corpo (gestuali), o rappresentati da segni grafici (disegni, figure, simboli) per essere indicati.

Uno dei sistemi di comunicazione alternativa oggi maggiormente utilizzato nei casi di disabilità verbale sono i simboli Bliss. La particolare Grafica e logica con cui sono composti li rende, infatti, idonei per essere utilizzati con soggetti molto diversi tra loro per livello intellettivo e quadro diagnostico.

I simboli Bliss sono segni grafici, basati sul significato e non sulla fonetica.

Essi sono strutturati in un vocabolario standard e sono disponibili, sia sotto forma di francobolli adesivi, da collocarsi su supporti cartacei (tabelle di comunicazione), o in versione informatizzata. Il Disabile può così comunicare sia attraverso l'indicazione dei simboli posti sulla propria Tabella o la selezione degli stessi sul calcolatore: il calcolatore inoltre consente la Trascrizione Grafica e sonora dei messaggi.

L'utente in relazione all'età, livello intellettivo e possibilità motorie, può comporre messaggi di diversa complessità: da forme sintetiche simili alla parola o frase, a forme più articolate; ai simboli è sempre abbinata la Traduzione in lingua per consentire a qualunque interlocutore di decodificare il messaggio.

COME NASCONO I SIMBOLI BLISS

Forse sapere come nasce questo Linguaggio, farà meglio capire perché esso ha avuto un così ampio sviluppo, non solo con individui disabili verbali intelligenti, ma anche con soggetti insufficienti mentali.

Il Linguaggio deve il suo nome a Charles K. Bliss (originariamente Karl K.

Blitz), un ebreo austriaco, ingegnere chimico che, per le vicende della seconda Guerra mondiale, finì profugo a Shanghai nel 1941.Lì venne profondamente influenzato dalla Scrittura ideografica cinese. Egli aveva constatato che tutti i cinesi potevano Leggere gli ideogrammi indipendentemente dai loro diversi dialetti perché per decodificare quei simboli non dovevano rinunciare alla propria madre lingua. I simboli infatti potevano essere letti nel proprio dialetto senza che ne venisse alterato il significato: era una Scrittura graficamente decodificabile.

Infine le modalità con cui l'Organizzazione Internazionale governava Shanghai, lo aveva convinto che una cooperazione internazionale era possibile.Tale Organizzazione era costituita da persone di nazionalità diverse, che riuscivano a lavorare pacificamente insieme, malgrado le situazioni conflittuali dei loro paesi d'origine.

Queste due realtà l'avevano fatto riflettere sulla possibilità di creare un Linguaggio universale, che tutti potessero usare senza rinunciare alla propria lingua madre, e che consentisse una comunicazione al di là delle barriere linguistiche.Decise allora di dedicare tutto il suo tempo a questo scopo e, dopo sei anni di Studio e Lavoro, pubblicò Semanthography, il Libro in cui egli spiega i fondamenti del nuovo Linguaggio e le sue possibilità d'uso.

Semantography è dunque un Linguaggio pianificato con un obiettivo molto ambizioso: la popolazione di tutto il mondo.

Vediamo allora di analizzare brevemente la filosofia e le caratteristiche di questo Linguaggio.

UNA Scrittura IDEOGRAFICA

Per il suo autore, Semantography (questo il nome iniziale, poi cambiato in Simboli Bliss per differenziarlo da altri linguaggi) vuole essere uno strumento pratico, una Scrittura ausiliaria a scopi comunicativi tra differenti nazioni ed inoltre, un mezzo per Riconoscere significati vaghi e ambigui (Semantography pag. 101 ).

Bliss aveva considerato che solo una Scrittura ideografica che avesse implicito il significato (semantografica appunto) poteva, non solo, superare le diversità esistenti tra i linguaggi di ogni paese, ma anche quelle all'interno di una stessa lingua.

La differenza sostanziale tra una Scrittura semantografica e la tradizionale Scrittura con le 26 lettere, cioè tra una Scrittura Grafica e una fonetica è che la prima rappresenta i significati nel segno grafico stesso.Nella nostra mente il profilo della luna non evoca la combinazione di lettere l-u-n-a, ma immediatamente la cosa luminosa, d'argento, nel cielo, e questi significati li pensiamo nella nostra lingua madre. (Semantography pag. 102 ).

Bliss ha quindi creato il suo Linguaggio, ispirandosi alla Scrittura ideografica cinese, che se inizialmente sembra difficile e complicata, una volta compresane l'organizzazione e la chiave di Lettura risulta semplice e affascinante.

Il loro contenuto (dei caratteri cinesi) è sempre attuale perché deriva da una realtà esperita, che è comune all'Uomo di ieri come all'Uomo di oggi. Ci sono realtà che hanno un Carattere immutabile o non facilmente sostituibile. La Musica e la Matematica, per esempio, utilizzano una stessa Scrittura, una stessa simbologia in tutti i paesi, che però potrebbe essere diversa da un paese all'altro. ma è ben difficile immaginare scritture geometriche, che rappresentino il profilo di cose reali, scritte diversamente in ogni nazione.

Per gli studenti di oggi, di ieri e quelli da qui a 100.000 anni, un cubo, una piramide, un cono, sono stati e saranno disegnati con linee simili.

Bene, Semantography rappresenta una Scrittura ideografica e anche una semplificata Scrittura geometrica. Essa è stata, in certo qual modo, concepita secondo le nostre attuali conoscenze nel campo della chimica, Fisica, biologia, psicologia (Semantography pag. 102).

UN VOCABOLARIO CHE NASCE DALL' ESPERIENZA UMANA

Per creare una Scrittura di facile comprensione, Bliss ha tratto da quelle conoscenze di base comuni a tutti gli Uomini gli elementi che costituiscono il vocabolario dei significati e li ha rappresentati con segni grafici. Tali segni, per la loro iconicità, potevano essere facilmente rapportati al significato rappresentato, o collegati a esso da una semplice deduzione logica.

Nel realizzare la struttura organizzativa del suo Linguaggio, ha preso in considerazione ciò che accade nel mondo della Natura, e ciò che fa parte di quello che viene definito senso comune, per trarne dei semplici principi di base che avessero una funzione sintattico grammaticale nel suo vocabolario di simboli.

Sono stati sufficienti per questo, tre simboli, che rappresentano tre ordini di nomi (cosa chimica, azione Fisica, valutazione umana) e i simboli per le coordinate spazio tempo.

Secondo l'autore, il mondo è costituito da cose chimiche, che noi possiamo toccare, vedere, pesare, esplorare: esse possono essere allo stato solido, liquido, gassoso, come l'aria, le rocce, le piante, i fiori, gli animali, l'Uomo. Questo primo gruppo è costituito da tutto ciò che è percepibile dall'Uomo mediante i suoi organi di senso, e tutte queste cose esistono nello spazio. E le cose producono azioni.

Il terzo ordine di nomi, definito valutazione umana, non ha un corrispettivo con gli elementi naturali e reali, ma fa parte della valutazione che ognuno di noi dà alle cose che lo circondano. Esso è quindi soggettivo e variabile, ma importante perché è il risultato delle nostre percezioni e riflessioni, in definitiva del nostro pensiero su ciò che percepiamo.

CINQUE ELEMENTI CHE COSTITUISCONO IL MONDO

Quindi il mondo è fatto di: cose che compiono azioni in uno spazio e in un tempo in un certo modo. Questi 5 elementi; cose, azioni, spazio, tempo, valutazione e l'interconnessione di loro rapporti costituiscono la base per una prima organizzazione dei significati in modo da poter dare senso compiuto a un messaggio.

LE PARTI COSTITUTIVE DEI SIMBOLI BLISS

Bliss ha realizzato la sua Scrittura geometrico ideografica con un numero limitato di simboli base (38 più 11 caratteri lineari) con cui creare un vocabolario sufficiente di significati. Essi possono essere combinati tra loro e generare un numero illimitato di significati.

I simboli che costituiscono la struttura portante di tutto il Linguaggio sono i seguenti:

- 11 caratteri lineari

- 24 simboli internazionali, quali: i numeri matematici, i simboli delle operazioni matematiche e della Punteggiatura, il simbolo della freccia, di medicina, di denaro affari, di Musica e infine la linea obliqua (il tratto per cancellare le parole scritte)

- 6 simboli arbitrari: significato contrario, cosa chimica, azione Fisica, tempo (cronologico: passato, presente, futuro), valutazione umana, creazione

- 8 simboli grafici: mente, emozione, Occhio, Orecchio, Naso, Bocca, mano, maschio Umano, femmina umana.

I CARATTERI LINEARE

Nella figura manca l'Immagine del punto (.) e la linea dritta (|)

sono costituiti dal punto e da un segmento che, posto in diverse posizioni e composizioni, consente di Scrivere significati riproducendo il profilo delle cose a cui si riferiscono; questi simboli hanno quindi un alto grado di iconicità, come per esempio:

I SIMBOLI INTERNAZIONALI

sono costituiti da un gruppo di 24 simboli riconosciuti e o utilizzati in quasi tutto il mondo. I numeri, le operazioni matematiche, la Punteggiatura, la freccia, non necessitano di spiegazione, ma si imparano a Leggere nel contesto in cui sono inseriti, per esempio per differenziare la declinazione delle persone:

mentre i simboli di medicina, denaro, Musica, linea obliqua, sono una derivazione semplificata di simboli che rappresentano i seguenti significati: medicina deriva dal simbolo di Esculapio denaro deriva dal simbolo cartaceo di Mercurio Musica deriva dal simbolo della nota musicale linea obliqua deriva dall'usuale segno grafico con cui si cancellano le cose scritte, per esempio: o come uguale e differente per invertire il significato.

I SEI SIMBOLI ARBITRARI

Si riferiscono al mondo della Natura, quattro hanno non solo la funzione semantica, ma anche organizzativo lessicale. Bliss, come accennato precedentemente, fa derivare l'organizzazione sintattico grammaticale dei significati, dalla fenomenologia naturale di causa ed effetto, in uno spazio tempo.

