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Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

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Louis Braille, l'inserimento scolastico e l'Istituto dei giovani ciechi di Parigi

Pubblicato il 28/10/2020 19:30 
 

Chissà se il piccolo Louis Braille a nove anni cominciasse a sentire su di sé la compassione dei vicini e della sua famiglia. Forse anche lui ascoltava gli altri dire: "Ecco il povero Louis!» Possiamo fantasticare e immaginare che, così come sentono le persone non vedenti di oggi, Louis odiasse quella compassione. Louis probabilmente sapeva di avere una diversità data dalla sua disabilità visiva, ma aveva altrettanta consapevolezza di non aver nient'altro meno degli altri. Forse per alcuni aspetti la nostra epoca è più vicina a quella di Louis Braille più di quanto possiamo pensare. Forse in quegli anni la rassegnazione per i ciechi era più forte della consapevolezza di essere comunque Uomini. E proprio per questo la personalità di Louis Braille spicca su tutto, perché nonostante la disabilità visiva e l'epoca in cui viveva, seppe trovare una soluzione alla sua disabilità e a quella delle altre persone cieche.

Quando Louis aveva sei anni, un nuovo sacerdote, padre Jacques Palluy, arrivò nel paesino di Coupvray. Avrebbe cambiato molte cose nella vita di Louis. Nel suo piccolo paese tutti volevano bene a Louis, almeno concediamoci di immaginarlo. Louis era sempre stato loquace e sorridente, ma a poco a poco divenne serio e silenzioso. Il nuovo parroco conobbe la famiglia Braille. Così fece anche la conoscenza di Louis, ritenendolo un bambino con una spiccata Intelligenza e rammaricandosi della Tragedia che gli aveva fatto perdere la Vista.

Padre Palluy propose ai genitori di Louis di fargli da maestro. Questi accettarono, iniziando Louis a un Percorso educativo che in quegli anni per un cieco era raro. Fu così che Louis frequentò la chiesa del paese per ricevere le lezioni da padre Palluy. La provvidenza era scesa nel piccolo paesino di Coupvray e tesseva le sue trame.

All'ombra della chiesa, Louis scopriva la Storia, la Scienza e il movimento delle stelle. Il più delle volte, padre Palluy raccontava a Louis passi della Bibbia, storie di Uomini buoni, Uomini cattivi, Uomini coraggiosi e sciocchi. Louis amava queste lezioni, si sarebbe ricordato di questi insegnamenti per il resto della vita. Tuttavia il sacerdote non era sempre disponibile, d'altronde non era un Insegnante. Probabilmente Louis cominciò a fare sempre più domande a cui era difficile rispondere, così padre Palluy andò a trovare Antoine Bécheret, il nuovo Insegnante del paese e gli chiese di prendere come Allievo quel bambino cieco tanto brillante.

Antoine Bécheret non aveva mai insegnato a bambini ciechi. All'inizio non sapeva se avesse ragione a farlo. La Scuola era molto piccola, con una sola classe: Louis avrebbe occupato il posto... ne sarebbe valsa la pena istruire un bambino cieco? Però con qualche dubbio il maestro accettò, e noi, che guardiamo questo episodio da una distanza di oltre duecento anni, non possiamo rilevare in questa decisione altro che la sua straordinaria eccezionalità.

Da quel giorno in poi, ogni mattina, un piccolo compagnetto passava a casa di Louis e entrambi si recavano a Scuola. Era una Scuola molto diversa dalle scuole di oggi. Una grande stanzona di campagna, con una campanella vicino allo stipite della porta. I bambini venivano messi da un lato, le bambine dall'altro. L'età dei piccoli allievi era molto varia. Louis aveva sei anni, ma con lui c'erano bambini e bambini di sette, otto, dieci anni, tutti là per imparare qualcosa di utile.

