Studenti con disabilità visiva e utilizzo dei libri di testo in formato PDF
Maurizio Gabelli Aggiornato il 27/11/2024 08:00Questo articolo si propone di analizzare strategie e criticità legate all’impiego dei libri digitali in Formato PDF da parte degli studenti con disabilità visiva. Lo scritto si rivolge in maniera estremamente specifica a quanti operano in contesti scolastici dove vi siano studenti non vedenti o affetti da grave ipovisione, ovvero caratterizzati dall’utilizzo di tecnologie assistive e approcci metodologici e tiflopedagogici comuni e sovrapponibili. L’ambito di analisi, pertanto, è caratterizzato da un contesto specifico (la Scuola italiana), da attori specifici (gli studenti con disabilità visiva che utilizzino Software screen reader come Tecnologia assistiva di riferimento) e da materiali specifici (i libri digitali in Formato PDF inviati agli studenti dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” - ONLUS).
Tecnologie assistive e accessibilità del Formato PDF
Per tecnologie assistive si intendono tutti quegli strumenti tecnologici, comunemente chiamati ausili e/o sussidi, volti ad aumentare l’Autonomia funzionale, operativa e strumentale delle persone con disabilità, migliorandone contestualmente la qualità della vita. Gli studenti ciechi, o con grave deficit visivo, utilizzano lo screen reader come strumento preferenziale, in quanto: «Software che, se presente su Computer, Smartphone e Tablet, elabora il contenuto dello Schermo secondo complessi algoritmi informatici e invia informazioni all’utente attraverso la Sintesi Vocale e/o il display Braille» [2 M. Gabelli, L’intervento di abilitazione tifloinformatica. Contesti, bisogni ed opportunità legate all’utilizzo competente delle moderne tecnologie informatiche da persone con disabilità visiva, in «Tiflologia per l’integrazione», XXVIII, 1 (2018), p. 24.].
Lo screen reader, pertanto, è la Tecnologia assistiva di riferimento per tutti quegli studenti che non abbiano la possibilità di controllare visivamente lo Schermo, o che non possano farlo in maniera funzionale e finalizzata in termini di Lettura efficace. È uno strumento che richiede un training specifico, in quanto si basa sull’Acquisizione di competenze progressivamente complesse, ascrivibili all’interno dei seguenti ambiti di intervento:
- Acquisizione di competenze percettive, esplorative e rappresentative sempre più raffinate nell’utilizzo della Tastiera;
- Acquisizione di specifiche competenze nella progressiva decodifica ed elaborazione di stringhe semantiche pronunciate dalla Sintesi Vocale;
- Acquisizione di specifiche abilità nel trattenere il focus attentivo in maniera progressiva, sostenuta e selettiva nel tempo;
- Acquisizione di specifiche abilità di rappresentazione sequenziale ed esecutiva.
Allo stato attuale, gli screen reader maggiormente utilizzati in Italia in ambito scolastico sono NVDA (Non Visual Desktop Access), Jaws (Job Access With Speech) e in maniera meno accentuata Voice Over, disponibile solo su Computer Mac di Apple.
Con questo strumento gli studenti possono raggiungere un livello di Autonomia operativa pressoché totale, purtroppo strettamente connessa alla qualità dei materiali, delle informazioni e delle interfacce su cui sono chiamati ad operare [3 Booths A.L., Perceptions of high-tech assistive technology held by students with visual impairments, in «Journal of visual impairment & blindness», CXVI, 4 (2022), pp. 558-562.]. Per qualità, si intende quanto questi materiali, informazioni e interfacce siano realmente accessibili agli screen reader, ovvero se rispettino i criteri di accessibilità stabiliti dalle linee Guida internazionali WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) [4 https://www.w3.org/TR/wcag-3.0/], attualmente arrivati alla versione 3.0.
Il PDF è uno dei formati più popolari al mondo per lo scambio e la Lettura di documenti digitali. Originariamente creato per la stampa, è da sempre caratterizzato per la presenza di un layout fisso, dall’impossibilità di editarne e/o manipolarne il testo e in generale dall’impossibilità di adattarsi allo Schermo del dispositivo usato per la Lettura.