Nella composizione di frasi grafiche, il nesso logico viene perciò evidenziato sia della struttura tempo spazio della frase, sia dai significati quali organizzatori dell'azione. In altri termini sembra di vedere ciò che avviene:

la mamma (andare) va (a) casa

I sei simboli arbitrari sono: significato contrario sembra una freccia puntata in due diverse direzioni, ha lo scopo di evidenziare un significato opposto: amore/odio, armonia/disarmonia; è quindi possibile, utilizzando questo simbolo, cambiare il senso di numerosi significati, ad esempio: amore e odio a chimica il simbolo trae origine dal cristallo, il primo materiale formatosi sulla terra dopo il caos terrestre; la sua forma quadrata ricorda le superfici dei cristallo.

Nella Scrittura ideografica di Bliss questo simbolo si riferisce a tutti i nomi concreti poiché ".tutto il nostro universo consiste di corpi chimici, le parole terra, pietra, Cavallo, Uomo, bambino, e anche i pronomi io e tu, si riferiscono a un corpo, una cosa chimica". (Semantography pag.107)

azione Fisica deriva dalle prime azioni avvenute sulla terra l'emergere delle montagne e l'eruzione dei vulcani; la forma conica dei vulcano sta quindi a rappresentare l'aspetto dinamico dell'azione. Questo simbolo sarà quindi usato per indicare le azioni, i verbi.

tempo Poiché il significato di tempo non ha una forma da cui ricavarne un profilo, useremo un simbolo arbitrario, il profilo di due specchi parabolici uno volto all'indietro a riflettere il passato, l'altro volto in avanti a focalizzare il futuro. Tra il passato e il futuro c'è il presente: uno sguardo fugace, un attimo. (Semantography pag.107)

valutazione umana Oltre alle cose chimiche e alle azioni fisiche, c'è il terzo gruppo di nomi che rappresenta le valutazioni umane. Generalmente esse si riferiscono a significati che non sono rintracciabili nel mondo naturale, ma sono un prodotto della mente dell'Uomo, per esempio: bello, brutto, buono, cattivo, eccetera. Dato che queste valutazioni variano da individuo a individuo, viene utilizzato questo simbolo per indicare tale instabilità valutativa.

Il simbolo rappresenta il profilo di un cono rovesciato indicativo di una posizione molto instabile; proprio come le nostre valutazioni che possono cambiare completamente.

Natura, creazione Questo simbolo è del tutto arbitrario e noi possiamo dire che l'Uomo userà sempre soltanto un simbolo arbitrario per questo significato. Egli infatti può capire il mondo solo con la propria mente che ha però dei limiti. Egli lo ha così denominato in tanti modi diversi: universo, Natura, creazione. Dio e tanti altri. Per la nostra Scrittura geometrica sceglieremo un simbolo che è esposto su chiese e templi da migliaia d'anni (Semantography pag. 108)

GLI OTTO SIMBOLI GRAFICI

Gli otto simboli grafici si riferiscono ad aspetti peculiari dell'Uomo: pensiero, emozione, percezione e differenziazione sessuale.

mente C'è un simbolo che va considerato con particolare attenzione, esso rappresenta quello che a tutt'oggi è un affascinante mistero: la mente umana; il simbolo deve indicare quel meraviglioso agglomerato di cellule cerebrali che consentono all'Uomo non solo di contemplare la Natura, la creazione, ma di essere egli stesso creatore. Per fare, costruire apparati, prodotti chimici, che non esistono sulla terra, per conoscere l'universo, pesare le stelle e sapere la loro temperatura, eccetera.

Possiamo disegnare questa splendida e terribile cosa con una linea che ricorda il profilo della parte superiore del cranio, sede dei cervello. (Semantography pag. 109)

emozione (sentimento)

Per rappresentare il simbolo di emozione, noi impiegheremo invece un antico simbolo, disegnato fin dai tempi delle caverne e tuttora utilizzato in tutte le lingue: il cuore. che nella errata ma antica credenza rappresentava una parte dell'anima.

La mente non è solo quella parte dei corpo Umano in cui hanno origine i nostri pensieri. essa ha anche la funzione di coordinare tutti i nostri sensi attraverso i vari organi: l'Occhio, l'Orecchio, il Naso, eccetera. Sono necessari solo pochi simboli per rappresentare i significati relativi agli organi di senso. Sono facili da imparare, il loro profilo è simile a quello che fanno i bambini nei loro disegni come si può vedere dai simboli che seguono (Semantography Pagina 112):

Questi simboli sono autoesplicativi. Sarebbe opportuno che fossero rappresentativi del maschio e della femmina dei genere Umano in senso generale, e non di un Uomo e una Donna adulti. I simboli si riferiscono solo a maschio e femmina bipedi (Semantography pag. 112).

L'IMPORTANZA DEI CARATTERI LINEARI

La base di questo Linguaggio simbolico risulta così costituita:

- 11 caratteri lineari

- 24 simboli internazionali

- 6 simboli arbitrari

8 simboli grafici

Questi segni in particolare quelli costruiti con i caratteri lineari, possono rappresentare facilmente quasi tutti i significati "...Qui è necessaria una pausa per riconsiderare ciò che è stato detto all'inizio di questo Paragrafo.

Questa Scrittura geometrica usa caratteri lineari, semplici linee, che possono essere combinate insieme in diverse posizioni per creare differenti significati, nello stesso modo con cui possiamo mettere insieme le lettere dell'alfabeto per formare migliaia di significati. Ma le lettere composte non indicano in modo intrinseco ciò a cui si riferiscono, mentre un profilo lo fa. Per questa ragione una linea di profilo, semplice o composta, può servire come simbolo per qualunque Linguaggio, mentre la composizione in lettere fonetiche di una stessa parola è differente in ogni lingua. Se si dice che le 26 lettere dell'alfabeto possono essere usate per produrre migliaia di composizione, si può ugualmente dire che i caratteri lineari possono essere usati per produrre altrettante composizioni, con cui indicare in modo migliore e più veritiero i significati. I precedenti 19 simboli che rappresentavano il quadrante dell'orologio, una casa, il sole, una lettera, un coltello, una ruota, eccetera, non sono altro che composizioni dei caratteri lineari. Ma perché 11? Se si osservano bene si potrà notare che dieci di loro si riducono ad una piccola linea, posta in diverse posizioni, oppure curvata.

Si potrebbe forse dire che la maggior parte dei simboli di semantografia (ad eccezione dei 6 simboli arbitrari e dei 24 simboli già usati in ambito internazionale) sono semplici composizioni di linee scritte con il Carattere lineare posizionato diversamente? Si, è possibile, perché semantografia è soprattutto una Scrittura geometrica, e noi abbiamo imparato dai tempi della Scuola a Scrivere con i caratteri lineari, e comporre differenti significati, come per esempio:

Tutti questi significati sono composti con un unico Carattere lineare posizionato diversamente, e come già abbiano fatto a Scuola, così faremo anche in semantografia, scriveremo sotto il relativo significato. Inoltre questa logica può essere ampliata, usando il Carattere lineare e il punto si possono, per esempio, comporre i seguenti specificati.

Per i primi quattro sono stati usati 2 caratteri lineari (punto e linea); per dentro e fuori, sono stati usati ancora gli stessi caratteri linea e punto, ma in numero maggiore e con differenti posizioni.

Si utilizza così il Carattere lineare 4 volte per Scrivere chiuso e se ne toglie uno per aperto.

UN Linguaggio UNIVERSALE PER COMUNICARE - ASPETTI METODOLOGICI -

Si può quindi legittimamente formulare il seguente ragionamento: quando si usa il Carattere lineare in posizioni diverse per disegnare il profilo delle cose, in modo semplice e schematico, si può considerare questa linea congiungente come una procedura simile alla concatenazione delle lettere dell'alfabeto, ma in modo più vantaggioso, perché i caratteri lineari sono indipendenti da qualsiasi Linguaggio e spesso autoesplicativi..." (Semantography pag. 117).

Come si è potuto osservare. con pochi segni Bliss è riuscito a costruire un Linguaggio. Pianificato, Artificiale nella sua realizzazione. ma naturale nell'interpretazione del suo Autore, per l'origine e provenienza dei simboli.

Questo Linguaggio facilmente collegabile agli aspetti reali delle cose è stato determinante nell'ambito di un recupero comunicativo.

Va sottolineato che in un Lavoro finalizzato alla comunicazione, la difficoltà non è tanto quella di Insegnare il codice, quanto di far evolvere il Disabile verso una consapevolezza comunicativa.

Per coloro che già hanno maturato a livello personale la scelta di utilizzare un sistema alternativo, o che comunque una volta in grado di capire i vantaggi di una comunicazione più immediata si fanno carico dei costi (fisici e psicologici) che un modo diverso di parlare comporta, questo problema non sussiste, o quantomeno è superabile. Ma con i bambini piccoli con le persone affette da ritardo mentale, con gli adulti afasici questo non avviene in modo cosi automatico.

Per cause diverse, inerenti al soggetto stesso o al suo Ambiente può manifestarsi un rifiuto per lo strumento, o un'incapacità a capire il senso dell'Acquisizione dei simboli (non tanto cosa imparare, ma perché).

Per cercare di superare questo problema, quando esso si presenta, sono state messe a punto specifiche modalità d'intervento per consentire all'utente di effettuate un Lavoro che abbia subito un senso, una finalità. L'apprendimento di simboli e o figure deve quindi risultare marginale. La loro visualizzazione deve soprattutto sottolineare graficamente un significato o un'esperienza particolarmente pregnante per il soggetto stesso.

Quanto più i segni (figure o simboli) sono vicini alla sua esperienza reale, tanto più li può Riconoscere e gli aspetti analogici dei simboli Bliss facilitano questo collegamento.

Soprattutto con le persone con ritardo mentale questo è stato molto importante.

Una volta intuito un significato o un argomento di loro interesse, anche se molto semplice e primitivo, questo veniva esplicitato e ampliato dall'operatore non solo verbalmente, ma soprattutto graficamente. Ciò che essi avevano lasciato intravedere da un gesto, un'espressione, un Suono, uno sguardo, veniva loro restituito in una più esplicita forma sonora e da disegni, o segni, che riproducevano il senso delle parole. L'operatore fungeva come da cassa di risonanza al piccolo input che essi avevano inviato. Questo Lavoro di significare anche con una traccia Grafica, simbolica o pittorica, ciò che li riguardava, li rendeva sempre più partecipi. Tutto ciò che veniva disegnato, veniva raccolto e conservato in una Cartella personalizzata che ognuno poteva utilizzare per far vedere e conoscere agli altri le proprie esperienze. Potevano avere una sorta di diario scritto che fungeva da comunicatore.

