Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (APRI), i giovani con disabilità visiva pro scienza e ricerca
Giuseppe Di Grande Aggiornato il 20/07/2020 07:00Oggi siamo insieme a Marco Bongi, Presidente di A.P.R.I., un'Associazione giovane e dinamica che sta facendo parlare bene di sé con iniziative di notevole rilevanza. A lui poniamo sei domande per conoscere meglio questa Associazione di persone con disabilità visiva, caratterizzata da valori fondanti ben solidi, capace di ricevere la fiducia dei giovani e meno giovani non vedenti e ipovedenti italiani.
D: Chi è l'Associazione A.P.R.I. e quando è nata?
R: L'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.-onlus) è stata fondata a Torino nel 1990. Fino al 2011 il suo nome era Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti. Poi abbiamo deciso, su richiesta di molti disabili visivi residenti in altre regioni, di diventare una realtà nazionale. La sigla dunque è rimasta uguale ma la struttura del sodalizio si è notevolmente ampliata.
D: Perché A.P.R.I. e qual è la sua mission?
R: Storicamente l'Associazione è sorta come organizzazione che intendeva promuovere la Ricerca scientifica contro le malattie degenerative della retina. In tal senso APRI è ancor oggi affiancata da un proprio Comitato Scientifico nel quale sono presenti oculisti, genetisti ed altri medici. Col passare degli anni abbiamo però iniziato ad operare anche in altri campi legati alla disabilità visiva: Tutela e rappresentanza, inserimento scolastico, promozione culturale, inserimento lavorativo, riabilitazione visiva, abbattimento delle barriere sensoriali, Informazione e sensibilizzazione ecc. In tal senso spesso mi trovo ad affermare: in attesa che la medicina faccia qualche miracolo dobbiamo però vivere al meglio la vita che abbiamo adesso.
D: APRI è una giovane Associazione che nasce in Piemonte. Qual è oggi la sua presenza in questa regione e quale distribuzione ha nelle altre province d'Italia?
R: APRI è certo un'Associazione giovane perchè attrae molti giovani insoddisfatti di altre organizzazioni. Può però vantare già trenta anni di Storia. La sede centrale è a Torino e quì operiamo anche per la fornitura di servizi in convenzione con enti pubblici ed ASL. Le altre sedi sono attualmente puramente associative in senso stretto. In Piemonte abbiamo sedi ad Asti, Chivasso, Ciriè, Ivrea, Omegna, Settimo Torinese, Susa e Vercelli. Sul piano nazionale abbiamo rappresentanze a: Bergamo, Campobasso, Cosenza, Genova, Isernia, Milano, Roma, Terni, Siracusa, Trapani e Venezia. Ci tengo a sottolineare che si tratta, in ogni caso, di sedi operative e non, come spesso accade, puramente figurative.
D: Quali sono oggi le attività di APRI che danno più soddisfazione? Qual è la risposta dei soci?
R: Un'Associazione riesce ad attrarre associati quando è in grado di dare risposte concrete. Quando le persone riescono a sentirsi protagoniste del proprio futuro ecco che il gruppo funziona e si amplia. Credo che i nostri punti vincenti siano, in tal senso, la rapidità delle decisioni, l'avversione per la burocrazia, l'utilizzo massiccio dei social e la disponibilità a lavorare in rete senza personalismi. Ogni collaboratore viene valutato per quello che può dare in una logica inclusiva che cerca di dare a tutti un ruolo confacente con le proprie competenze.
D: A.P.R.I. oggi è un'Associazione dinamica in grado di dare risposte concrete ai suoi soci. A grandi linee, APRI come vede il suo futuro e quale pianificazione ha in programma per esso?
R: Il futuro dipende dalle persone. I ruoli di responsabilità, al nostro interno, non danno benefici economici e ciò ci allontana da coloro che hanno secondi fini. Chi comanda deve, come si suol dire, "rimboccarsi le maniche" e metterci la faccia. Non è oggettivamente facile, in tal senso, trovare persone dure e pure. Forse è per questo che APRI attrae soprattutto i giovani. Se proprio però dobbiamo pensare a qualche prossimo obiettivo direi che l'approdo in altre regioni, accanto all'avvio di una centrale di servizi nazionale, possono rappresentare risultati importanti a cui teniamo in modo particolare.
D: Gli utenti come possono contattare APRI? Quali sono le sue coordinate nel Web e nei Social network?
R: Non è difficile trovarci. Innanzitutto è importante visitare il nostro sito www.ipovedenti.it ed iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter settimanale che viene inviata via mail. Ci tengo inoltre a promuovere il nostro canale Youtube "APRI Torino" https://www.Youtube.com/user/apritorino. Penso che Youtube rappresenti una risorsa assai importante che mette a disposizione dei disabili visivi una miniera inesauribile di informazioni di ogni tipo. Su Facebook abbiamo la Pagina ufficiale "APRI Onlus Occhi Aperti" https://www.Facebook.com/apriocchiaperti e una miriade di pagine locali che possono essere ricercate aggiungendo ad APRI Onlus il nome delle varie regioni. Abbiamo anche alcuni gruppi Watsapp molto attivi ai quali si può chiedere di essere ammessi inviandoci il numero di Telefono. Per contattarci infine via eMail indico i seguenti due indirizzi principali: apri@ipovedenti.it e bongi@ipovedenti.it
Ringraziamo il Presidente Marco Bongi per averci fatto conoscere A.P.R.I.. Giovani e dinamici non vedenti e ipovedenti che credono nella forza delle nuove tecnologie, sostengono la comunicazione via social e Web, a contatto della Scienza e della Ricerca, pieni così di iniziative di sensibilizzazione e di solidarietà. Un'Associazione piena di forza e vigore, presente capillarmente in Piemonte, in costante crescita per tutelare e rappresentare le persone con disabilità visiva di tutta Italia.