Prima di arrivare a capire quanto siano accessibili i libri digitali in Formato PDF in uso agli studenti con disabilità visiva e quali siano i vantaggi e gli svantaggi di una loro introduzione in ambito didattico, è importante descrivere il contesto in cui si muove la realtà italiana [5 F. Lisi, Tecnologia e tifloinformatica: la Tecnologia assistiva come supporto alla Didattica inclusiva, in «Tiflologia per l’integrazione», XXVIII, 3 (2018), pp. 132-150.]. In questo paese, la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” - ONLUS è da sempre la principale Biblioteca al servizio delle persone con disabilità visiva. Sul sito ufficiale dell’ente è riportato quanto segue:
Dal 2001 ad oggi, la Biblioteca Italiana per i Ciechi ha stipulato, insieme all’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, un Protocollo d’Intesa con l’AIE (Associazione Italiana Editori), che ha permesso in questi anni di fornire in modo sempre più efficiente e tempestivo i libri di testo nelle diverse versioni accessibili garantendo così il Diritto allo Studio agli studenti con disabilità visiva. Grazie a questo accordo, infatti, le case editrici scolastiche che aderiscono ad AIE si sono impegnate a sostenere l’inclusione scolastica e culturale degli studenti non vedenti ed ipovedenti, fornendo alla Biblioteca i file digitali dei libri di testo, in modo che la Biblioteca li possa utilizzare per produrre le versioni accessibili in base alle specifiche esigenze di ogni Studente rendendoli così pienamente fruibili. [6 https://www.bibliotecaciechi.it/documentazione/accordi-con-gli-editori/]
Per file digitali dei libri di testo, si intende esattamente il Formato PDF, ovvero il file che l’editore progetta e realizza con lo scopo specifico di finalizzare il processo di stampa cartacea. Questi file, che arrivano alla Biblioteca in tempi sempre più rapidi, vengono poi inoltrati agli studenti con disabilità visiva che ne abbiano fatto richiesta attraverso modulistica e procedure codificate. Come tutti i contenuti digitali, anche questo Formato è caratterizzato da un grado di accessibilità variabile, dovuto al rispetto di determinati requisiti progettuali e attuativi che, come dicevamo, sono contenuti nelle linee Guida internazionali WACG. In particolare, per i PDF esistono delle indicazioni tecniche specifiche che non sostituiscono ma integrano quelle più ampie e generali, definite PDF Techniques for WCAG 2.1 [7 https://www.w3.org/WAI/WCAG21/Techniques/]. Il rispetto di alcune o preferibilmente tutte queste indicazioni determina il grado di accessibilità dei PDF, compreso quanto siano essi gestibili da uno screen reader.
Negli ultimi anni, ho potuto verificare direttamente come sull’effettivo utilizzo di tali file ci sia ancora molta confusione in ambito didattico, sia tra insegnanti di Sostegno che genitori e, a volte, anche tra gli stessi specialisti del settore. Nei prossimi paragrafi, mi propongo di evidenziare strategie e criticità riscontrate nell’uso dei PDF in ambito didattico, secondo la prospettiva dello Studente non vedente o gravemente ipovedente. Contestualmente, verranno date indicazioni su come orientare la scelta dei libri digitali in maniera funzionale, considerata la varietà di formati accessibili attualmente disponibili.
Criticità di utilizzo di un PDF senza tag
Allo stato attuale, i PDF che la Biblioteca di Monza per i Ciechi “Regina Margherita - ONLUS” riceve dagli editori non presentano una struttura organizzata dei tag in forma gerarchica. In informatica, il tag corrisponde a una sequenza di caratteri con cui si marcano gli elementi per successive elaborazioni. Sono metainformazioni, non visibili a Schermo, che nel caso specifico dovrebbero indicare allo screen reader l’ordine gerarchico delle informazioni sulla struttura del Documento e sui ruoli semantici dei suoi elementi. Queste informazioni, se presenti, vengono interpretate dallo screen reader e riprodotte dalla Sintesi Vocale e/o dal display Braille, fornendo al lettore con disabilità visiva informazioni di contesto estremamente significative, come la presenza di titoli (definite dallo strumento intestazioni) tra i quali muoversi con più velocità. Soprattutto, permettono una Lettura organica e sequenziale del testo, senza salti semantici incomprensibili [8 J. Braun – O. Hollstein – W. Meseth, Inclusive classroom interaction in lower secondary education, in «British journal of visual impairment», XXXIX, 1 (2021), pp. 64-75.