L'aspetto più eccitante di questo Lavoro poteva sembrare l'investimento emotivo che i ragazzi hanno dimostrato nei confronti di questi diari: anche quelli che sembravano più abulici, meno interessati, non tolleravano infatti di separarsi dalle rappresentazioni cartacee delle loro esperienze, ed era evidente la loro identificazione con quei disegni; ma il cambiamento più importante è consistito nella loro evoluzione verso una consapevolezza comunicativa; il vedersi rappresentati nelle loro esperienze quotidiane, piuttosto che in certi avvenimenti particolari, li ha spinti a voler esprimersi meglio, a voler raccontate di sé e a proporre argomenti nuovi. Allora i simboli, o le figure utilizzate, hanno cominciato ad avere una funzione realmente comunicativa: erano un tramite necessario per indicare ciò che volevano o che avevano fatto. E i simboli Bliss sembravano facilitare tutto questo perché potevano essere collegati al senso delle loro esperienze.

Qualcuno ha cominciato addirittura a Scrivere di propria iniziativa i simboli, sia manualmente (ci si riferisce in questo caso a soggetti senza problemi motori), sia con l'Ausilio dei Computer, conquistando anche un'Autonomia comunicativa Grafica.

Questo bisogno di lasciare una propria traccia Grafica è emerso dopo aver verificato non solo che avevano delle cose da dire, ma anche che gli altri potevano e sapevano Ascoltare.

La riflessione metodologica sulle modalità di apprendimento riguardava quindi, non tanto l'insegnamento dei simboli, quanto come far evolvere la consapevolezza del loro utilizzo. Il Lavoro aveva intatti dimostrato che anche soggetti con grossi deficit intellettivi non avevano difficoltà a Riconoscere ed imparare i simboli se questi venivano collegati al senso delle loro esperienze.

Si era inoltre potuto constatare che quando un soggetto, impossibilitato a comunicare con il Linguaggio (scritto e o parlato), riesce a inserirsi in un reale contesto comunicativo, cercherà spontaneamente di utilizzare tutti gli aspetti multimodali di cui dispone per potersi esprimere e quindi anche quello che gli consente di lasciare una traccia Grafica.

L'Uomo mette in atto per comunicare, fin dai tempi della preistoria, un processo multimodale: corporeo, fonetico, grafico (come dimostrano i numerosi graffiti ritrovati nelle grotte). Questo bisogno di significarsi con la traccia Grafica, evolutasi poi in Scrittura, risulta essere una delle modalità espressive privilegiate dall'Uomo, quale rappresentazione permanente di sé.

Anche se il codice e l'aspetto formale dei messaggi sono diversi o riduttivi rispetto al Linguaggio Sociale usuale, egli può comunque rappresentare il proprio pensiero e venire riconosciuto come soggetto pensante.

---

Il Documento Le Moli al Gruppo di Lavoro AIPA

come postato sulla lista di discussione UicTech, cioè preceduto da miei commenti e sottolineature.

To: uictech@egroups.com

date: 4 apr. 2001

Subject: aipa: proposta di integrazione al Documento.

qui di sotto trovate un lungo Documento mandatomi dal prof. Gesualdo Le Moli del dipartimento di elettrotecnica e Informazione presso il Politecnico di Milano.

Il prof. Le Moli fa parte del gruppo di Lavoro "disabilità e Tecnologia Informatica nella P.A. presso l'AIPA, e propone le sue integrazioni al Documento sul sito dell'AIPA "strumenti per migliorare la accessibilità", frutto sostanzialmente della elaborazione di Paolo Graziani e di Flavio Fogarolo.

È sicuramente un Documento troppo lungo ma vi sottolineo gli aspetti che ho trovato più interessanti.

- Ci sono dati sulla distribuzione dei disabili in Europa, aggregati per categorie;

- C'è il collegamento con gli studi di Intelligenza Artificiale, in quanto il rapporto Le Moli si basa anche sulla quindicinale sperimentazione del prof. Somalvico, ordinario di Intelligenza Artificiale che da 15 anni sperimenta insieme alla psicologa dott.ssa Gava, sull'uso di sistemi e di tecnologie informatiche per il recupero e la riabilitazione di disabilità cognitive come l'afasia;

- Viene proposta una spiegazione del fatto che i non vedenti hanno espresso una maggiore coscienza e conoscenza del problema accessibilità;

- Viene delineata una idea che ho già adombrato nel messaggio Johnathan circa la necessità di costruire una rete capillare di Assistenza sul territorio che permetta ai servizi di andare a cercare gli utenti nelle case e non viceversa;

- Interessante riferimento ai linguaggi iconici come questo bliss.

Ricordo che il delegato UIC a tale gruppo di Lavoro, promossosi a Direttore Responsabile della “Famhohohohohohsa” Rivista Informatica dell'uic, ha limitato i suoi preziosi interventi a chiamare il cane: "bobby! Bobby!".

Buona Lettura. e ciao

Donato

---

Date: Sun, 18 Mar 2001 19:02:21 +0000

From: Gesualdo Le Moli

Organization: Politecnico di Milano

To: Do.Taddei@agora.stm.it

Subject: ho rifatto il mio file

Caro Taddei, Le mando i due files. Speriamo che uno almeno vada bene Saluti e arrivederci a presto.

Gesualdo Le Moli

PROPOSTA DI INTEGRAZIONE DEL Documento

GRUPPO B

STRUMENTI PER MIGLIORARE L'ACCESSIBILITÀ

A CURA DI ALDO LE MOLI

PROFESSORE ORDINARIO DI ELETTROTECNICA

DIPARTIMENTO DI Elettronica E Informazione

Politecnico DI MILANO

27.02.2001

INDICE

1. INTRODUZIONE

2. DISABILITÀ, ANZIANITÀ E SVANTAGGIO

3. REQUISITI DELL'INDIVIDUO Disabile

4. LIMITAZIONI E DISAGI

4.1 Natura delle Limitazioni e dei Disagi

4.2 Limitazioni Motorie

4.2.1 Premessa

4.2.2 Menomazioni degli arti inferiori

4.2.3 Menomazioni degli arti superiori

4.3 Limitazioni Sensoriali

4.3.1 Premessa

4.3.2 Minorazione della vista

4.3.3 Minorazione dell'Udito

4.3.4 Minorazione della parola

4.4 Limitazioni Intellettive

4.4.1 Premessa

4.4.2 Menomazione mentale

4.4.3 Menomazione della comprensione linguistica

4.5 Altre Limitazioni

4.6 Disagi Legati all'Anzianità

4.6.1 Premessa

4.6.2 Le cause del disagio

4.6.3 I provvedimenti per alleviare il disagio

5. RECUPERO FUNZIONALE MEDIANTE GLI AUSILII

5.1 Premessa

5.2 Recupero nell'Area Cognitiva

5.3 Recupero nell'Area Sensoriale

5.4 Recupero nell'Area Motoria

5.5 Potenzialità di Successo

5.6 Riabilitazione e Miglioramento della Qualità della Vita

6. RIABILITAZIONE DEGLI AFASICI CON IL Metodo BLISS

7. CONCLUSIONI

1. INTRODUZIONE

Da circa un semestre, l'autore di questo rapporto, che da alcuni anni è portatore di una parziale disabilità afasica, in fase di progressiva riabilitazione, ha iniziato una collaborazione strutturale con il collega prof. Marco Somalvico, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale e collega nello stesso Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, nel quale l'autore di questo rapporto opera.

La collaborazione è stata motivata dalla richiesta, avanzata all'autore dal prof. Somalvico che, nella sua qualità di Delegato del Rettore, come previsto dalla Legge 28.01.99 n. 17, è responsabile delle attività volte a favorire lo Studio degli allievi disabili, e di conseguenza anche la Didattica dei docenti disabili nonché la gestione, l'organizzazione e l'amministrazione del personale non docente Disabile, al Politecnico di Milano.

La richiesta, rivolta dal prof. Somalvico, è stata formulata con il fine di favorire l'attività che l'autore ha svolto e svolge, nell'ambito della specifica Agenzia preposta a tali finalità, l'AIPA, per quanto riguarda la promozione dei soggetti disabili nella Pubblica Amministrazione, incardinando tale promozione sulle potenzialità offerte dalle tecnologie dell'Informazione e della comunicazione.

La collaborazione che l'autore ha svolto, rispondendo attivamente alla richiesta del prof. Somalvico, prevede di adottare, anche presso il Politecnico di Milano, in quanto possibile Caso di Studio, le soluzioni che l'AIPA intenderà adottare per conseguire le strategie di Ausilio informatizzato ai disabili operanti nella Pubblica Amministrazione.

Si precisa, infatti, che le sperimentazioni che l'AIPA potrebbe attivare anche presso il Politecnico di Milano, permetteranno, sia di agevolare l'accesso allo Studio da parte degli studenti, sia di migliorare l'efficacia Didattica e scientifica del personale docente Disabile, sia di rafforzare l'efficacia gestionale, organizzativa ed amministrativa del personale non docente Disabile.

Si sottolinea l'importanza strategica di queste prospettive realistiche anche alla luce dell'impegno di un esempio di Struttura Individuale della Pubblica Amministrazione, quale il Politecnico di Milano certamente è, rafforzandone la rilevanza alla luce del Diritto dovere che ogni Struttura Individuale ha nell'assistere e seguire le varie fasi di riabilitazione che si rendono necessarie per il proprio personale, sai Disabile "ex tunc" al momento dell'assunzione, sia Disabile "ex nunc" all'insorgere di eventi disabilitanti.

Questo rapporto, infine, è basato anche sull'attività di indagine e di sperimentazione che l'autore ha avuto con il Gruppo di Ricercatori denominato Progetto di Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano, che opera nel Dipartimento di Elettronica e Informazione, sotto la direzione del prof. Somalvico.

