Bilancio, iniziative e perplessità a un anno dall'inizio della campagna - Capitolo 15
Donato Taddei Aggiornato il 23/04/2024 08:00Nei primi mesi del 2001 siamo in campagna elettorale. A un anno dall'inizio della mia campagna per il Diritto di accesso di cui qui si narra, provo a fare un bilancio e una breve ricostruzione.
La situazione istituzionale è la seguente:
È stata emanata da poco la circolare Bassanini che prescrive alle P.A. sei mesi per adottare criteri di accessibilità e usabilità dei siti;
Il Gruppo di Lavoro presso l'AIPA è stato rifinanziato, come si è detto al capitolo 10 parlando dei 300 milioni di budget e della loro ripartizione;
La Scuola Superiore per la Pubblica Amministrazione, nell'ambito della sua produzione Didattica, commissiona a qualcuno un CD con uno stage multimediale sulla accessibilità, che alla prima edizione si rivela, tanto per cambiare, inaccessibile ma che sarà poi rifatto e allegato alla copia cartacea del Libro "i disabili nella società dell'Informazione" prodotto da AIPA a cura di Ridolfi, attualmente Presidente della commissione interministeriale per le tecnologie dell'Informazione a favore delle categorie deboli, nonché membro del CNIPA.
Non ho mai digerito che il CD in oggetto fosse allegato al Libro anziché, come pure avevamo chiesto, oltre alla pubblicazione in rete poi avvenuta, allegare al Libro un CD o dischetto col testo del Libro appunto, come peraltro il suo editore Franco Angeli aveva già fatto in precedenza.
Il dipartimento di Informatica di Roma3 mette a punto una metodologia di valutazione dell'accessibilità dei siti pubblici. Chiederemo ed otterremo di verificare sul campo la metodologia mediante la partecipazione al test di portatori di varie disabilità, e questo aprirà la strada al coinvolgimento in questo dell'OSI.
Anche io auspicavo il coinvolgimento dell'OSI, ma come gruppo nella sua totalità, perché i vantaggi sarebbero stati molteplici: diffondere i concetti, gli spunti della metodologia a un numero di persone più largo, far crescere i singoli costituenti il gruppo Osi, simulare un livello di abilità inferiore dell'utente e dunque essere più attendibile. Invece, fu testardamente scelta un'altra gestione della cosa: carbonara, poco trasparente e perfino vigliacca. Ricambiai appioppando loro il nomignolo di "commissari" che gli è rimasto.
Tornando alla primavera del 2001 il CNR del Graziani e della Burzagli produceva alcuni studi sulle tipologie di siti pubblici e sui parametri da adottare nella valutazione della accessibilità-usabilità dei siti.
Si discuteva nel gruppo di Lavoro la costituzione di un sito dedicato all'accessibilità punto di riferimento per le P.A., era stata proposta una task force tra INPS, INAIL e AIPA e si parlava di un osservatorio centralizzato per monitorare l'accessibilità e l'usabilità e lo stato di avanzamento dei processi con cui le P.A. avrebbero dovuto adeguarsi alle nuove disposizioni in Materia.
Si poneva quindi il problema di appaltare questo Progetto (il sito sarebbe divenuto in seguito pubbliaccesso.it), predisponendo un capitolato di appalto che potesse poi essere utilizzato come modello da altre P.A., dal momento che l'AIPA non aveva potere di imporre in Materia. La documentazione relativa è presente su www.pubbliaccesso.it A suo tempo mi sembrò un buon Lavoro.
L'INPS metteva sul suo sito la Traduzione della sezione 508 del Reabilitation act non ancora approvata e i relativi documenti parlamentari.
In conclusione fu prodotta in quel periodo la maggior parte del materiale attualmente presente sul sito pubbliaccesso.it, compreso il Libro "i disabili nella società dell'Informazione" pubblicato l'anno dopo.
L'INAIL si spara un megaconvegno "Simulando" in cui a margine vengono mostrati disabili in telelavoro.
Colpo al fegato per me: avevo fatto richiesta di telelavoro da due anni e non mi veniva concesso, e allora quella "simulazione" mi suonava una presa in giro.
Altra presa in giro mi era sembrata la versione inaccessibile del CD formativo di cui sopra.
Altra e ben peggiore fu quella del Ministero delle Finanze che distribuiva con la Repubblica" "unico on-line" per fare da casa la dichiarazione dei redditi, totalmente inaccessibile.
Del resto l'inaccessibilità delle opere multimediali era stata già oggetto di parecchie nostre proteste, per esempio con l'Espresso.
Veniva portato in evidenza un fatto: se l'accessibilità non è prevista nella commessa di un sito o di un prodotto multimediale chi la mette in opera declina le responsabilità dicendo: "non mi è stato chiesto".
Le privatizzate come Poste, FS e Rai non volevano proprio sentirne di accessibilità, anzi l'opposto.
L'UIC aveva organizzato il convegno di cui si è detto a Palermo chiedendo incentivi economici per chi volesse fare accessibili i propri siti.
In conclusione, i segnali erano spesso contraddittori: in molte iniziative si avvertiva, oltre al Clima elettorale, la deriva sempre in agguato di operazioni di sola Immagine.
Di questo Clima e di queste contraddizioni si dà conto nei capitoli che seguono: la questione degli appalti di siti e di produzioni multimediali; la eventuale creazione di un osservatorio centrale per il monitoraggio dell'accessibilità dei siti pubblici; la turlupinatura di "unico on-line", più grave perché il Ministero delle finanze e la sua società di consulenza partecipavano al nostro gruppo di Lavoro.
L'unica cosa che mi lasciava ben sperare è che la campagna elettorale fosse finita e quindi avrei potuto riproporre il mio testo che aveva raccolto lusinghieri apprezzamenti da parte di deputati di parecchie parti politiche nella precedente legislatura.
Una noterella finale va riservata agli umori e ai rumori di Cecolandia Informatica.
Con la riapertura delle suddette biblioteche digitali il fervore era rifluito.
I quadri intermedi più zelanti dell'UIC, volendo far fronte alla perdita di credibilità dell'Associazione, dovuta alla sua inerzia rispetto al dinamismo di altri soggetti, anche piccoli e isolati, tentavano di reagire con provvedimenti burocratici e/o coercitivi.
Così i commissari Osi imbrigliano il gruppo costringendo molti ad andarsene e facendo passare la voglia di collaborare ad altri;
Uictech, allora cuore pulsante di Cecolandia Informatica conosce i tempi bui della Vagata, per meglio dire oscurantisti.
In effetti fui "oscurato" parecchie volte, sospeso a quindicine di giorni in Scrittura da Uictech, e Martines mi sospese per due mesi da Osservatorioweb (La mailing list di OSI NDR).
Proprio questo offrirà lo spunto al prossimo capitolo.