Facciamo un altro piccolo sforzo di immaginazione. Immedesimiamoci nel piccolo Louis Braille, che è là seduto insieme ad altri bambini, alcuni poco silenziosi, tutti insieme per Ascoltare le lezioni del loro maestro. Oggi noi abbiamo le nostre fantastiche penne a sfera e i nostri quaderni ben rilegati, ma pensiamo agli strumenti di Scrittura di allora, alle penne e calamaio e ai fogli di carta o ai quaderni rilegati alla bell'e meglio. Louis come se la cavava? Certo, non poteva ScrivereLeggere. Il maestro Bécheret deve essersi spremuto ben le meningi per inventare un Metodo che insegnasse il più possibile a quel suo Allievo così particolare.

La memoria di Louis era sin da prima eccezionale, ma con quelle lezioni diventò a dir poco straordinaria. Le lezioni del maestro si imprimevano nella mente di Louis quasi a fuoco, quasi come il fuoco che rendeva incandescenti i ferri della bottega di suo padre. Louis non dimenticava mai quello che il maestro diceva, anche dopo mesi. Risolveva i problemi di aritmetica nella sua mente, più rapidamente degli altri suoi compagni che usavano carta e penna. Tuttavia quando c'era da Aprire un Libro e da Leggere qualcosa, Louis restava escluso, e questo lo faceva incupire sempre di più, perché è in quegli episodi che la cecità si manifestava prepotente facendo pesare la sua presenza. Il piccolo Louis non sapeva ancora che sarebbe stato proprio lui a inventare un Metodo che avrebbe aperto quei libri a tutti i ciechi del mondo.

Nel 1818, quando aveva nove anni, la scolarizzazione di Louis fu interrotta dall'introduzione da parte del governo di un nuovo Metodo di insegnamento chiamato "Istruzione reciproca". Il Metodo era basato sugli studenti che si istruiscono l'un l'altro, riducendo così il ruolo centrale dell'Insegnante in classe. Padre Palluy era preoccupato per il futuro di Louis. Il ragazzo aveva ormai nove anni e frequentare la Scuola del paese era diventato ancora più difficile. Se voleva continuare gli studi, doveva trovare un'altra Scuola, una Scuola adatta. Ma una Scuola per ragazzi ciechi allora esisteva?

A Parigi c'era l'Institution Nationale des Jeunes Aveugles (Istituto nazionale per giovani ciechi), fondato nel 1785 da Valentin Haüy. Si trattava di uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti, ma le condizioni di vita non erano delle migliori. La Scuola insegnava ai bambini non vedenti, li preparava anche a un mestiere manuale che avrebbero potuto praticare in seguito. Ma la cosa più importante è che gli allievi imparavano anche a Leggere. Padre Palluy non si spiegava come, sapeva solo che si faceva con le mani.

Il sacerdote provvidenziale quindi si mise all'opera. La prima cosa che fece fu assicurarsi che la Scuola accettasse Louis. Si vede che le raccomandazioni contavano anche all'ora. Per avere più possibilità di riuscita, padre Palluy andò a trovare l'Uomo più ricco e potente del paese, il marchese d'Orvilliers. Convinse il Marchese a Scrivere una lettera all'Istituto a favore di Louis. Il Marchese lo fece e la risposta non tardò ad arrivare.

Lavoriamo ancora di fantasia e immaginiamo il buon Uomo saltare di gioia. L'Istituto più importante di Francia aveva accettato di prendere Louis Braille! Era il momento di dare la buona notizia alla famiglia. Finalmente Louis avrebbe potuto imparare a Leggere! Avrebbe potuto imparare da solo tutto quello che voleva!

Parigi si trovava a quaranta chilometri da Coupvray, Louis avrebbe dovuto rimanerci per mesi. Poteva tornare solo per brevi periodi. Per dei genitori che vogliono bene al proprio figlio è difficile separarsi da lui, anche se si tratta di una separazione per il suo bene. Louis aveva solo nove anni ed era cieco. Avrebbe potuto affrontare quel nuovo Ambiente senza il loro aiuto?