La collaborazione con il prof. Somalvico, attivo nella Ricerca sulla domotica ed autore di alcuni lavori in questo settore, ha permesso all'autore di questo rapporto di individuare una serie di informazioni tecniche, esposte nelle successive sezioni, che vengono illustrate al fine di indicare l'opportunità di irrobustire ed ampliare il Documento "Gruppo B. Strumenti per Migliorare l'Accessibilità".

Questa collaborazione si è concretizzata con una intensa e continuativa interazione, tuttora attiva, con la dott.ssa Luisa Gava, psicologa, Collaboratrice del Progetto di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano, che è Rappresentante Ufficiale dell'Italia nell'Organismo Internazionale di Toronto, Canadà, che è preposto alla normativa ed alla diffusione del Metodo BLISS.

L'autore di questo rapporto ha, personalmente, verificato, anche in base all'impiego diretto che ha da tempo avviato e tuttora esercita con progressivi ed interessanti risultati positivi, l'efficacia offerta dall'adozione del Metodo BLISS.

Sono state, pertanto, sperimentate con lusinghieri progressi, le moderne potenzialità che tale Metodo offre nei confronti di numerose categorie di disabili afasici, anche in base all'impiego di un sistema informatico, realizzato dal Progetto di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano, che è stato sviluppato, congiuntamente, negli scorsi quindici anni, congiuntamente dal prof. Somalvico e dalla dott.ssa Gava, insieme a numerosi laureandi tesisti del Politecnico di Milano.

In conclusione, lo scopo di questo rapporto, come si evince chiaramente dal titolo, è quello di formulare una proposta di integrazione del Documento citato.

Precisamente, la proposta si articola nelle seguenti modifiche:

1. Aggiungere dopo la Sezione 3. Principi ispiratori, e prima della Sezione 4. Linee Guida e criteri per l'accessibilità dei siti Web, le seguenti nuove Sezioni:

a. Sezione 4. Disabilità, anzianità e svantaggio (una possibile stesura di tale Sezione 4 è riportata nella omonima Sezione 2 di questo rapporto);

b. Sezione 5. Requisiti dell'individuo Disabile (una possibile stesura di tale Sezione 5 è riportata nella omonima Sezione 3 di questo rapporto);

c. Sezione 6. Limitazioni e disagi (una possibile stesura di tale Sezione 6 è riportata nella omonima Sezione 4 di questo rapporto);

d. Sezione 7. Recupero funzionale mediante gli ausili (una possibile stesura di tale Sezione 7 è riportata nella omonima Sezione 5 di questo rapporto);

2. Modificare la numerazione delle Sezioni attuali 4, 5, 6, che diventerebbero le Sezioni 8, 9, 10;

3. Aggiungere, dopo l'Allegato 4. Definizione e regole di accessibilità del Software, un nuovo Allegato 5. Riabilitazione degli afasici con il Metodo BLISS (una possibile stesura di tale Allegato 5 è riportato nell'omonima Sezione 6 di questo rapporto);

4. Infine togliere dal testo attuale del Documento tutte le espressioni che tendono ad escludere l'estensione degli ausili informatici anche alle disabilità connesse con l'afasia.

2. DISABILITÀ, ANZIANITÀ E SVANTAGGIO

"Noi non adottiamo il termine “indipendente” per indicare il fatto che qualcuno possa fare ogni cosa da solo per se stesso, ma per individuare qualcuno che abbia assunto il controllo della propria esistenza e che possa scegliere il modo con cui regolarla: è questa la normale accezione che permette di distinguere un abile da un non abile, sia per "anzianità", che comporta l'assenza di abilità dovuta alla senescenza, sia per "disabilità", intesa come l'assenza di abilità, o congenita dalla nascita, od acquisita per ragioni traumatiche o patologiche.

La conseguenza esterna di un danno, congenito o patologico, di Natura Fisica, psichica, sensoriale o motoria, è normalmente indicata con il termine disabilità, mentre si intende che la condizione propria dell'anzianità comporta, in modo progressivo, anche se inizialmente molto blando, il graduale insorgere di danni di Natura Fisica, psichica, sensoriale o motoria.

La dizione "Handicap", termine inglese per "svantaggio", deriva dalla prassi, adottata nelle gare di ippica in Inghilterra, di obbligare il fantino, che cavalcava un Cavallo dotato di qualità superiori, a gareggiare portando la mano sinistra (hand) a contatto con la visiera del proprio cappellino (cap), onde, dato l'evidente svantaggio di questa postura, equilibrare le prestazioni offerte rispetto a quelle possedute dai concorrenti.

Uno svantaggio insorge qualora la disabilità interferisca nelle aspettative della persona condizionando qualche aspetto della vita quotidiana.

Nella Prevenzione degli svantaggi conseguenti all'anzianità od alla disabilità concorrono in modo determinante due fattori esterni:

1. il miglioramento della fruibilità dell'Ambiente tenendo conto delle esigenze imposte dalla disabilità;

2. l'adozione di appositi strumenti, detti ausilii, che sono concepiti per consentire alla persona Disabile di fare ciò che altrimenti non potrebbe, oppure di farlo con minore sforzo o dispendio di energia, oppure di farlo in modo più sicuro o psicologicamente più accettabile.

Entrambi i fattori offrono un contributo determinante al recupero dell'Autonomia intesa come capacità di svolgere attività corrispondenti alle proprie aspettative.

Per chi sperimenta disabilità molto gravi può essere illusorio parlare di Autonomia nel senso concepito da una persona dotata di normali funzionalità: egli conosce esattamente i suoi limiti, sa che esistono diversi gradi di Autonomia ed è conscio che il passaggio ad un grado di Autonomia superiore rappresenta in ogni caso un fatto con importantissime conseguenze nelle proprie relazioni, nella propria vita e nelle proprie scelte, eliminando una parte di dipendenza da un'altra persona ed aumentando la propria libertà decisionale.

Gli ausilii di comunicazione e di controllo ambientale possono offrire un contributo fondamentale al raggiungimento di due seguenti aspetti dell'Autonomia personale:

1. la comunicazione, ossia la possibilità di esprimere ad altre persone il proprio pensiero in modo che esso venga recepito esattamente e con naturalezza da parte dell'interlocutore;

2. il controllo del proprio Ambiente di vita quotidiana, ossia la possibilità di gestire in base alle proprie decisioni i mezzi domestici che gli occorrono per svolgere determinate attività e per utilizzare il tempo in modo corrispondente alle proprie aspirazioni.

Spesso non è possibile operare una divisione rigida tra i sistemi di controllo d'Ambiente e di comunicazione: in molti casi le due funzioni si integrano ed in ogni caso l'approccio tecnologico è identico.

3. REQUISITI DELL'INDIVIDUO Disabile

Allo scopo di precisare le specifiche di un sistema informatico e rendere tale sistema oggettivamente fruibile, è opportuno analizzare le caratteristiche dell'utente potenziale, individuare le sue necessità, verificare a posteriori l'effettiva utilità delle proposte avanzate.

L'Orientamento all'utente costituisce, quindi, il cardine delle specifiche progettuali di un sistema informatico, in quanto prescindere da questo invaliderebbe qualsiasi speculazione tecnologica e renderebbe inutilizzato l'oggetto prodotto.

Si parla spesso di "persone con particolari necessità: con questo non si vuole intendere particolari necessità di comunicazione con l'Ambiente, bensì necessità di speciali mezzi, strumentazioni e servizi, per colmare i normali bisogni di comunicazione.

Il nostro tempo si sta configurando sempre più come il tempo della comunicazione globale: le risorse tecnologiche a disposizione sembrano azzerare i limiti tradizionali delle attività umane.

È assolutamente necessario, però, che i vantaggi arrivino a tutti, che tutti possano usufruire dell'abbattimento ditali barriere e perché ciò si verifichi occorre uno sforzo di Carattere culturale che riconosca pari opportunità per tutti.

È dunque necessario definire, in termini operativi, il rapporto tra alcuni tipi di svantaggi ed il possibile aiuto che può derivare da opportuni ausilii.

L'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Word Health Organization, WHO) nel 1980 ha suggerito le seguenti definizioni:

1. menomazione: perdita anomala di funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche;

2. disabilità: qualsiasi restrizione o mancanza dell'abilità, derivante da una menomazione, di svolgere un'attività nel modo o entro i limiti ritenuti normali per un essere Umano;

3. svantaggio (Handicap): condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità, che limita o impedisce l'adempimento di un ruolo normale (in dipendenza dell'età, del Sesso e dei fattori sociali e culturali) per quell'individuo;

4. menomazioni e disabilità possono essere temporanee o permanenti, reversibili o irreversibili, progressive o regressive.

È evidente dalle definizioni, che uno svantaggio è il risultato sia di menomazioni che di condizioni ambientali.

Se le barriere vengono rimosse, la persona resterà danneggiata ma non necessariamente svantaggiata.

Il grado di svantaggio può variare significativamente da soggetto a soggetto e può avere diverse connotazioni.

Due sono le connotazioni principali:

1. quella di svantaggio strettamente ed unicamente fisico che lascia integre le competenze mentali;

2. quella di svantaggio mentale, che può associarsi a minorazioni fisiche.

Uno svantaggio unicamente fisico consiste in un impedimento funzionale che impedisce, per così dire, meccanicamente l'effettuazione di prestazioni per le quali il soggetto ha una normale dotazione potenziale sotto il profilo intellettivo, ovvero della progettazione, della comprensione e dell'elaborazione.

Tale condizione presenta spesso un significato diverso nell'adulto rispetto al bambino, specialmente se la minorazione Fisica è presente fin dalla nascita.

Infatti, mentre l'adulto che ha subito una menomazione Fisica mantiene intatta la Dimensione mentale, il bambino, non potendo fare in modo adeguato le necessarie esperienze fisiche (motorie e sensoriali), deriva dal proprio stato patologico un impedimento, talora grave, anche nei confronti dell'evoluzione mentale.

In molti casi, però se ad essere colpito è il sistema nervoso, come ad esempio per menomazioni neuromotorie, viene compromessa una serie di competenze che, modeste nelle prime fasi dello sviluppo, possono sensibilmente aggravarsi se non sono corrette, modificate, facilitate.

