Bilancio di due anni, dopo il mio lungo black-out. Commenti alla Campa-Palmieri - Capitolo 24
Donato Taddei Aggiornato il 25/06/2024 08:00Inviato il testo della Legge di cui al precedente capitolo tentai di costituire un comitato telematico per la vigilanza sull'iter parlamentare della stessa. Parallelamente lo inviai a una serie di organi di stampa, nonché a una trentina di associazioni e ONLUS che operano nel campo della disabilità, sollecitando, ove la cosa fosse ritenuta valida, l'adesione al comitato.
Il testo fu altresì inviato ai vari ministri e sottosegretari dei ministeri implicati, più o meno gli stessi che si trovano nella commissione Ridolfi.
Per chiudere il cerchio il testo, preceduto dal ritaglio che segue, fu inviato al gruppo di Lavoro AIPA e al suo coordinatore. Viene riportato perché spiega bene lo spirito di questo famoso comitato, della cui vita piuttosto grama si dirà dopo.
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Al gruppo di Lavoro AIPA
Subject: Proposta di Legge sul Diritto di accesso: 151 adesioni in 20 giorni
in data 09/01/2002 è stata inviata la sottoriportata proposta di Legge per la regolamentazione del Diritto di accesso ai servizi e alle risorse informatiche pubbliche, corredata delle 151 sottoscrizioni raccolte in soli 20 giorni, a:
- Quasi tutti i deputati (fatta eccezione per quei pochi che hanno disattivato la casella o per errori di indirizzamento cui si provvederà al reinvio: 589 di essi l'hanno però ricevuta);
- Ai 19 senatori che hanno attivato una casella pubblica;
- Al Presidente del Consiglio dei ministri e suoi sottosegretari;
- Ai ministri della funzione pubblica, Innovazione tecnologica, pari opportunità, Istruzione e Salute e relativi sottosegretari;
- Al Presidente dell'Autorità Informatica per la P.A. (AIPA);
- Per conoscenza a una trentina di associazioni di disabili.
Restando ferma la libertà di ciascuno dei firmatari di fare opera di sensibilizzazione e di pressione sui singoli Uomini politici e/o sui gruppi, nelle forme e nei modi che ritenga più idonee, con la presente si richiede di voler comunicare allo scrivente Donato Taddei, possibilmente via e-mail, all'indirizzo “do.taddei@agora.it” la propria disponibilità attiva alla costituzione di un comitato telematico col compito di vigilare e/o accelerare l'iter legislativo della presente proposta di Legge. Infatti, poiché il testo subirà sicuramente rimaneggiamenti da parte dei presentatori del Disegno di Legge, nonché in fase di discussione e di approvazione, è necessario vigilare affinché non perda pezzi importanti per strada o addirittura resti lettera morta. Pertanto sarà compito di questo comitato, accanto ad iniziative secondarie di diffusione in rete e sulla stampa del presente testo, fare il punto della situazione tra un mese:
- Se qualche onorevole (uno o più) avrà risposto, sarà ulteriormente sollecitato a presentare un Disegno di Legge in tal senso;
- Se uno o più lo avranno presentato, sarà sollecitata la conferenza dei capigruppo perché lo mandi in discussione all'aula o lo assegni a qualche commissione;
- Se i disegni di Legge sono più di uno, saranno proposti a ciascuno dei proponenti degli emendamenti che da un lato non ne snaturino la sostanza, dall'altro favoriscano l'accorpamento in un unico testo che maggiormente si avvicini al presente.
Saluti operativi
Donato Taddei
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TESTO INVIATO (V. capitolo precedente)
Oggetto: Diritto di accesso alla Informazione Digitale
Aderirono a questo comitato: Mario Palma, Luigi Latini, Giuseppe Fornaro e Pasquale Marino.
