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Comunicazione di Roberto Callegaro ai Presidenti regionali e sezionali UICI

Aggiornato il 31/08/2022 12:00 
 

Ai Presidenti Sezionali e Regionali UICI

Il Documento della Direzione Nazionale, presentato al Consiglio Nazionale del 29/08/2022, dopo la dichiarazione di aver “svolto un esame approfondito della situazione associativa in atto” “prende atto della candidatura del Presidente Nazionale”.

L’esame approfondito, non citandolo, ignora il profondo disagio e il grande scompiglio che detta candidatura ha provocato nell’Associazione. Situazione talmente grave da indurre 18 Consiglieri Nazionali a chiedere la convocazione del Consiglio Nazionale stesso.

Il Documento della Direzione continua poi con “rileva altresì che nessuna prescrizione statutaria o regolamentare è stata formalmente violata da parte del Presidente nella circostanza della candidatura”. Va sottolineato come il Documento si limiti a valutare la mancanza di una violazione formale. Nulla dice del dovere di un Presidente di aderire non alla semplice forma ma alla sostanza dello Statuto che prevedendo l’apartiticità dell’Unione, non si vede come, un Presidente candidandosi in un partito politico e diventando strumento di propaganda politica dello stesso, possa incarnare, promuovere e garantire.

In questo caso ci soccorre l’interpretazione della Lega che per altra Associazione afferma di non potersi ritenere apartitica se vi è candidatura di un Componente di vertice della Associazione stessa. C’è però una differenza tra quella Associazione e la nostra, in quel caso la Vice Presidente si è dimessa mentre il nostro Presidente no.

Il Documento conclude con “sostiene l’opera della Vice Presidente” che dovrebbe garantire “la necessità di mantenere l'Unione rigorosamente equidistante da qualsiasi forza politica”.

Purtroppo dalla proclamazione della candidatura del Presidente ad oggi la Vice Presidente nulla ha fatto per riequilibrare una comunicazione pubblica che in modo scorretto associa il nome della nostra Associazione ad un partito politico.

Non ci rimane quindi che insistere, cortesemente, perché il Presidente Nazionale, per garantire quel minimo di giusta distanza dell’Associazione da tutti i partiti, voglia rassegnare le sue dimissioni perché rimanga chiaro oltre ogni ragionevole dubbio che la sua è una scelta strettamente personale.

Va ribadito infine che la richiesta di dimissioni non viene dall’aver ascoltato chiacchere di social ma dall’aver interpretato correttamente il mio ruolo di Presidente Regionale che avendo convocato il Consiglio Regionale Veneto UICI ha verificato in esso l’unanimità delle sette province e dei quattordici componenti nella richiesta di dimissioni. Inoltre tra i 47 consiglieri della sette province venete non ce n’è stato nemmeno uno che si sia pronunciato contro la presa di posizione del Consiglio Regionale, anzi sollecitando i propri Presidenti a prenderla.

Val la pena ancora considerare l’argomentazione per la quale dobbiamo essere, per il bene dell’Associazione, tutti uniti e che quindi chi ha votato contro il Documento della Direzione sarebbe uno che opera per la divisione dell’Associazione stessa. Troppo comodo avendo due posizioni diverse per una parte attribuire a sé la volontà unitaria e attribuire la volontà di divisione all’altra.

In questo caso però abbiamo chi ha fatto un’azione divisiva, il Presidente Nazionale candidandosi ha provocato un forte disagio e la parte che lo sostiene nulla ha fatto per venire incontro a quel disagio e per riequilibrare una comunicazione pubblica che vede l’Unione arbitrariamente associata ad un partito. L’essere unitari quindi per la Direzione Nazionale è semplicemente dire signorsì!

C’è poi l’argomento dei precedenti, candidature che non hanno suscitato opposizioni. Va chiarito che se un precedente che contraddice lo spirito dei principi che liberamente ci siamo dati potesse esimerci dall’affermazione di tale principio ci troveremo con uno Statuto senza più valore. Pensiamo solo se il precedente di tesserare morti, non cancellare soci non paganti da anni e anni o regalare tessere a prezzo di saldo, potesse essere un precedente a cui appellarsi per continuare quelle pratiche.

Per concludere va semplicemente rilevato che la candidatura del Presidente Nazionale ha provocato un fortissimo disagio e malcontento che per le modalità con cui si è attuata. Non ha garantito la necessaria Immagine di apartiticità della Associazione; ha provocato una spaccatura al 50% del Consiglio Nazionale nonostante, nella sua Componente elettiva, avesse solo membri scelti dal Presidente stesso.

Le sue dimissioni sarebbero quindi un elemento di riequilibrio della situazione rimportando la sua candidatura in un ambito esclusivo di scelta personale.

Roberto Callegaro

Consigliere Nazionale e Presidente Regionale Veneto UICI