Alcuni di questi soggetti subiscono uno strano destino per quanto concerne l'assetto del loro sviluppo: le potenzialità intellettive sono buone, ma l'impossibilità di attuarle determina una serie di inconvenienti secondari, anche di Natura psichica, che alla fine si traducono in uno stato più grave di quanto sarebbero obbligati dalla Natura della loro patologia.

In questi casi una particolare importanza acquistano tutte quelle soluzioni che possono permettere l'esercizio di tali competenze: tale intervento, rivolto non tanto alla struttura della menomazione quanto alla sua disfunzionalità, consiste soprattutto in procedure di facilitazione.

Giustamente alcuni autori nordamericani lo definiscono come “processo di abilitazione”, in quanto non riabilita la disabilità, ma permette di evitarne le conseguenze.

Abilitare significa eliminare barriere, semplificare procedure, facilitare, insomma mettere il soggetto, con tutti i suoi esiti minorativi, in condizione di espletare un compito che le sue sole forze non saprebbero condurre a termine.

Abilitare non equivale a guarire: la situazione resta qual è, ma i suoi deficit possono essere, più o meno brillantemente, aggirati e così superati.

È il caso, ad esempio, di uno svantaggiato motorio che, non potendo usare le mani, può con l'aiuto di appositi ausilii capaci di mettersi in moto con un impulso Vocale o di altro tipo, far muovere varie apparecchiature domestiche.

In questo campo molto è già stato fatto ed ancora più verrà realizzato: si tratta infatti di una questione puramente tecnologica ed un sistema informatico offre, infatti, la presenza di un numero cospicuo di questi strumenti.

Ben diversa è la situazione che si presenta quando lo svantaggio concerne la sfera mentale.

In tal caso ad essere inficiata è la Dimensione che deve presiedere la Programmazione.

È evidente che, in questo caso, non si tratta di "abilitare", bensì di "riabilitare", ossia di modificare la linea di sviluppo, attivando certe competenze da un lato ed evitando la cascata di conseguenze negative dall'altro.

4. LIMITAZIONI E DISAGI

4.1 Natura delle Limitazioni e dei Disagi

La realtà delle persone disabili ed anziane, lungi dal costituire una Dimensione uniforme, si sfaccetta in una lunga serie di situazioni e di condizioni diverse, soprattutto in rapporto all'esistenza o meno di una compromissione dell'Intelligenza.

L'analisi che segue è d'obbligo per capire come sia più che mai necessario offrire a queste persone oltre ai mezzi necessari per la comunicazione anche gli ausilii indispensabili per recuperare Autonomia nella vita quotidiana e capacità produttiva in campo lavorativo.

Se ciò è compito dell'ingegneria per la riabilitazione e dei suoi sviluppi applicativi, è anche vero che si rende necessario un tentativo di connessione tra la parte strettamente ingegneristica e quella che coinvolge lo Studio ed il trattamento delle disabilità nel senso più strettamente medico del termine, per focalizzare l'attenzione sulle limitazioni funzionali provocate dalla disabilità, e quindi sulle possibilità di Ausilio per superare queste limitazioni.

È evidente che le limitazioni funzionali che possono essere considerate siano numerosissime, così come la loro Natura può essere la più disparata.

Infatti diversi fattori quali il numero, la localizzazione, l'origine (cioè le patologie che le provocano), l'esordio (la prima comparsa dei sintomi), la prognosi e la gravità dell'evento condizionano il grado di disabilità e di conseguenza la possibilità di una vita normale.

Si farà quindi riferimento al termine menomazione per intendere qualsiasi limitazione funzionale, sia di Natura Fisica che intellettiva, che impedisca lo svolgimento di normali azioni in Ambiente domestico.

Le Nazioni Unite stimano che il numero di disabili sia intorno al 10% della popolazione di tutti i Paesi, anche se esiste una grande varietà nell'incidenza del fenomeno nei diversi Paesi.

Analoga disuniformità si ritrova nei provvedimenti e negli impegni adottati da ciascuna nazione.

Le stime statistiche riportate risalgono al 1991 e sono tratte da un importante Studio condotto dalla Comunità Europea, conosciuto come COST 219 (European Cooperation in the Field of Scientific and Technical Research).

4.2 Limitazioni Motorie

4.2.1 Premessa

Le limitazioni funzionali motorie impediscono in maniera più o meno grave od ostacolano in modo totale il movimento all'interno del proprio Ambiente domestico. Per esempio una persona con paraplegia agli arti inferiori (paralisi degli arti) costretta su una sedia a rotelle è limitata nei suoi movimenti in primis a causa dell'ingombro notevole della carrozzina, poi dagli ostacoli che può incontrare all'interno dell'Ambiente come la difficoltà di accesso ai servizi, barriere architettoniche (dislivelli, gradini), impossibilità di reazioni rapide.

Se poi alla paralisi degli arti inferiori si aggiunge quella degli arti superiori (condizione di tetraplegia) la situazione si aggrava: non vi è la possibilità di comunicare con l'esterno tramite apparecchi convenzionali, difficoltà di accesso e mobilità interna all'appartamento, impossibilità di usufruire dei comuni servizi di supporto della casa, ecc.

4.2.2 Menomazioni degli arti inferiori

Una funzionalità ridotta delle gambe e dei piedi implica la dipendenza da una sedia a rotelle o da un altro tutore (stampelle o Bastone) per camminare.

I problemi principali per soggetti in carrozzina riguardano, quindi, l'accesso agli spazi e l'altezza dei piani di Lavoro.

Coloro che usano tutori riescono a spostarsi su brevi distanze ma e opportuno che dispongano di ambienti attrezzati in cui tutto sia raggiungibile con pochissimi spostamenti.

Le stime per la popolazione affetta da tale minorazione è dello 0,4 - 0,6% per coloro che sono su sedia a rotelle, 6 - 7% per coloro che usano i tutori.

4.2.3 Menomazioni degli arti superiori

Menomazioni delle braccia e delle mani possono essere dovute alla mancanza o alla ridotta abilità di un arto.

Per persone che hanno perso entrambi le braccia, il movimento e la pressione di oggetti è spesso impossibile e deve essere rimpiazzata da altri metodi, per esempio mediante una bacchetta nella Bocca.

Questo non inficia la comunicazione in se ma genera notevole difficoltà nell'uso di una grande quantità di strumentazioni.

Soggetti che hanno perso l'uso di un solo arto, trovano grande difficoltà con gli strumenti che richiedono l'uso simultaneo di entrambi le mani, come ad esempio la pressione simultanea di due tasti di una Tastiera, se troppo estesa.

Per persone che non possono muovere indipendentemente le dita, tutte le abilità motorie fini sono inficiate.

Per loro è molto difficile utilizzare tastiere o girare pagine e la mancanza di forza e di coordinamento muscolare, come per i distrofici, compromette le possibilità di controllo e di manipolazione degli oggetti.

Le percentuali europee per quanto riguarda le persone che non possono usare le dita è lo 0,2%, che non possono usare un braccio lo 0,2%, che presentano una forza muscolare ridotta il 3 - 4%, una ridotta coordinazione nel movimento il 2%.

4.3 Limitazioni Sensoriali

4.3.1 Premessa

Non meno gravi sono le limitazioni sensoriali, specialmente a carico dell'apparato visivo ed uditivo.

Infatti ipovedenti e non vedenti incontrano difficoltà alla deambulazione perché ogni minima variazione spaziale dell'Ambiente può risultare pericolosa perché non avvertita, così come la risposta a stimoli visivi di Emergenza risulta impossibile.

I non udenti hanno difficoltà ovvie di risposta a stimoli uditivi, sia di Emergenza (allarmi, ecc.) che di altro tipo e, se si aggiunge a questa condizione il mutismo, il quadro si complica notevolmente.

4.3.2 Minorazione della vista

In termini medici, una minorazione della vista può essere intesa come la totale perdita della vista o la ridotta capacità dì percezione della luce e dei colori.

La definizione classica di cecità è un'acutezza visiva di 6/60 o meno nel migliore Occhio con la correzione ottima, o un'acuità anche migliore di 6/60 se il più ampio diametro del campo visivo sottende un angolo non più grande di 20 gradi.

Questo significa che una persona cieca vede a 6 metri di distanza ciò che una persona con una vista normale vede a 60 metri o che il campo visivo è così ristretto che solo un'area molto limitata può essere vista nello stesso momento.

Bisogna notare però che il difetto visivo non si connota solo rispetto all'acuità visiva ma ha una vasta gamma di manifestazioni che vanno dalla limitazione del campo, cui si è accennato, alla deformazione dell'Immagine, l'abbagliamento, la difficoltà di focalizzare oggetti vicini e lontani, la cecità notturna e cosi via.

La cecità implica una totale o quasi totale perdita della capacità di distinguere la forma.

Una vista parziale implica la capacità di utilizzare alcuni aspetti della percezione visiva, ma con una grande dipendenza dalle informazioni ricavate con altre modalità, in particolare tatto ed Udito.

Le stime europee del fenomeno riportano lo 0,2% della popolazione complessiva, per i ciechi, e il 2% per gli ipovedenti.

L'incidenza di tutti i tipi di minorazioni della vista aumentano considerevolmente con l'età.

Meno del 10% dei non vedenti è sotto i 20 anni, mentre quasi il 50% è sopra i 65 anni.

Inoltre persone con più di 40 anni necessitano di una luce più intensa e di maggiore contrasto e questo fenomeno aumenta drammaticamente tra i 40 e i 60 anni.

Problemi legati all'Orientamento ed alla mobilità sono una conseguenza della mancanza della vista.

4.3.3 Minorazione dell'Udito

La minorazione dell'Udito implica una totale o parziale perdita della capacità di percepire informazioni acustiche.

Il difetto può riguardare tutto lo spettro delle frequenze (250 - 4000 Hz) oppure solo alcune.

La sordità è definita come una perdita media della capacità uditiva superiore a 92 dB nel campo del parlato.

Tra i 70 - 90 dB si hanno seri problemi di Udito, mentre con una perdita tra i 50 - 70 dB vi sono moderati problemi, e, infine, con meno di 20 dB si può ritenere di possedere un Udito normale.

