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Erosione e cancellazione delle Democrazie. Giorgio Agamben al Senato della Repubblica

Pubblicato il 08/10/2021 17:00 
 

Ho trascritto integralmente il discorso del prof. Giorgio Agamben, tenuto il 7 ottobre presso il Senato della Repubblica. Ritengo che in questa dura fase in cui la Democrazia italiana (in generale le democrazie mondiali) è in serio pericolo, ognuno di noi debba avere un moto di responsabilità per far sentire la propria Voce, nei luoghi e coi mezzi a propria disposizione. Non si può continuare a far finta di niente, a fare i propri interessi, quando la nostra società vacilla sotto le sferzate di una autorità che ha perso il senso dello Stato.

In fondo è presente anche il video da dove è possibile Ascoltare il discorso al Senato.


Mi soffermerò soltanto su due punti che vorrei portare all'attenzione dei parlamentari che dovranno votare sulla Conversione in Legge del Decreto.

Il primo è l'evidente, sottolineo la parola evidente, contraddittorietà del Decreto in questione. Voi sapete che il governo con un apposito Decreto Legge - numero 44 del 2021 - detto scudo penale, ora convertito in Legge, si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino; e quanto gravi possano essere questi danni, risulta dal fatto che l'articolo 3 del Decreto in questione menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del codice penale, che si riferiscono all'omicidio colposo e alle lesioni colpose

Come autorevoli giuristi hanno notato, questo significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione, e tuttavia, allo stesso tempo, cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi, escludendosi altrimenti dalla vita Sociale, e ora, con il nuovo Decreto che siete chiamati a votare, privandoli persino dalla possibilità di lavorare.

È possibile, chiedo, immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi, quando è lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze (ricordate gli articoli 589 e 590, morte e lesione) del vaccino.

Ecco, vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione, che a mio avviso configura una vera e propria mostruosità giuridica.

Il secondo punto, sul quale vorrei attirare la vostra attenzione, non riguarda il problema medico del vaccino, ma quello politico del green pass; che non deve essere confuso con il primo. Abbiamo fatto tantissimi vaccini, senza che questo ci obbligasse a esibire un certificato.

È stato detto da scienziati e da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico, ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi. Io credo invece che si possa e si debba dire il contrario, e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un green pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare, misura che non ha precedenti.

I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passate dal modello che un tempo si chiamava società di disciplina, al modello delle società di controllo, società fondate su un controllo Digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali, che divengono così quantificabili con un algoritmo.

Ci stiamo ormai abituando a questi dispositivi di controllo. Ma vi chiedo: fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spiega. È possibile che cittadini di una società che si pretende democratica, si trovano in una situazione peggiore dei cittadini dell'Unione Sovietica sotto Stalin? I cittadini sovietici erano obbligati a esibire una “propiska”, un lasciapassare per ogni spostamento da un paese all'altro. Ma noi siamo obbligati a esibire un green pass anche per andare al ristorante, anche per andare in un museo, anche per andare al cinema; e ora, cosa ancora più grave, con il Decreto, anche ogni volta che si va a lavorare. Inoltre, com'è possibile accettare che, per la prima volta nella Storia d'Italia, dopo le leggi fasciste del 1900 38 sui non ariani, si creino dei cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni, che dal punto di Vista strettamente giuridico - ovviamente i 2 fenomeni non hanno nulla a che fare, parlo solo di un'analogia giuridica - subiscano restrizioni che sono identiche a quelle che subivano i non ariani, che concernevano soprattutto la possibilità di lavorare. Ma i non ariani potevano circolare, potevano andare al ristorante.

Tutto fa pensare cioè, che i decreti Legge che si susseguono l'uno dopo l'altro, quasi emanassero da una sola persona, vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo della società in cui ci troviamo. Trasformazione che è tanto più insidiosa, perché come era avvenuto per il fascismo, avvengono senza che ci sia un cambiamento del testo della Costituzione, ma avvengono surrettiziamente. Il modello che viene così eroso e cancellato, è quello delle democrazie parlamentari, con i loro Diritti, le loro garanzie costituzionali; e al loro posto subentra un paradigma di governo in cui, in nome della biosicurezza e del controllo, le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti.

La concentrazione esclusiva dell'attenzione sui contagi e sulla Salute, mi pare impedisca infatti di percepire che questa grande trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica - quale sia il significato di questa grande trasformazione -, impedisce di rendersi conto del fatto che, come gli stessi governi del resto non si stancano di ricordarci, la sicurezza e l'Emergenza non sono fenomeni transitori, ma costituiscono la nuova forma di governabilità.

Ecco, credo che in questa prospettiva sia più che mai urgente che i parlamentari considerino con estrema attenzione la trasformazione politica in corso; che non si soffermino solo sulla Salute. La trasformazione politica in corso, che alla lunga, del resto, è destinata a svuotare il parlamento dei suoi poteri, riducendolo, come sta ora avvenendo, ad approvare semplicemente in nome della biosicurezza decreti che emanano da organizzazioni e persone che col parlamento hanno ben poco a che fare.

Grazie.