Fornaro rifece alcune spedizioni, Luigi voleva coinvolgere la sua amministrazione provinciale perché si facesse carico, insieme ad altre amministrazioni provinciali, di presentare un Disegno di Legge di iniziativa degli enti locali che riprendesse il nostro testo. Con Mario decidemmo invece di "lavorare ai fianchi" i politici: lui cominciò dalla destra, dalla Mussolini, già dimostratasi ricettiva nella precedente legislatura, passando per il Ministro Frattini che ancora una volta rispose sollecitamente, ed io cominciai dalla sinistra: il capogruppo dei DS della commissione Cultura, On. Giovanna Grignaffini, a seguito di interlocuzione, mi palesava la preoccupazione che legiferare sul Web poteva in certo senso essere "ingessare la comunicazione". Ma per fortuna altri politici del suo gruppo, come la Montecchi, Violante, Mussi e Battaglia non erano dello stesso avviso.
Continuavo la diffusione del testo con ogni mezzo ma si rivelò di fondamentale importanza la sua pubblicazione su "punto informatico", grazie al mio amico Paolo De Andreis, che già aveva supportato la diffusione della petizione di cui si è detto al capitolo 4.
"Punto Informatico", dopo aver supportato la raccolta di firme per una Legge di iniziativa popolare per l'introduzione dell'"open source" nella P.A., poi sfociata nell'ordine del giorno del senatore dei verdi Cordiana, aveva aperto una finestra su quanto stava emergendo nella società in Materia, portando allo scoperto giovani professionisti motivati alle problematiche dell'accessibilità, usabilità, Web design, standard, architettura dell'Informazione, (in una parola accessibilità a 360 gradi), come il gruppo che ruotava intorno alla lista Humana di Marco Trevisan e il sito webaccessibile.org da lui fondato insieme a Patrizia Bertini e Roberto Scano di IWA-HWD, la quale diviene "W3C member" nel 2002.
Roberto Scano, estensore per la parte Tecnica di quella che sarebbe poi stata la proposta Campa-Palmieri, mi scriverà di aver tratto incentivo proprio dalla pubblicazione del testo su "punto informatico", lamentandosi altresì, ed a ragione, di non aver potuto contattarmi, per i motivi di cui dirò.
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Due parole di bilancio e il mio lungo black-out
Per quanto riguarda l'evoluzione sul piano delle istituzioni e delle iniziative in Progetto o in atto ci si può riferire al Libro "I disabili nella società dell'Informazione", edito da Franco Angeli, prodotto da AIPA a cura di Ridolfi per fare un bilancio di quanto bolliva allora in pentola.
Dal mese di aprile, per ragioni di crisi, di Salute, di demotivazione trascinatesi fino all'estate, per le vacanze e la conseguente ripresa concentrata sul Lavoro, ho vissuto senza Internet, senza e-mail, senza liste, senza accessibilità e dunque su questo periodo il presente testo è "tabula rasa", perché dire lacunoso è poco.
Ero arrivato a una conclusione: bisognava dare dei segnali forti alle P.A. se non si voleva che i meccanismi motivazionali perversi, il bisogno di "Immagine", la retorica della "compassionate governance" di ispirazione texano-metodista, tradotta all'italiana in "far bene" non vanificasse la sostanza di quello che si era strappato finora.
Dunque bisognava dare esempi concreti di possibili interoperatività, ponendo il problema delle tecnologie assistive, da una ottica di sviluppatore, non di venditore né di utente, e ripresi a lavorare a una incompiuta: un "text-to-speech" multilingue, multipiattaforma, free per uso non commerciale e in gran parte "open-source", oggetto del prossimo capitolo.
Riemersi dal mio volontario isolamento verso la fine del 2002.
Appresi dalle liste che l'UIC, sezione di Venezia, la fondazione Bordoni e l'IWA annunciavano un evento di portata storica: c'erano un paio di deputati (audite, audite!) e precisamente gli onorevoli Campa e Palmieri, che, (audite, audite!) avevano persino presentato un Disegno di Legge sull'accessibilità. "ma va!"
Sarà stata pure una "data storica" per qualcuno, ed ho anche letto che il 15 dicembre di quest'anno ci sia stata una riedizione per festeggiarla.