L'età di inizio della minorazione è importante per lo sviluppo del Linguaggio: una persona nata profondamente sorda o diventata sorda in età prelinguistica, dipende prevalentemente dalla comunicazione visiva per Acquisire parola e Linguaggio e spesso usa linguaggi simbolici.

È utile distinguere tra non udenti che posseggono un Linguaggio intellegibile e coloro che non ne hanno.

Anche se il Linguaggio parlato non è tutto un prerequisito per imparare a Leggere, esso facilita enormemente l'Acquisizione della Lettura e della Scrittura.

Per coloro che diventano non udenti, dopo aver imparato a parlare, è molto difficile controllare il volume della propria Voce.

Anche se non si presentano problemi per la Lettura, il vocabolario si impoverisce a causa della ridotta frequentazione con la lingua parlata.

La capacità di Ascoltare non necessariamente equivale all'abilità di capire ciò che viene detto.

La percentuale di sordi profondi, rispetto alla totalità della popolazione europea, è dello 0,1 - 0,2%, mentre il 12 - 15% ha seri problemi di Udito.

4.3.4 Minorazione della parola

La minorazione della parola si riferisce a qualsiasi riduzione delle capacità di una persona di usare il parlato in modo funzionale ed intellegibile.

Può riguardare il parlato in generale o solo alcuni aspetti.

La popolazione che non riesce a parlare comprensibilmente, a livello Europeo, è stimata intorno allo 0,4%.

Il difetto della parola può essere dovuto a diversi fattori: può essere causato da problemi di sviluppo (disfasia), o da parlato distorto dovuto alla mancanza del controllo muscolare (disartria).

Può essere acquisito, come per esempio la perdita dell'espressività linguistica (afasia espressiva) causata da trauma o tumore cerebrale, o per la rimozione della laringe (laringectomia).

L'intellegibilità del parlato può avere vari gradi: spesso i familiari riescono a comprendere grazie alla ripetitività di certe distorsioni linguistiche.

Esistono poi i problemi di balbuzie che si verificano solo in alcune situazioni e non in altre.

4.4 Limitazioni Intellettive

4.4.1 Premessa

Le limitazioni funzionali a carico delle funzioni intellettive possono essere molteplici (disturbi della parola, del Linguaggio, della coordinazione del pensiero, ecc.), tali da ridurre notevolmente i livelli di comunicazione, attenzione e risposta agli stimoli esterni.

4.4.2 Menomazione mentale

Le persone con disturbi mentali costituiscono un gruppo notevolmente diverso dai precedenti, poiché possono presentare una vasta gamma di difetti sensoriali, motorii e cognitivi.

Esse tendono ad una manualità più lenta e ad una comprensione delle istruzioni e del Linguaggio più ridotta.

Per gli scopi del presente Lavoro, questi soggetti verranno considerati quando presentano minorazioni multiple.

4.4.3 Menomazione della comprensione linguistica

Consiste in una perdita o riduzione della capacità di comprendere il Linguaggio, spesso connesso ad un più generale problema intellettivo.

Diversi problemi al sistema nervoso centrale comportano disordini di tipo linguistico.

In alcune condizioni è coinvolta solo la funzione del Linguaggio, mentre in altre risultano compromesse più funzioni intellettive: questo è, ad esempio, il caso dell'Autismo.

Tale difetto può essere legato allo sviluppo oppure acquisito: da questo dipende la capacità di esprimersi del soggetto.

Molte persone con problemi di comprensione, sono capaci di comunicare meglio attraverso segni visivi che parlati.

Essi utilizzano segni manuali o speciali sistemi simbolici (per esempio il Bliss, il Rebus), ma il vocabolario può essere drasticamente limitato.

Per soggetti con disturbi anche mentali, non solo la comunicazione ma anche l'Addestramento all'uso di strumentazioni speciali può essere ostacolata.

L'incidenza del fenomeno è stimata intorno all'1% della popolazione europea.

4.5 Altre Limitazioni

Le categorie cui si è accennato coprono un ampio spettro delle minorazioni e disabilità.

Esistono comunque difetti fisici che non possono essere compresi nelle categorie precedenti.

Per esempio le persone costrette a letto temporaneamente o permanentemente hanno problemi ben diversi rispetto ad una persona in carrozzina.

Alcune persone hanno difetti multipli con una conseguente disabilità che è superiore alla somma delle singole menomazioni, ed inoltre l'impatto di ciascun difetto può variare a seconda della situazione.

Per esempio una persona ammalata di sclerosi multipla può presentare oltre a problemi motorii, anche problemi di vista, parola, ecc.

4.6 Disagi Legati all'Anzianità

4.6.1 Premessa

Il fenomeno del progressivo invecchiamento della popolazione nei Paesi industrializzati a più alto tenore di vita impone nuovi problemi: la loro presenza nel processo produttivo, nell'insieme delle relazioni sociali e pubbliche, l'intervento per sottrarli all'isolamento, la prestazione di servizi mirati quando intervengano condizioni di inabilità Fisica o psichica.

Gli anziani, che attualmente sono circa il 20 - 30% della popolazione complessiva Europea, secondo le stime, nel 2040 raggiungeranno il 40%.

Molte persone anziane col passare degli anni si trovano ad affrontare deficit sensoriali e motorii.

La presenza e la combinazione di molteplici fattori, quali la condizione di Salute, la situazione ambientale, i diversi livelli di Autonomia Fisica e psicologica che possono progredire e regredire alternativamente, e che si diversificano non solo in relazione all'età anagrafica di ciascuno, concorrono a determinare le diverse problematiche che caratterizzano l'essere Anziano.

4.6.2 Le cause del disagio

Il disagio dell'Anziano ha i seguenti due ordini di cause:

1. la prima è di Carattere Sociale: consiste nel cambiamento dei suoi rapporti con la famiglia e nell'affievolirsi delle relazioni con il resto della società;

2. la seconda è di Carattere biologico: è l'inevitabile continua decadenza Fisica e mentale.

Questa condizione si traduce in primo luogo in un mutamento del rapporto di fruizione dello spazio e dei servizi e parallelamente in una riduzione delle possibilità di relazione personali.

Volendo riassumere, le caratteristiche peculiari della condizione anziana sono le seguenti:

1. maggiore disponibilità di tempo;

2. maggiore vulnerabilità ai pericoli;

3. difficoltà nel controllo dell'Ambiente;

4. indebolimento nelle relazioni familiari ed amicali;

5. scarsa motivazione all'apprendimento ed al cambiamento;

6. riduzione dell'acuità visiva, dell'adattamento al buio, della percezione;

7. riduzione dell'Udito;

8. problemi di equilibrio;

9. disordini muscolo-scheletrici;

10. problemi agli arti.

Questi fattori si riflettono sull'intensità di utilizzazione dei servizi e sulla frequenza dell'Assistenza richiesta dall'Anziano.

4.6.3 I provvedimenti per alleviare il disagio

Le numerose cause di disagio individuate aprono la strada ad una serie di richieste di servizi particolari, quali i seguenti:

1. motivi e luoghi di socializzazione;

2. disponibilità di cure ed Assistenza;

3. riferimenti sicuri;

4. Ambiente protetto dai rischi;

5. stimoli per il tempo libero e le occupazioni.

Naturalmente tali bisogni variano moltissimo in funzione delle condizioni sia sociali che fisiche di ciascun individuo Anziano.

Occorre creare nel tessuto socio-culturale e nel sistema abitativo quelle condizioni che offrano risposte integrate ai bisogni di sicurezza, di comodità d'uso degli spazi di socialità.

Per molto tempo si è risposto al problema degli anziani avendo come modello una categoria debole, economicamente e fisicamente, da assistere sia all'interno della famiglia sia nelle forme sociali.

La specificità dei bisogni degli anziani è spesso data per scontata ma nella sostanza è ancora in larga misura ignorata.

Bisogna tener conto che si tratta di persone che possono passare, con tempi e modalità diversissime, da una condizione di Autonomia ed autosufficienza ad una di impedimento fisico e di emarginazione Sociale.

L'Ambiente di vita quotidiana dell'Anziano deve soddisfare prestazioni che dipendono in buona parte dalla qualità e dalla quantità delle dotazioni tecnologiche e specialistiche, anche per l'Assistenza, disponibili nello spazio residenziale.

I problemi abitativi dell'Anziano si legano quindi ad una realtà complessa, in cui ad aspetti di Carattere sanitario assistenziale si affiancano difficoltà sociali di varia Natura.

Un Ambiente residenziale a misura d'Anziano, capace di garantirgli Autonomia il più a lungo possibile, richiede in primo luogo una qualità ambientale che discende da un corretto dimensionamento dello spazio e dei suoi elementi di arredo, del soddisfacimento dei requisiti di sicurezza, di accessibilità, di gestibilità e di prestazioni offerte nel controllo dell'Ambiente, dove la flessibilità e l'adeguamento spaziale e delle dotazioni tecnologiche rappresenta il criterio fondamentale adottato nel concepire e progettare il sistema informatico.

I requisiti che caratterizzano un'abitazione rendendola rispondente ai bisogni di un utente Anziano autosufficiente sono quindi i seguenti:

1. la sicurezza sia delle attrezzature della casa che dalle effrazioni ed intrusioni violente dall'esterno;

2. l'accessibilità;

3. la flessibilità dell'alloggio che lo renda in grado di adattarsi nel tempo, in modo operativo e sufficientemente programmato, alle esigenze di comodità e di sicurezza che intervengono nel corso della vita;

4. la disponibilità di sistemi di teleallarme per chiedere soccorso in caso di necessità.

5. RECUPERO FUNZIONALE MEDIANTE GLI AUSILII

5.1 Premessa

Ottenuto questo collegamento tra menomazione e limitazione funzionale si può passare ad analizzare i progressi che la Tecnologia ha fatto in campo di ausilii diversificati per le esigenze di persone con disabilità.

Avendo una chiara conoscenza dei gradi di limitazione funzionale, e quindi delle patologie ad essi riconducibili, occorre esaminare le azioni richieste per gestire determinati servizi, tesi a normalizzare la vita nell'ambito domestico garantendo l'accessibilità ai vari servizi.

In pratica occorre valutare come una persona con una determinata disabilità riesca ad interagire con l'Ambiente circostante.