].
Analizziamo una Pagina di un Libro per il biennio delle scuole superiori in Formato PDF. Al lettore vedente, appare subito chiaro che il testo al centro è quello che ha un’importanza e una coerenza semantica primaria rispetto al testo a sinistra, che rappresenta una piccola nota a margine del testo principale. Questo tipo di Informazione, allo screen reader viene fornita attraverso i tag di cui abbiamo parlato in precedenza, ed è fondamentale che essi ci siano ai fini di una piena fruizione degli elementi presenti nella Pagina. Come dicevamo, purtroppo i PDF che gli studenti ricevono attualmente sono sprovvisti di adeguati tag e marcatori, con il risultato che in molte pagine diventa impossibile gestirne e comprenderne efficacemente i contenuti. La Pagina, con lo screen reader NVDA attivo e rappresentato operativamente da un rettangolo rosso, viene riportata allo Studente in questa modalità sequenziale, assolutamente sbagliata.
[Immagine n. 1]
[Immagine n. 2]
[Immagine n. 3]
Lo Studente con disabilità visiva che Legge la Pagina riceve dallo screen reader, attraverso la Sintesi Vocale o il display Braille, questa stringa di Informazione sequenziale:
“…secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell’aria la cicala e la rana sono 90 è muta; ma la figlia voci soliste nel concerto del limo lontana”.
Totalmente incomprensibile. Questo accade, appunto, per la mancanza di specifici tag che non vengono aggiunti dagli editori in fase di creazione del PDF. Informazioni di vitale importanza per uno screen reader che si trovi a gestire un testo dislocato nello spazio in maniera multidimensionale, finalizzato all’interpretazione della persona vedente attraverso convenzioni e “codici culturali” prettamente visivi [9 M. Tuttle – E.W. Carter, Examining high-tech assistive technology use of students with visual impairments, in «Journal of visual impairment & blindness», CXVI, 4 (2022), pp. 473-484.]. Per rendere il concetto ancora più chiaro, sfruttiamo una delle ultime funzionalità aggiunge al Software Adobe Acrobat Reader, da anni lo standard gratuito per l’apertura e gestione dei file PDF su personal Computer. Partiamo nuovamente dal testo originale. Nella barra dei menù, in alto, selezioniamo la Voce “Vista”. Successivamente la Voce “Zoom” e infine “Ridisponi”, ottenibile anche con la sola pressione della combinazione Ctrl (Control) + 4, della Tastiera estesa. Il risultato è questo.
[Immagine 4]
Il testo viene ridisposto, appunto, secondo un aspetto prettamente sequenziale. Senza gli opportuni tag di riferimento l’aspetto semantico e logica della struttura testuale perdono completamente di significato, non avendo alcuna metainformazione strutturale da rispettare. Questo spiega, inoltre, perché anche facendo un semplice copia e incolla del testo con il Mouse su un Foglio di Microsoft Word (o di qualsiasi altro editor), il risultato è tendenzialmente destrutturato rispetto all’originale ed è necessario rielaborarne manualmente il layout e l’impaginazione. La funzione ridisponi mantiene comunque delle potenzialità interessati, non oggetto di trattazione, per le persone affette da ipovisione che vogliano mantenere il focus visivo ancorato allo Schermo del PC, ovviando così ad una Lettura caratterizzata da continui spostamenti laterali del Mouse in fase di Lettura.