Magari qualcuno cominciava a svegliarsi allora dal sonno ma, quanto a me, Ancora mi bruciava quello che ho vissuto come offesa personale, assimilabile al plagio, con la proposta di Legge dell'onorevole Bono, oggetto di mie ferme rimostranze con tutti i deputati di AN, in cui prendendo a prestito l'Art. 1 del mio testo, con i successivi, voleva regalare 10 miliardi di vecchie lire ai providers che avessero favorito la connettività ai disabili.
Fu ovviamente una "sparata" elettorale, tesa a garantirsi da un lato i voti dei providers, dall'altro, e più numerosi, quelli di associazioni come l'UIC, come dimostra il fax inviato dal Bono alla sezione UIC di Siracusa, circolato sulle liste.
Ho parlato di questa proposta di Legge Bono perché fu ripresa dal suo paesano (di Noto) e avversario di partito Piscitello (margherita, cosicché negli atti parlamentari, dandosi il nome del primo proponente in presenza di più disegni di Legge sulla stessa Materia, viene chiamata "Piscitello ed altri" quella che diverrà, approvata, nota come "Legge Stanca".
A parte queste perplessità, ancor più istigate dall'articolato, dagli sgravi fiscali indiscriminati, di cui si dirà alla fine di questo capitolo, nella lettera indirizzata a Paolo De Andreis di "Punto Informatico", mi convinceva molto lo Stile militante con cui Roberto Scano ne perseguiva la promozione: farne una occasione di "Democrazia Elettronica", e ciò conferisce grandissimo merito in primis per gli onorevoli Campa e Palmieri e poi per tutti quelli che hanno contribuito al dibattito sulle liste dedicate e non (es. pdl3486@itlists.org).
Forse perché già erano iniziate le "grandi manovre" dell'anno europeo del Disabile, il gruppo di Lavoro AIPA fu convocato quasi di urgenza: era giunto input dal Ministero della Innovazione per cui il GDL avrebbe dovuto produrre indicazioni finalizzate alla presentazione di un Disegno di Legge di iniziativa governativa in Materia di accessibilità.
Non potendo presenziare alla riunione del 14 gennaio 2003 chiesi a Flavio Fogarolo, poiché il contributo ci era stato chiesto con urgenza, di far pervenire il mio testo preceduto dalla lettera lui indirizzata in cui si ventilavano le correzioni necessarie, qui riportata perché fa confidenzialmente anche il punto della situazione.
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Premessa al contributo al GDL: indicazioni per la Legge Stanca
Ciao Flavio, grazie per avermi ragguagliato sui lavori del GDL. Ecco il mio contributo poiché presumibilmente non ci sarò nemmeno il 14 gennaio: ti prego quindi di farlo pervenire al signore che dovrà poi occuparsi della stesura.
Come è intuibile, rappresentando la "summa" di due anni di pene (ricordi che ho cominciato a martellare con questo testo già alla prima o seconda riunione del GDL, settembre 2000), te lo trascrivo in fondo caso mai non l'avessi sotto mano, premettendo alcune considerazioni e proposte di correzioni utili ad una sua adeguata riscrittura.
1) Come si diceva esplicitamente nella lettera di Accompagnamento ai deputati il testo è volutamente prolisso e contiene imprecisioni Tecnico-giuridiche: dunque un esperto che ci lavora di lima e di raspa in poco tempo ne fa un buon testo. L'unica preoccupazione al riguardo è che sotto la lima e la raspa non cadano o si annacquino i concetti.
2) Il Disegno dell'on. Campa ha, come ho appurato in rete, attinto a larghe mani a questo testo, ripreso da "punto informatico", e del resto è del tutto evidente già dall'impianto stesso dell'articolato e dal semplice confronto dei testi. Le feroci obiezioni che ho mosso al DL. Campa-Palmieri sono prevalentemente dovute alla formulazione Tecnico-giuridica particolarmente infelice: (per inciso sembra che ci sia stato anche il supporto Tecnico-giuridico dell'ufficio legale dell'UIC!).