Mettere un soggetto svantaggiato in condizione di integrarsi nella realtà Sociale al massimo possibile significa non soltanto contrastare una situazione negativa in atto, ma evitare il suo incremento.

Le possibilità di recupero sono legate al massimo sfruttamento delle capacità residue, stimolate dall'esercizio, e l'ipotesi di una riorganizzazione funzionale: il sistema nervoso, infatti, può utilizzare procedure diverse, seppure con differente economia, per raggiungere uno stesso risultato.

Bisogna notare che quadri differenti di disabilità sottendono differenti potenzialità di recupero.

L'Ausilio favorisce l'adattamento della persona all'Ambiente, ed un intervento di accessibilità favorisce l'adattamento dell'Ambiente alla persona.

In altre parole quanto maggiore è l'accessibilità tanto minore è la necessità di dotare la persona di ausilii specializzati.

La linea di confine è molto labile, ma si ritiene comunque importante trasporre anche all'Informatica ed alla Robotica la definizione di accessibilità nata nel campo architettonico.

Alla definizione di accessibilità architettonica (Legge 13/1989), ovvero “possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e Autonomia ...”, si può associare una definizione di accessibilità Informatica come "possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere ad un Ambiente informatico e robotico di comune utilizzo e di fruire di tutte le sue prestazioni in condizioni di adeguata affidabilità e Autonomia".

Nel primo caso si parla di Ambiente fisico, nel secondo di Ambiente virtuale: ma il concetto è simile e appare opportuno, sotto il profilo culturale, evidenziarlo.

L'Ausilio e più specificamente l'Ausilio informatico e robotico è un sistema Hardware o Software per l'interazione tra persona e Ambiente informatico e robotico, utilizzabile da una persona Disabile per prevenire, compensare, alleviare o eliminare una menomazione, disabilità ed il conseguente svantaggio.

Un Ausilio può prefiggersi i seguenti obiettivi:

1. operativo: facilitare l'Autonomia o minimizzare la dipendenza da altri nell'esecuzione di un'attività: in questo caso l'Ausilio può agire in modo compensativo, ossia facendo leva sulle residue abilità della funzione lesa, oppure sostitutivo, ossia sfruttando risorse diverse rispetto alla funzione lesa;

2. didattico: assistere una strategia Didattica per il conseguimento di determinati obiettivi di apprendimento, "aggirando" gli ostacoli che una strategia tradizionale incontrerebbe in presenza di determinate limitazioni funzionali;

3. riabilitativo: assistere lo sviluppo di determinate abilità (motorie, sensoriali, cognitive);

4. diagnostico: determinare livelli di abilità e monitorare processi.

Il criterio fondamentale sul quale puntano gli ausilii per la riabilitazione è quello di facilitazione: laddove la persona non può Acquisire o riacquisire una competenza assente o perduta, è necessario lavorare sul compito attraverso modalità di facilitazione.

Facilitare significa semplificare l'algoritmo esecutivo, per esempio affidando alle macchine alcuni passi.

Facilitare significa anche aggirare un ostacolo fisico, per esempio di Natura motoria o sensoriale.

Per queste ragioni, la facilitazione trova le più immediate applicazioni proprio nel campo delle menomazioni isolate motorie o sensoriali (visive): questo tipo di paziente è infatti quello che, più di altri, può godere di una normalità intellettiva, quindi essere in grado di sfruttare a fondo le possibilità offerte dalla macchina.

Le varie facilitazioni possibili vanno distinte nelle seguenti due categorie:

1. quelle che facilitano l'azione;

2. quelle che facilitano la comunicazione.

L'Ausilio potrà inoltre esplicare la sua valenza nelle seguenti tre aree:

1. l'area cognitiva e della comunicazione cui è associata la scelta dell'Ambiente;

2. l'area motoria, cui è associata la scelta del sistema per interagire con l'Ambiente desiderato;

3. l'area sensoriale, cui è associata la scelta del sistema per accedere alle informazioni emesse da un Ambiente.

5.2 Recupero nell'Area Cognitiva

Gran parte dei soggetti che presentano una compromissione della comunicazione (sia come difficoltà o impossibilità a realizzare la parola, avendo tuttavia indenne il Linguaggio interno, sia come riduzione generale della competenza simbolica) non ha possibilità di recupero funzionale e pertanto deve essere aiutata con qualche tipo di facilitazione.

Comunicare significa non soltanto interagire con i propri simili, ma in generale mantenere un ruolo interattivo all'interno della società, legato alla possibilità di apprendere, di esprimersi e di far sentire il peso delle proprie opinioni.

In questo contesto, il superamento dei problemi fisici che impediscono l'uso dell'elaboratore costituisce senza dubbio un passo fondamentale.

L'elaboratore è infatti in grado di consentire il passaggio da codici non simbolici a codici simbolici, da corpi iconici a corpi letterali; inoltre è possibile utilizzare blocchi semantici impliciti in sequenze comunicative esplicite che possono essere stampate o sintetizzate vocalmente.

I problemi legati all'accesso al Computer vanno affrontati con il reperimento di un'interfaccia Hardware-Software adeguata: tale soluzione va studiata caso per caso a seconda dell'attività svolta dal singolo individuo ed a seconda della sua disabilità, in modo da sfruttare al massimo le sue risorse residue.

Negli ultimi decenni, gli studi teorici da un lato (specialmente in campo linguistico) e le innovazioni tecnologiche dall'altro hanno segnato una svolta.

La soluzione migliore sembra essere l'integrazione tra un Linguaggio Artificiale semplificato di tipo essenzialmente iconico o ideografico, dotato di possibilità sintattiche e modulari, e la sua trasferibilità in forma Vocale sintetizzata.

5.3 Recupero nell'Area Sensoriale

Le facilitazioni per i non vedenti e gli ipovedenti, in numero sempre crescente, riguardano sia strumenti educativi che riabilitativi.

Il soggetto cieco è perfettamente in grado di concepire il significato fonetico di un segno (lettera, sillaba o parola) e di comprenderne il senso, ma manca del segmento funzionale, la vista, che collega i due tronconi suddetti (Riconoscimento e comprensione).

Se viene messo in condizione di vicariare il sistema di percezione, cioè la vista, attraverso l'introduzione di una strategia alternativa che supplisca tale funzione, ad esempio mediante la Lettura Braille, i due tronconi possono essere ricollegati.

La facilitazione, in sostanza, utilizza le capacità residue, senza alcuna necessità di modificare la struttura individuale.

Gli ausilii, quindi, vanno dal Traduttore Braille, al Sintetizzatore Vocale, agli ingranditori sul video.

I sistemi informatizzati possono essere variamente attivati: dalla Tastiera, al Mouse oppure toccando lo Schermo.

5.4 Recupero nell'Area Motoria

Passando alle facilitazioni relative all'azione, nel caso di soggetti dismotorici il problema principale è rappresentato dal modo di inviare i dati di ingresso ad un elaboratore.

Qualora non si possa utilizzare la Tastiera, esistono interruttori, o semplici comandi a pulsante, che attraverso un movimento del capo o di ogni altra parte del corpo, od attraverso il soffio, permettono di fissare il cursore sull'elemento di codice prescelto.

È necessario uno Studio ergonomico che metta il soggetto in condizione di lavorare con la minima fatica e con la massima motivazione.

Inoltre il sistema si avvale di schede che consentono la presentazione sul monitor di configurazioni ottimizzate.

Si tratta di un intero sistema facilitativo che interessa tutto l'ambito sensomotorio e varie funzioni neuropsicologiche.

Nel trattamento facilitativo di questi soggetti l'aspetto più importante consiste nell'accuratezza dello Studio dell'interazione Uomo-macchina-programmi.

A questo proposito va rilevato che se gli ausilii di questo tipo sono un potente mezzo di facilitazione, è pur vero che il loro uso può mettere in evidenza lacune impreviste, soprattutto considerando che l'utilizzazione di tali sistemi è sempre una modalità operativa atipica, sul piano logico, rispetto a quanto finora il soggetto ha fatto o ha visto fare.

La necessità di usare particolari modalità per inviare i dati in ingresso all'elaboratore, unitamente a difficoltà nella dinamica dello sguardo, all'esistenza di movimenti parassiti involontari, alle eventuali difficoltà di ordine neuropsicologico (attenzione, memoria) rendono l'elaborazione piuttosto lenta.

Interviene, inoltre, il fattore fatica ed il calo della tensione motoria.

La Componente tecnologica, è la più flessibile: attualmente esistono un migliaio di adattamenti speciali per rendere possibile l'uso dell'elaboratore ai soggetti svantaggiati.

Tastiere in miniatura, attivatori a raggio luminoso, la possibilità di utilizzare lo sguardo come attivatore, ecc., sono strumenti facilitanti già in uso corrente.

Un campo in cui l'aiuto alla persona handicappata ha un grande avvenire è quello della Robotica: i vantaggi presentati da questo tipo di ausilii consistono nel poter essere costantemente in funzione, lasciando all'Uomo, che assiste il soggetto svantaggiato, molto tempo libero per un servizio più personalizzato.

Le tipologie minorative, che più di altre possono avvalersi dei robot, sono quelle caratterizzate da un grave impaccio motorio senza concomitante disturbo intellettivo.

5.5 Potenzialità di Successo

I risultati nel processo riabilitativo dipendono oltre che dalla Componente tecnologica, anche da fattori non propriamente tecnologici: Terapia, Addestramento, partecipazione e socializzazione intervengono nel processo di accettabilità dell'Ausilio.

La filosofia della facilitazione non si esaurisce quindi nell'esasperata Innovazione tecnologica, ma si estende a molti altri campi.

Ad esempio, i linguaggi devono essere modificati, divenire più sintetici, essere semplificati pur mantenendo un elevato livello di significatività: sono queste operazioni culturali che coinvolgono anche coloro che vivono ed operano con la persona handicappata.

È stato notato che possono insorgere problemi di ordine psicologico legati a particolari forme di dipendenza dalla macchina e che il paziente può subire un certo grado di abbandono e di isolamento.

Questi due rischi sono insiti in qualunque tipo di facilitazione ed ancora una volta appare evidente come e quando la Tecnologia debba essere integrata in un processo culturale ed Umano.

