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Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

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Il Braille per la Musica 2024: Schedario pratico di Renzo Cipriani per trascrivere spartiti

Aggiornato il 02/01/2025 08:00 
 

Gentili colleghi,

pensando di fare una cosa utile e di mia stretta competenza, un paio d'anni fa ho pubblicato uno schedario completo intitolato Il Braille per la Musica, le cui parti di testo si leggono bene anche con la Voce sintetica, ma gli esempi e i segni si devono vedere solo con la Barra Braille.

In questi due anni si sono rese necessarie alcune modifiche, anche sostanziali, ed alcune integrazioni. Ho aggiornato quindi il Lavoro rendendolo ancor più dettagliato e aggiungendo altri esempi per chiarire meglio alcune situazioni particolari.

Lo ripubblico ora mettendolo gratuitamente a disposizione di tutti su questo bel sito di Giuseppe Di Grande, che ringrazio, e sperando che sia utile a chi voglia scrivere e leggere la Musica in Braille recente o datata che sia.

Nello schedario infatti sono contenuti anche cenni storici su qualche sistema che si usava quasi cento anni orsono per fare meno fatica, dal momento che si lavorava a mano - mi riferisco per esempio al Passo di sostituzione, al sistema di abbreviazione, oppure a proposte completamente nuove come per esempio il meccanismo per l'organetto o per l'intavolatura antica o della proposta di riforma per la Musica Vocale e per fisarmonica.

Il manuale è corredato anche di una Tabella completa di tutti segni utilizzati; è arricchito di numerosi spunti anche polemici e demolitori di qualche regolamentazione arrugginita e anacronistica - penso soprattutto alla fisarmonica e al basso numerato , ma in parte, anche al pianoforte - che non teneva conto del rapporto tra il cieco e il vedente ora assolutamente irrinunciabile.

Tutto il grandissimo ed apprezzabilissimo Lavoro fatto dalle numerose commissioni fin dagli anni Cinquanta ad appena qualche anno fa - faticosamente riunite nei vari Paesi, non ha risolto molti dubbi e molti argomenti sono stati trascurati, appesantiti o addirittura completamente ignorati. Ognuno ha voluto salvaguardare il proprio modo di lavorare, le proprie tradizioni, il proprio patrimonio; ne sono scaturiti quindi dei trattati di gran risonanza che però hanno mantenuto, se non aggravato, la confusione e la pletora di scelte precedenti, ribadendo, pur nella faticosa ricerca di omogeneizzazione, la propria locale indipendenza.

Molto discutibile, dal mio punto di Vista, è stato il tentativo di unificazione a segni universali di indicazioni diverse; per esempio la Musica per archi, ricca di suggerimenti siglati che si riferiscono all'arco, sono espressi in lettere spesso derivate dalla Lingua del Paese in cui appaiono le pubblicazioni: per quale ragione, ci chiediamo, devono essere trasformati in segni universali? Eventualmente, sarà l'utente che dovrà approfondire la propria conoscenza per decifrare quel testo. Non succede così per i nostri colleghi vedenti, studenti od insegnanti e artisti che siano? Se, per sventura, il Trascrittore non conoscesse tutte le lingue, come potrebbe tradurre con precisione tali sigle? In fine, i non vedenti vogliono o non vogliono essere come gli altri od essere trattati come gli altri?

Ci sarebbero tante cose da illustrare e tantic omenti da fare riguardanti la nostra condizione, ma non voglio tediare i lettori e quindi esprimo le migliori cordialità a tutti.

Renzo Cipriani

Via Caporello 32

35136 Padova

Cell. 330 449 669

ciprenzo@libero.it

Il Braille per la Musica di Renzo Cipriani

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Pubblicato il 02/01/2025 00:00