3) Qui ci sono alcune ovvie correzioni da fare:
- Quando si dice AIPA bisogna Scrivere Ministero della Innovazione tecnologica;
- Tutto quello che si intende delegare a decreti ministeriali, circolari e regolamenti, deve essere menzionato esplicitamente nel testo con allocuzioni tipo: entro sei mesi dalla entrata in vigore della presente Legge il Ministero della Innovazione provvede, con propri decreti ad armonizzare le presenti norme alle direttive comunitarie in Materia di accessibilità e usabilità dei siti e in generale delle risorse informatiche, emanando le norme tecniche per assicurare la conformità agli standard internazionali riconosciuti al livello mondiale e/o comunitario.
È chiaro che se si sceglie questa strada dei regolamenti successivi si può benissimo aggiungere allocuzioni altrettanto esplicite riguardanti altri ministeri come la questione della riqualificazione e/o integrazione del lavoratore Disabile in relazione all'Informatica, la questione dei supporti multimediali acquistati, venduti o distribuiti dalle P.A., la questione della erogazione di tecnologie informatiche ai disabili, LE QUESTIONI RIGUARDANTI IL MATERIALE DIDATTICO SU SUPPORTI MULTIMEDIALI, E LE CONVENZIONI CHE REGOLANO TALI FORNITURE, I CAPITOLATI DI APPALTO DI SITI E SERVIZI, e insomma tutto quanto riguarda lo sviluppo di applicazioni informatiche e dei requisiti tecnici che devono possedere per essere realmente accessibili e usabili dai cittadini, con particolare attenzione alla disabilità e allo svantaggio.
Infatti questa dovrebbe essere una Legge di iniziativa del governo, se ho ben capito; non una circolare del Ministero della Innovazione.
4) Ho letto con disattenzione il testo molto interessante prodotto dalla Burzagli sulla 508: ammetto candidamente che pensavo fosse il numero di un filobus. Mentre vi davo una scorsa ho detto: questa sarà L'ADA o una sua sezione. Ho avuto questa "intuizione" leggendo il testo. Cosa voglio dire? l'Ada americana sta alla 104 come la 508 a questa proposta di Legge: l'approccio è praticamente OPPOSTO. in America evidentemente è stata un po' diversa la politica delle organizzazioni dei disabili e in generale dei consumatori, per cui l'ottica con cui si affronta il problema è quella di garantire i Diritti del cittadino, del singolo; in Europa e, nel caso di specie, l'ottica è quella di un atto normativo rivolto prevalentemente allo stato, una forma di riorganizzazione dell'amministrazione, donde la tendenza (vedi anche Francia) ad atti governativi piuttosto che a leggi parlamentari in Materia.
Perché credi mi hanno fatto penare due anni tutti gli onorevoli che pure si sono complimentati e dichiarati disponibili? Del resto anche sul piano comunitario sbaglio o Europee è portato avanti dalla commissione e non dal parlamento, dunque ancora una volta dall'esecutivo.
È proprio questo approccio differente che fa sì che la legislazione in Materia è molto più garantista nei paesi di Cultura anglofona.
ricordi la condanna inflitta da un tribunale australiano al comitato olimpico per aver, con l'inaccessibilità del proprio sito, precluso a un non vedente il suo Diritto alla Informazione: nel caso di specie sulle olimpiadi. Prova ad immaginare una cosa del genere qui!
Perciò in nessun caso bisogna cedere alle tentazioni minimaliste del tipo "Livello minimo delle WAI", e bisogna anche sanzionare. Altrimenti il "minimo" diventa l'"infimo" nelle "fattispecie concrete" e devi pure dire grazie. Purtroppo è un problema culturale, anche se su altri aspetti rivendico la superiorità culturale della vecchia Europa rispetto alla Cultura anglofona.
5) Alla fine del testo sottoriportato ho messo un po' di numeri vale a dire un elenco di fonti normative con cui questa Materia può essere messa in relazione, tratta sempre dalla lettera di Accompagnamento a tutti deputati che va completato e attualizzato con le direttive UE ED EUROPEE.