Le procedure di facilitazione possono essere ampiamente usate, e con grande successo, nel controllo dell'Ambiente di vita di una persona affetta da menomazioni.

Il controllo dell'Ambiente è un elemento fondamentale nel determinismo di una vita autonoma ed esistono ormai molti sistemi per poterlo realizzare.

Una configurazione classica è rappresentata da un elaboratore centrale che, adottando il Linguaggio proprio dell'agenzia Informatica, possiamo assimilare all'agente informatico che emula il maggiordomo, posto a capo della servitù.

Questo elaboratore centrale attiva o disattiva una serie di elaboratori e robot periferici che, sempre adottando il Linguaggio proprio dell'agenzia Informatica, possiamo assimilare agli agenti informatici che emulano gli appartenenti alla servitù, la cui disponibilità ed il cui stato dinamico sono rappresentati sul video di tali elaboratori e robot periferici.

Importante è lo Studio dell'Ambiente residenziale: spazi, agibilità, elementi controllabili, soprattutto quelli caratterizzati da un funzionamento on-off, quali sono i dispositivi di controllo visivo od uditivo, che possono essere utilizzati per monitorare l'intero processo, mediante l'adozione di un controllo multimodale nel quale si privilegia sempre più la modalità Vocale.

I criteri Guida di tali sistemi, perché si abbia un successo, devono essere i seguenti:

1. quale sia il livello di difficoltà nell'uso del sistema;

2. quale sia il grado di affidabilità e quale sia il tempo di vita previsto del sistema;

3. quale sia il grado di semplicità dell'installazione del sistema;

4. quale sia il grado di portabilità del sistema;

5. quali siano i segnali di retroazione che il sistema fornisce;

6. quale sia il livello di Addestramento richiesto per potere utilizzare il sistema.

I soggetti, che riescono con opportuno Addestramento ad utilizzare queste apparecchiature al meglio, aumentano o addirittura recuperano l'Autonomia personale e talora la capacità lavorativa.

Oggi la Tecnologia ha fatto notevoli progressi, ma, al pari delle altre formule di facilitazione già esposte, resta la necessità di Studiare ogni caso e di personalizzare le soluzioni.

In questo senso il primo passo è rappresentato da un'accurata valutazione Fisica, ma altrettanto opportuna è la valutazione cognitiva soprattutto per quanto concerne la capacità di raggiungere il massimo livello di integrazione tra le capacità residue e quelle rese possibili dall'apparecchiatura.

5.6 Riabilitazione e Miglioramento della Qualità della Vita

Riabilitare significa, in prospettiva, mettere l'individuo in condizione di avere e gestire un ruolo Sociale.

È possibile costruire ambienti informatizzati che consentono la supplenza di parecchie funzioni deficitarie.

È certamente questo il settore in cui ci si possono attendere successi rilevanti, non solo per casi singoli, ma anche soluzioni generalizzate che vanno dalla vita Sociale quotidiana al Lavoro.

In questo senso, il successo di queste tecnologie è legato ad alcuni aspetti psicologici, come il Benessere individuale, la scoperta delle proprie capacità, l'accettazione dei propri limiti, la socialità.

I risultati, tuttavia, non riguardano soltanto l'area psicologica relazionale ed affettiva (autostima, motivazione, capacità di reagire all'insuccesso), bensì anche l'area cognitiva.

Tutto questo vale a dimostrare un potenziale miglioramento della qualità della vita e, perché ciò si realizzi, occorre un approccio multidisciplinare, in cui le politiche di intervento si integrano ad evitare i rischi dell'emarginazione.

Il problema centrale è quello del rapporto risorse-qualità dei servizi: una loro eccessiva concentrazione in sistemi troppo rigidi e costosi non sembra realistico e va quindi opportunamente studiato.

Per adeguare gli spazi alla misura dell'Uomo occorre dotare le abitazioni e la città di quei nuovi servizi e di quelle funzionalità che solo le nuove tecnologie possono garantire.

Ridare una nuova funzionalità alle abitazioni ed alla città significa capovolgere una logica di fondo: non deve essere chi ha bisogno di un servizio a muoversi nell'abitazione e nella città, ma invece deve essere il servizio che deve divenire disponibile nelle abitazioni.

Questo comporta passare da una visione centralista dei servizi (grandi centri ove tutti si recano con evidenti problemi e disfunzioni) ad una visione distribuita sul territorio.

Un alto grado di importanza rivestono i servizi che devono poter essere attivati in base ad un semplice segnale di chiamata.

L'esperienza principale della cooperazione nel campo dei servizi agli anziani è rappresentata dall'Assistenza domiciliare: in questo campo, la cooperazione nel suo complesso è in grado di garantire una presenza capillare e diffusa.

L'obiettivo di questa tipologia di servizio è l'ulteriore estensione, qualificazione ed ampliamento della gamma delle prestazioni offerte.

Esiste infatti un elevato numero di soggetti a rischio (cardiopatici, diabetici, dializzati, anziani, portatori di Handicap) che potrebbero vivere nella loro abitazione in buona Autonomia se opportunamente supportati.

Lo stretto collegamento con le strutture sociosanitarie presenti sul territorio permette di offrire una rete integrata di servizi domiciliari, attivando tutte le risorse umane e materiali indispensabili per un'organizzazione razionale dei servizi e per un contenimento dei costi.

Il criterio da adottare è quello di offrire un sistema integrato di servizi, ovvero pacchetti di prodotti per favorire la deospedalizzazione e l'Assistenza domiciliare globale.

In questa ottica il telesoccorso per gli anziani ed i disabili rappresenta un supporto di servizi offerti in condizioni di Emergenza.

Si tratta di un servizio complesso che, con l'Ausilio della telematica, offre a chi vive nella propria casa solo, in condizioni di non completa autosufficienza, la rassicurazione di una presenza costante e la garanzia di soccorsi efficienti.

Obiettivo principale del telesoccorso è la realizzazione di un ponte comunicativo tra l'utente e la centrale di telesoccorso in funzione 24 ore su 24.

L'apparecchio installato a casa dell'abbonato è costituito da un combinatore telefonico e da un radiocomando portatile.

La pressione di un pulsante posto sul radiocomando consente all'utente di inviare, da ogni punto della sua abitazione, un messaggio in codice al centro di ascolto.

In questo modo il telesoccorso permette di superare tutti gli stati di isolamento urbano e di impossibilità di comunicare all'insorgere di eventi pregiudizievoli per lo stato di Salute dell'assistito.

Una volta giunto alla centrale il segnale viene immediatamente decodificato da un ricevitore compatibile che notifica i dati relativi all'allarme.

L'operatore della centrale dispone di tutte le informazioni sull'utente abbonato; è quindi in grado di attivare i soccorsi più adeguati e di coordinare gli interventi.

6. RIABILITAZIONE DEGLI AFASICI CON IL Metodo BLISS

L'attività da svolgere, che è stata preceduta dalla realizzazione di un sistema informatico, congiuntamente progettato e realizzato al Politecnico di Milano dal professor Somalvico e dalla dottoressa Gava, e che ha coinvolto e coinvolge degli studenti tesisti del Politecnico di Milano, operanti nell'ideazione e realizzazione di programmi, riguarderà la cosiddetta "comunicazione alternativa".

Esistono, come detto in precedenza, casi di soggetti disabili, detti soggetti afasici, che sono incapaci di esprimere verbalmente concetti, e che, quindi, sono incapaci di comunicare con il prossimo, pur essendo, tali soggetti afasici, del tutto intellettualmente integri nel concepire idee e pensieri.

L'attività svolta ha riguardato lo sviluppo di un sistema di programmi che hanno reso disponibile, tramite il calcolatore, l'efficiente impiego del BLISS.

Il BLISS è un Linguaggio iconografico che esprime i concetti mediante sequenze di icone.

Il BLISS è dunque molto diverso da linguaggi come l'Italiano o come il Francese, che sono infatti dei linguaggi grafemici e che esprimono i concetti mediante sequenze di grafemi (forme scritte dei fonemi, cioè dei suoni elementari che produciamo, nel parlare (in sostanza, le vocali e le consonanti).

Un'Icona è, infatti, un disegnino semplicissimo, volto esso stesso a rappresentare, immediatamente ed individualmente, dei concetti.

Un'Icona si può, o materialmente raffigurare su etichette, manipolate manualmente su dei tabelloni, o, meglio, mostrare sul video del calcolatore individuale, manipolandole tramite Tastiera.

Nel Linguaggio BLISS si utilizzano, per esprimere i concetti, delle icone composte BLISS, dette anche simboli BLISS.

Un'Icona complessa BLISS è ottenuta mediante una sequenza di due o tre icone semplici BLISS (vi sono circa ottanta diverse icone semplici BLISS).

Esistono oggi, codificati e concordati, a livello internazionale, circa tremila simboli BLISS, che esprimono, quindi, i più svariati concetti (un simbolo BLIS (esprime un concetto).

Un soggetto afasico riesce mediamente a padroneggiare alcune centinaia di simboli BLISS.

La comunicazione alternativa si esplica, quindi, mediante l'uso dei simboli BLISS, intesi come rappresentativi di concetti, anche astratti, richiamabili alla comprensione, di chi utilizza il BLISS, dalla morfologia, anche se schematizzata ed analogica, del Disegno stilizzato (l'Icona composta, appunto).

Con l'Ausilio del Metodo BLISS, un ragazza afasica quindicenne, ha appreso l'uso del BLISS stesso, presentato dal calcolatore ed ha persino composto, con esso, alcune poesie.

Le attività di rieducazione dei soggetti afasici con il Metodo BLISS e, in particolare, l'accesso ai siti Web, costituirà un obiettivo importante ed al tempo stesso innovativo che sarà perseguito nel prossimo futuro.

7. CONCLUSIONI

Questo rapporto è stato redatto a valle di una collaborazione avviata dall'autore, su richiesta del collega prof. Marco Somalvico del Politecnico di Milano, a valle di una positiva esperienza valutativa del Metodo BLISS, attivata da oltre un semestre.

Lo scopo di questo rapporto, come si evince chiaramente dal titolo, è quello di formulare una proposta di integrazione del Documento citato.