Conclusioni
Acquisire una comprensione approfondita delle peculiarità delle tecnologie assistive impiegate dai propri studenti emerge come un presupposto imprescindibile. Analogamente, comprendere come lo strumento in uso determini scelte più o meno funzionali in ambito didattico costituisce un elemento centrale del Percorso inclusivo [10 L. Cottini, Curricolo inclusivo e PEI come strumenti per l’inclusione scolastica di qualità, in L. D’Alonzo – P. Piscitelli – S. Salmeri (eds.), Disabilità visiva e inclusione scolastica e Sociale, Editrice Morcelliana, Brescia 2023, p. 58.]. Ogni figura educativa, in tal senso, è chiamata a prendere parte al processo di emancipazione strumentale del proprio Studente e per farlo deve saper indicare con cognizione quali siano i formati digitali accessibili [11 M. Gabelli, Il Disabile visivo tra inclusione e integrazione scolastica. L’informatica come strumento di annullamento delle necessità di delega, in «Tiflologia per l’integrazione», XX, 3 (2010), pp. 194-198.]. Di per sé, un file PDF può essere pienamente utilizzato se progettato correttamente, quindi è anche importante sottolineare, all’interno della più ampia cultura legata al tema dell’accessibilità, che non è un problema di Formato, ma di progettazione. Non è un problema globale, ma contestuale, legato al mondo dell’Editoria italiana e alla limitata adozione di modelli di progettazione inclusiva. A questo punto, appare chiaro che la richiesta di un Libro di testo in Formato PDF porti inevitabilmente a delegittimare l’Autonomia operativa dello Studente che utilizzi lo screen reader come Tecnologia assistiva di riferimento. I motivi principali sono i seguenti:
- Tendenzialmente, i file PDF non hanno corrispondenza numerica con le pagine reali del Libro di testo cartaceo.
- Senza la presenza di opportuni tag e marcatori, le informazioni strutturali sono veicolate solo attraverso aspetti semantici di tipo visivo, non interpretabili dallo screen reader.
- Su Computer non particolarmente performanti, gestire file PDF di centinaia di pagine spesso ne compromette addirittura l’apertura.
- Software OCR per la Conversione del testo in Formato Microsoft Word non risolvono il problema, in quanto sarà necessario rieditare sia il layout, sia la numerazione delle pagine.
- Il Formato più funzionale dei libri di testo digitali da richiedere per gli studenti che utilizzino screen reader rimane quello in Formato .docx (Microsoft Word) per le materie principali, .lambda (Lambda) o .edico (Edico) per le materie scientifiche, .ebiblos (Biblos) per le lingue classiche [12 M. Gabelli, Matematica e disabilità visiva. Ipotesi di utilizzo coerente e graduale degli strumenti tiflodidattici e tifloinformatici nel processo di sviluppo delle competenze matematiche nell’alunno Disabile visivo, in «Tiflologia per l’integrazione», XXIV, 4 (2014), pp. 211-221.]. D’altro canto, esistono oggettive ragioni che possano portare docenti e assistenti alla comunicazione tiflodidattica alla richiesta consapevole di uno o più libri di testo in Formato PDF:
- I tempi di lavorazione delle versioni accessibili (.docx, .lambda, .edico, .ebiblos) sono tendenzialmente lunghi e soggetti al rispetto di procedure e modalità specifiche di richiesta.
- Lo Studente non è nelle condizioni di fruire in Autonomia del testo della classe e/o segue una Programmazione per obiettivi minimi o differenziata [13 M.L. Gargiulo – M. Gabelli, Abilitazione informatica di adolescenti con deficit visivo e Autismo mediante training psicoeducativo tifloinformatico, in «DIDAMATICA Genova - Atti del convegno», XXIX, (2015), pp. 453-461.]. Lo Studente ha bisogno di contenuti altamente personalizzati, semplificati, esplicitati [14 Per approfondire questo tema si consiglia la Lettura di M.L. Gargiulo – A. Arezzo, Come rendere comprensibile un testo. Guida per educatori ed insegnanti alle prese con persone con bisogni speciali, Franco Angeli, Milano 2017. ] (in questo caso è utile poter disporre del PDF per poter effettuare un copia/incolla su Microsoft Word e modificare successivamente il testo).