Poi c'è anche l'elenco di quegli onorevoli che mi avevano personalmente contattato per ringraziare, complimentarsi o dichiararsi disponibili, al solo scopo di mostrare che se si fa un buon testo si può contare su una larga trasversalità. Per precisione l'elenco non riporta quelli che pure mi hanno contattato nei primi mesi di quest'anno perché, essendo mancato, sarebbe forse incompleto: tra questi l'On. Tanzilli, un onorevole della Margherita, il Ministro Frattini, LA Montecchi, e qualche altro.
Saluti e buon Lavoro e buon anno!
Donato Taddei
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Commento alla Campa-Palmieri (a Paolo De Andreis di "Punto Informatico").
Il convegno di Venezia (l'evento storico di cui si è detto sopra)si era concluso con l'impegno dei partecipanti a seminare il testo in ogni angolo del Web e ciò era stato riportato da "punto Informatico".
Allora scrissi al mio amico Paolo De Andreis il seguente commento alla Campa-Palmieri, poi girato sulla lista di discussione UicTech il 06/03/2003, pregandolo di farne l'uso che ritenesse opportuno.
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Ciao, Paolo, postai anche su punto informatico, grazie a te, un testo di Legge sulla accessibilità e infine, per percorsi che pure hanno avuto pure indirettamente impulso dalla iniziativa, qualcuno si è deciso a presentare un Disegno di Legge.
Al testo proposto, disponibile sul Web, nel sito personale dell'On. Palmieri di Forza Italia, c'è questo testo e quello che invece trovi di sotto è il mio commento.
Al solito fanne quello che vuoi.
Ciao,
Donato Taddei
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Finalmente, è arrivata. E non è male anche se andrà fatta più di qualche correzione. Ho ritrovato quasi tutti i contenuti del testo su cui avevo raccolto le firme.
Quasi tutti perché non c'è traccia del materiale didattico, non si parla di libri digitali, ma ci si mette saccentemente ad elencare in americano i vari titoli dei documenti WAI. E sicuramente stato una gaffe dei legali che hanno steso il testo. Forse credevano che il W3C fosse un organismo di Diritto internazionale, che so una agenzia ONU, una ONG, il che non è affatto: è un consorzio di Diritto privato.
Cosa significa il livello minimo previsto dalle WAI? Allora ditelo chiaramente che vi riferite al livello A delle WAI, il che nella pratica è una presa per i fondelli, oltre che la posizione di Romano.
Fuori dai denti: chi esperto della problematica si sente qua dentro di sostenere in buona fede che basti garantire il livello A delle WAI, per garantire nella realtà tutti i bei Diritti proclamati all'Art.1. È un po' come la circolare n. 3 del Ministero della funzione pubblica che obbligava le amministrazioni ad adeguarsi in sei mesi.
Ma scusate, è successo? e se sì siamo a posto: l'accessibilità ci è già stata garantita per tutti i secoli dei secoli.
E poi, non si può dire: i tuoi Diritti derivano dalla Legge di dio (W3C) come è scritta nella Bibbia (WAI) e poi contestualmente dire che basta rispettare i primi tre comandamenti.
Quando fu preparato il testo della circolare AIPA n. 32 si pose già questo problema e si disse che, siccome c'era una certa resistenza da parte delle P.A. a digerire il Carattere troppo tecnicistico delle specifiche WAI, forse era meglio addolcire la pillola limitandosi almeno al livello A.
Ma da allora sono passati due anni: il problema ha avuto la sua giusta risonanza, il mondo del Web professionale è abbastanza ricettivo e anzi si dà da fare in questo senso e allora perché solo i primi tre comandamenti?
C'è poi anche qualche "perlina" laddove si dice che il Ministero ecc. deve provvedere alla Traduzione italiana delle WAI. Va bene che siamo un popolo che parla poco inglese, ma dai non scrivetelo in una Legge dello stato. In Europa facciamo una figura da gran provinciali.
