I primi anni di insegnamento - Da “Un Cieco che Vede” del prof. Antonio Greco
Antonio Greco Aggiornato il 30/06/2021 08:00Il mio pensiero ora era rivolto all'insegnamento. Per quell'anno scolastico 59 - 60, riuscii ad ottenere una supplenza di una ventina di giorni in una terza classe della Scuola Media inferiore di Casarano. Per fortuna in quel Comune insegnava al Liceo Classico Matematica e Fisica un mio paesano ed amico, il prof. Antonio Donno, che poi, con la sua signora, ho scelto come compari d'anello. Gli chiesi se potevo viaggiare con lui, e fu felicissimo ed entusiasta della mia compagnia. Il preside della Scuola appena mi vide, mi accorsi che rimase perplesso. Non mi disse nulla, ma mi fece attendere nella sala dei professori. Dopo circa due ore mi invitò ad andare in classe. Io avevo capito che evidentemente si era informato presso il Provveditore agli Studi di Lecce. Probabilmente non aveva mai conosciuto professori ciechi. Io finsi di non accorgermi di nulla. In classe legai subito con la scolaresca. Allora si insegnava ancora il latino nella Scuola media tradizionale. Cominciammo a scherzare con qualche indovinello in latino, per esempio: "I, Vitelli, Dei romani sono belli". Al mio invito di tradurre in Italiano, tutti caddero dalle nuvole. "Che questo non è Italiano?" "Questo è latino", insistetti io. Allora si cimentarono con la Traduzione senza riuscirci, ma poi, aiutati da me, giunsero alla soluzione: "Va, Vitellio, al Suono di Guerra del Dio romano". I ragazzi dimostrarono di gradire subito il rapporto "educatore - educando" che cercavo di stabilire. Il preside, che forse vigilava dall'esterno, in seguito, si congratulò e mi disse che era contento della mia metodologia.
Ma la supplenza era breve e finì presto. Però questa volta, stando a Castrignano, ho potuto seguire attentamente l'apertura delle domande per incarichi e supplenze e, infatti, con l'inizio del nuovo anno scolastico ebbi l'incarico per tutto l'anno scolastico 60 - 61 all'Istituto dei ciechi "Anna Antonacci" in una prima media unificata. La classe era mista ed era formata da dodici o tredici alunni. Per me era un divertimento Insegnare ai non vedenti. Potevo correggere autonomamente tutti i compiti, poichè erano scritti in Braille. La scolaresca manifestava un livello culturale ed intellettivo più che sufficiente. Insomma, tutto sommato, si procedeva in armonia, in un rapporto di vera conciliazione tra autorità e libertà. Mi pare che alla fine dell'anno scolastico furono tutti promossi. Il nostro preside allora era l'avvocato Giovanni Marcuccio che, come primo anno d'insegnamento, mi valutò con la qualifica di "valente".
L'anno successivo mi volle ancora nella sua Scuola. Ma questa volta mi valutò con "ottimo". Durante l'anno non vi fu nulla di straordinario per quel che concerne l'insegnamento; ma l'eccezionale era che, dovendo recarmi a Lecce, viaggiavo con l'autobus. Dalla fermata della corriera fino alla Scuola, spesso venivo accompagnato da un impiegato della Prefettura, Pantaleo Gianturco e da uno Studente del Liceo artistico. Ma, siccome non potevo avere certezza della loro compagnia quotidiana, il mio preside si offrì di prelevarmi dalla fermata della corriera per condurmi alla Scuola. Ma qui sta l'eccezionale: o nevicava, o pioveva, o faceva freddo o vento, ero obbligato a rimanere fermo sul marciapiede, perché, se l'autista del preside, nel passare, non mi scorgeva, procedeva oltre. Con la sala d'aspetto della Sud-Est a venti metri, non potevo godere del suo tepore in Clima d'inverno. Eppure non mi assentai neppure un giorno in tutto l'anno. Proprio per questi disagi, per l'anno successivo, 62 - 63, decisi di inoltrare domanda di incarichi e supplenze in tutte le scuole della provincia, sperando di potere avere qualche sede più vicina e più comoda. Infatti a settembre ebbi la nomina nella Scuola media tradizionale di Martano in una prima classe. Martano dista da Castrignano appena tre chilometri, e quindi per me fu veramente un sollievo. Accettai la nomina e mi preparai per il nuovo anno scolastico.
I capitoli tratti dall'autobiografia "Un Cieco Che Vede" del prof. Antonio Greco, vengono pubblicati con l'autorizzazione dell'autore. Per contattare il prof. Antonio Greco e per informazioni sull'opera completa si può Scrivere a griconio@gmail.com