- Avere una copia Digitale in PDF permette a tutte le figure che operano a supporto dello Studente con disabilità visiva di avere costante accesso a testi digitali dai quali predisporre materiali didattici in maniera più veloce, senza doverli ridigitare completamente da zero [15 M.L. Gargiulo – M. Gabelli, Insegnare ad usare le tecnologie a ragazzi con deficit visivo e disturbi dello spettro Autistico, in «Tiflologia per l'integrazione», XXV, 3 (2015), pp. 157-167.]. Permette, inoltre, di lavorare su uno strumento che conserva modalità e caratteristiche pensate espressamente per l’utilizzatore vedente.
Bibliografia
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Braun J. - Hollstein O. - Meseth W., Inclusive classroom interaction in lower secondary education, in «British journal of visual impairment», XXXIX, 1 (2021), pp. 64-75.
Caldin R. (ed.), Percorsi educativi nella disabilità visiva. Identità, famiglia e integrazione scolastica e Sociale, Erickson. Trento 2006.
Caldin R., De visu. Disabilità visiva e agire educativo, Erickson, Trento 2023.
Cottini L., L’autodeterminazione nelle persone con disabilità, Erickson, Trento 2016.
Cottini L., Didattica Speciale e inclusione scolastica, Carocci, Roma 2017.
Cramerotti S. - Turrini M. (eds.), Disabilità sensoriale a Scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti, Erickson, Trento 2015.
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Di Michele P., L’Assistenza educativa per l’Autonomia e la comunicazione degli alunni con disabilità, Erickson, Trento 2023.
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Gabelli M., Il Disabile visivo tra inclusione e integrazione scolastica. L’informatica come strumento di annullamento delle necessità di delega, in «Tiflologia per l’integrazione», XX, 3 (2010), pp. 194-198.
Gabelli M., Matematica e disabilità visiva. Ipotesi di utilizzo coerente e graduale degli strumenti tiflodidattici e tifloinformatici nel processo di sviluppo delle competenze matematiche nell’alunno Disabile visivo, in «Tiflologia per l’integrazione», XXIV, 4 (2014), pp. 211-221.
Gabelli M., L’intervento di abilitazione tifloinformatica. Contesti, bisogni ed opportunità legate all’utilizzo competente delle moderne tecnologie informatiche da persone con disabilità visiva, in «Tiflologia per l’integrazione», XXVIII, 1 (2018), pp. 21-28.
Gargiulo M.L. - Gabelli M., Abilitazione informatica di adolescenti con deficit visivo e Autismo mediante training psicoeducativo tifloinformatico, in «DIDAMATICA Genova - Atti del convegno», XXIX, (2015), pp. 453-461.
Gargiulo M.L. - Gabelli M., Insegnare ad usare le tecnologie a ragazzi con deficit visivo e disturbi dello spettro Autistico, in «Tiflologia per l'integrazione», XXV, 3 (2015), pp. 157-167.
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Lisi F., Tecnologia e tifloinformatica: la Tecnologia assistiva come supporto alla Didattica inclusiva, in «Tiflologia per l’integrazione», XXVIII, 3 (2018), pp. 132-150.
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Mazzeo M., Orizzonti della cecità. Piacere di esistere, confronto con il limite, integrazione scolastica, Erickson, Trento 2019.
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Pili R. - Farris P. – Zolo B. - Petretto D.R., Disturbi visivi ed Autismo: uno sguardo sulla complessità, UNICApress, Cagliari 2022.
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«Tiflologia per l’integrazione», XXXIII, 1 (2023)
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Maurizio Gabelli è Operatore Tifloinformatico presso l’Equipe Riabilitativa dell’ASP S. Alessio MdS di Roma. Formatore I.RI.FO.R: Albo dei Docenti Informatici con Abilitazione per Ciechi e Ipovedenti e Progetto Mercurio Smartbraille per Persone Sordocieche.