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Marino Tambuscio: “Fra la Pioggia e il Cielo” - Disponibile il libro braille

Aggiornato il 08/07/2022 08:00 
 

A iniziativa di due amici - Carlo Piccini e Fabrizio Alberti -, in ricordo dell'amico scomparso il 2 maggio 2022, il Libro di poesie “Fra la pioggia e il cielo” di Marino Tambuscio è ora disponibile in Braille. L'opera consiste in un volume Braille di circa 40 fogli (80 pagine) e raccoglie 40 poesie.

Nel corso della sua attività letteraria, Marino Tambuscio ha preso parte a svariati concorsi di Poesia: fra i più significativi si cita il Premio Montale che lo ha visto primo classificato assieme ad altri poeti per l'opera inedita e il premio Leonforte col medesimo risultato. Nel 1998, presso l'editore Sabatelli, ha pubblicato la raccolta “Fra la pioggia e il cielo” (ora disponibile in Braille). Presso l'editore Cheiwiller, nel 1994 è uscita la sua silloge “Sole d'Inverno” (nell'antologia dei primi classificati al Premio Montale dello stesso anno).

Le persone interessate a ricevere l'opera, possono contattare Carlo Piccini scrivendo all'indirizzo carpiccini@alice.it o chiamando il 328-8143651. Si chiede solo un piccolo contributo per coprire i costi di produzione.

“Lettera da segno tre di luglio” di Marino Tambuscio

Non mi lamento
se di rado
trovai quel che cercavo
Con cura ho scavato
il nero crogiuolo d'una pipa
l'ironia profonda che le macerie
gettano
sull'orbita confusa d'un satellite sbandato
dove il non-ti-scordar-di-me occhieggia invano
sotto il lampo freddo d'un pugnale
più innanzi ho spinto sguardi
posato incerte forme
sulla sabbia infida
ma le strade
erano cieche
e la fortuna
aveva i vermi
nell'arido solstizio
che risucchia l'orizzonte
Lasciami il tempo di narrarti
come non basti un filo teso
come non sia l'Inchiostro sulla carta
che dà respiro lungo alla parola
Tu corri
nell'obliqua fantasia
che mi consuma
dentro le forre
che il vento di burrasca
mi rovescia addosso
e fai tutt'uno
con la musica odorosa
che abbraccia intiera
questa valle impervia
Così non mi lamento
se ciò che cerco
mi sospinge oltre
c'è ancora fiamma nel camino
e accende i petali bagnati
di questa notte intima
e remota
Eppure tu lo vedi
è tardi
sempre più tardi!

“La Poesia di Marino Tambuscio” di Luigi Cattanei

Impostosi fra i vincitori del Premio Montale, Marino Tambuscio ha risposto con una crescente fecondità poetica all'invito di Maria Luisa Spaziani, tesa a scuoterlo “dalla sua pigrizia”; negli ultimi mesi s'è fatto addirittura “diluviale”, bruciando i tempi in esperienze molteplici e coerenti.

Nei suoi versi si ravvisa subito un impulso ritmico pressoché ininterrotto; esso prevale e spazza via incisi e Punteggiatura, nel rispetto dell'Onda del periodo poetico, sempre assai ampio. Tale notazione non basta però a definire o a sigillare i versi di Tambuscio, perché nell'Onda musicale si traduce la partecipazione emotiva: la passionalità sposa un'ansia ragionativa personalissima, senza mortificar la sorgiva fantasia, grazie a una capacità di sublimare l'irruenza nativa dei primi versi, quelli al figlio: “Impara a darti tutto intero / senza parsimonia. / E poi, se proprio avrai bisogno di consigli / non cercarmi in Foto di famiglia /... Ma sappi che non fuggo da me stesso”.

Tale darsi intero giustifica momenti aggressivi, spigoli e istanze prepotenti che s'impongono in presa diretta, col tu ricorrente, così franco e spedito, in approcci e invettive provocatorie; l'io-Parlante, a stento trattenuto, sottintende tuttavia un Lavoro di freno contrapposto alla spinta sonora: “Voglio affondare qui / nel diluvio di luce invernale / che bagna di grigio / la terra ferita di viola / le mani sguantate dei tronchi...”.

Avaro di articoli e nessi, prodigo d'aggettivi cromatici, Tambuscio dà risalto ai termini che gli urgon dentro: diffida della Letteratura, carica tutto su vocaboli e colori che tempestano l'Onda ritmica: poco o nulla concede all'indugio, al versetto sillabato: la forza vitale ed espressiva impone a chi lo Legge criticamente d'oltrepassare il crinale strettamente biografico o cronologico.