Mi sarebbe piaciuto trovare in questa Legge, tra i compiti del Ministero, quello di promuovere lo sviluppo cooperativo di tecnologie WAI applicate alla Tecnologia assistiva, magari all'insegna dell'open source, come si fa da altre parti e forse anche qui ma in maniera scoordinata, dispendiosa, non finalizzata, inefficiente.
Purtroppo il Berlusca non ama le authority per cui non vi è menzione in questo testo della circolare 32 06/09/2001 dell'AIPA, che, anche se passasse la presente Legge, rimarrebbe comunque l'unico atto normativo che ti dice: devi fare il piacere le immagini le devi commentare, le tabelle serializzare, non devi immaginare che tutti sono spesati e hanno la macchina che hai tu, se fai le cose solo con colori diversi i daltonici non vedono, se sviluppi applicazioni usa almeno interfacce standard ecc.
In questo testo non si dice chi deve dare queste specifiche. Io credo che l'AIPA, non solo il gruppo di Lavoro di cui faccio parte, in questi dieci anni abbia fatto un buon Lavoro: basta andare sul sito: dal protocollo informatico, alla regolamentazione del telelavoro, dalle direttive per l'xml alla firma Digitale. Queste ora sono prerogative del Ministero della Innovazione tecnologica, bene: il Ministero della Innovazione tecnologica non deve disperdere ma valorizzare questo patrimonio di esperienze e di Lavoro fatto. Ma anche di ciò nel testo non vi è menzione alcuna.
Le sanzioni amministrative previste sono ridicole: 500 euro sono più o meno due settimane di stipendio dell'ultimo impiegato. Se voglio spendere i Soldi in altro modo e ottemperare a modo mio alla Legge, se proprio qualche tar mi costringe, va be' pago la multa. Ma poi chi adisce a questo Tar che solo Aprire la pratica costa di più?
I computers e materiale informatico godono di un primo sgravio fiscale del 30% rientrando nell'investimento per adeguare i siti, ed anche un altro sgravio previsto dal comma successivo: l'idiota sono io che pago l'iva e tutto quanto se acquisto un computer, magari per lavorarci.
E tutto ciò mentre i computers e le tecnologie assistive continuano ad essere prescritte da oculisti, otorini ecc. e le ASL pagano secondo il cosiddetto nomenclatore tariffario, se non erro, scaduto da un biennio. Il problema non è l'adeguamento dei suoi prezzi ma la circolare di cui esso è regolamento attuativo e qui è un problema culturale: il computer, debitamente equipaggiato di Hardware e di Software, non è una "protesi" del cervello Umano. È uno strumento di Lavoro, di svago, di compagnia, quel che vi pare! Dunque non può essere gestito dagli specialisti delle protesi.
Se una Legge vuole garantire ai disabili il Diritto di fruire delle risorse info-telematiche deve necessariamente correggere queste storture. È per esempio molto diffusa la pratica di chiamare Sintesi Vocale uno screen reader con Sintesi Vocale, per farlo rientrare nel nomenclatore tariffario. Questa prassi è in qualche modo sponsorizzata dalle associazioni dei disabili e favorita dal vuoto legislativo.
Cambiando registro, se avessi chiosato il testo, reperibile sul sito personale dell'On. Antonio Palmieri, con i ">" Stile mailing lists o newsgroups, sarebbe stato quistuiliare!
Io invece ho inteso aderire all'invito fatto da Roberto dell'IWA di diffondere questo testo in ogni angolo del Web. Infatti: cosa lo mettiamo a fare sul Web? Per discutere e far discutere. Io appunto ho solo cominciato a discutere.
Ho volutamente taciuto dei molti contenuti positivi, che se non saranno diluiti o stravolti nell'iter parlamentare, vanno portati avanti. Perciò ripeto: la vera battaglia comincia ora:
- Per assicurare un buon contenuto
- Per accelerarne l'iter
Desidero infine ringraziare gli Onorevoli Campa e Palmieri per la loro iniziativa e lasciatemi anche onestamente aggiungere: "e che c'è voluto?! Spero che non ci vorrà altrettanto per arrivare alla Gazzetta Ufficiale."
Distintamente
Donato Taddei