DiGrande.it

Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

Questo sito usa Cookie per personalizzare contenuti e annunci, fornire funzionalità per social media e analizzare i collegamenti. Chiudendo questo banner o continuando la navigazione acconsenti al loro uso.
Leggi la Cookie Policy di DiGrande.it

Il Calcio, percorso di vita da vivere insieme agli altri

Pubblicato il 17/07/2020 08:30 
 

Quanto il calcio sia mancato a noi italiani in tempo di Coronavirus è facile immaginarlo: si è parlato di fame collettiva per lo sport che da sempre coinvolge praticamente tutti. Eppure negli anni il pallone si è fatto portatore di messaggi che con lo sport poco o nulla hanno a che spartire, basti pensare alla sistematica introduzione della Violenza Fisica e verbale che in alcune tifoserie ha provocato tragedie tali che la Cronaca ha riportato.

Bisognerebbe rifarsi ai motivi veri che fanno di qualsiasi competizione sportiva un sano ed intelligente Percorso di vita vissuto con gli altri, ma tante volte ci si è chiesto: perché morire per un pallone? Ricordo la tragica morte di Filippo Raciti che all'inizio di un derby tra Catania e Palermo perse la vita mentre come ispettore di polizia controllava, all'ingresso dello stadio, l'andamento degli spettatori ad inizio gara. Filippo non è stato l'unico, moltissimi altri hanno perso la vita durante lo svolgimento delle loro funzioni di controllo per garantire la sicurezza ai tifosi. Il calcio dovrebbe cambiare alcune regole, bisognerebbe essere educati a saper perdere, a vincere, ad accettare il tifoso avversario come parte integrante della propria concezione culturale dello sport.

È difficile, questo lo sappiamo, soprattutto se si continua a considerare lo sport come una ideologia estremista che propone valori che con lo sport in generale nulla hanno a che fare.

In questo periodo post-Pandemia si gioca a porte chiuse; deve essere abbastanza surreale giocare le partite in stadi deserti e seguirne la Cronaca alla radio o in televisione. Ricordo da ragazzo quando all'Istituto Martuscelli di Napoli ci portavano a vedere il Napoli al San Paolo, si esultava quando segnava Sivori o Altafini, l'aria si riempiva di gioia e si tornava a casa veramente felici; alcune scene restano ancora impresse nella mia mente facendomi provare una nostalgia per quel calcio pulito.

Forza e coraggio, andiamo avanti col pallone ricoperto di gloria, per un momento dimentichiamoci i problemi; se vi fa piacere proverò ancora a raccontarvi qualche avvenimento sportivo a cui ho partecipato, lo farò con grandissima gioia così ci facciamo compagnia.