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Lavoro senza barriere, Italia deferita a corte di giustizia

Aggiornato il 06/04/2011 00:00 
 

Lavoro senza barriere, Italia deferita a corte di Giustizia

ROMA. La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Ue per lo scorretto recepimento della direttiva 2000/78/CE che, in Materia di occupazione, proibisce ogni discriminazione fondata sulla religione o le convinzioni personali, gli Handicap, l'eta' o le tendenze sessuali. La direttiva 2000/78/CE stabilisce un quadro generale per la parita' di trattamento in Materia di occupazione, di condizioni di Lavoro e di Formazione professionale (direttiva sulla parita' di trattamento in Materia di occupazione). La direttiva, che mira a combattere le discriminazioni dirette e indirette e le molestie in ambito lavorativo o di Formazione fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli Handicap, l'eta' o le tendenze sessuali, prevede specificamente l'obbligo di adottare soluzioni ragionevoli per i disabili. La Commissione ha avviato un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia (IP/09/1620) per non aver trasposto integralmente la direttiva dell'Ue.

L'Italia e' deferita alla Corte di Giustizia dell'Ue per lo scorretto recepimento della direttiva. L'articolo 5 della direttiva dispone che il datore di Lavoro preveda soluzioni ragionevoli per i disabili affinche' questi possano avere accesso al Lavoro e usufruire di progressioni di carriera. La Commissione ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia sottolineando che l'Italia non ha integralmente trasposto tale disposizione, poiche' l'ordinamento Italiano non contiene una norma generale che imponga al datore di Lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli per i portatori di qualunque tipo di disabilita' e per tutti gli aspetti dell'occupazione.