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Disabilità e inclusione: Informatica strumento di annullamento delle necessità di delega

Pubblicato il 28/09/2020 08:30 
 

Quando si parla di integrazione scolastica non è cosa rara che ci si riferisca, invece, ai concetti propri dell'inclusione. Con essa intendiamo l'inserimento adimensionale della persona nel contesto classe, senza che ne sia in alcun modo presa in considerazione e valorizzata la diversità. Da questo punto di Vista, in Italia la situazione è nettamente migliorata nel corso degli ultimi anni e molto è stato fatto anche in campo legislativo: disegni di Legge ad hoc hanno permesso ai disabili l'accesso alla pubblica Istruzione, contribuendo di fatto alla destrutturazione del vecchio adagio che voleva i diversamente abili ghettizzati nei rispettivi istituti di accoglienza specializzata. Se si parla di integrazione, però, i risultati non sono poi così confortanti. Nel campo delle disabilità visive, inoltre, i problemi sono addirittura strutturali. L'arte dell'integrazione è un processo di facilitazione che coinvolge l'alunno, gli insegnanti di ruolo e di Sostegno, la stessa Scuola e il corretto utilizzo degli ausili tiflodidattici. Quando anche una sola delle parti in esame viene meno, si torna a parlare di mera inclusione. L'errore non sta nell'aver voluto che i disabili partecipassero alla vita scolastica pubblica, ma nel non aver pensato e organizzato un Ambiente veramente educativo (P. Zaniboni, 1986). Non a caso, si sta discutendo molto sull'esigenza di una Formazione di tipo specialistico per gli insegnanti di Sostegno e sulla necessità, per questi, di operare con continuità sul territorio, abbandonando quindi l'idea di una figura professionale labile e soggetta a continui trasferimenti. Altro aspetto fondamentale: l'introduzione massiccia dell'Informatica nella vita scolastica dell'alunno non vedente, e quindi l'utilizzo di strumenti tifloinformatici come barre e stampanti Braille, screen reader, Sintesi vocali e Software di videoingrandimento Digitale e O.C.R che permettano all'alunno Disabile un'integrazione efficace e competente con il resto della classe. Le potenzialità, da questo punto di Vista, sono notevoli e non mancano centri di eccellenza anche nella nostra penisola. Quello che è certo è che il processo educativo dell'alunno non vedente richiede all'istituzione scolastica il possesso di precise competenze magistrali, rispettose della specificità dell'alunno (G. Abba, P. Bonanomi, E. Faretta, A. Soldati, 2001). Si parla, ovviamente, di un processo tortuoso e caratterizzato dal continuo (ri)adattamento delle parti in causa, in attesa che linee di pensiero innovative come quella del design for all prendano piede all'interno della società contemporanea. In attesa, dunque, che si passi dal concetto di obbligo a quello di risorsa.

Al pari dell'invenzione del Metodo Braille, è ormai appurato che l'Informatica rappresenti per i non vedenti la chiave di accesso a una nuova e profonda rivoluzione culturale. Il futuro è alle porte e gli scenari di sviluppo sono sempre più orientati verso l'utilizzo di sistemi di geolocalizzazione satellitare (GPS), palmari e Smartphone che contribuiscano in maniera determinante al progressivo annullamento delle necessità di delega e al concreto incremento dell'Autonomia nel Disabile visivo. I risultati, in taluni settori, sono straordinari e non si capisce perché il processo di integrazione scolastica non ne possa trarre giovamento. Progetti pionieristici come quello del Software Omnibook, fondamentalmente un Ambiente di Lavoro scolastico ad accesso facilitato, e di altri programmi sperimentali come ERICA rappresentano un fiore all'occhiello sia per gli autori che per l'intero sistema scolastico di riferimento (il Provveditorato agli Studi di Vicenza, nda). Lo stesso Guido Ruggeri, l'ingegnere che ha progettato il Software dedicato Winguido, è al Lavoro per una versione scolastica del suo programma Freeware. Spetta, dunque, agli operatori e agli insegnanti di Sostegno il compito fondamentale di individuare quelle tecniche, le più valide pedagogicamente e le più idonee didatticamente, dirette a inquadrare in un processo scolastico aperto alle esigenze del fanciullo il suo iter integrativo (E. Ceppi, 1964). Questo non significa assolutamente improntare il proprio Lavoro sulla base di una Dimensione assistenziale, in cui il Disabile è al centro di un circolo vizioso che è tanto zelante nel formulare ipotesi di Lavoro, dare risposte, aiuto e sussidi quanto fondamentalmente inutile nello sviluppo dell'Autonomia personale. L'educatore, se non altro, ha il compito fondamentale di valutare il Software didattico esistente, mantenersi aggiornato sul know how del settore e utilizzare l'Informatica nella didattica in maniera meno acritica e più consapevole (F. Celi, F. Romani, 1997). Occorre, dunque, riprogettare l'intero processo educativo che coinvolge l'alunno non vedente alla luce di necessari e continui interventi di aggiornamento ineluttabili. Il passaggio da MS-DOS al sistema operativo Windows ha frenato in maniera drastica lo slancio iniziale dei numerosi non vedenti che, al pari dei colleghi normovedenti, avevano raggiunti livelli di competenza eccelsi. Un fattore, questo, che ha contribuito non poco allo sviluppo di una cultura avversa al Progetto Microsoft e che di fatto ha prodotto un vuoto di competenze considerevole all'indomani del quasi definitivo accantonamento del sistema operativo MS-DOS. Anche e soprattutto in Ambiente scolastico, dunque, è necessario fare fronte all'incessante evoluzione tecnologica (Software e Hardware) e alla continua necessità di alfabetizzazione Informatica. È fondamentale, ad esempio, che ogni Documento informatico sia multimodale, ovvero mantenga le proprie caratteristiche strutturali al di là del Metodo di consultazione utilizzato (F. Fogarolo, 2007 – R. Cuzzocrea, 2008). L'Insegnante di Sostegno specializzato, dunque, potrebbe dedicarsi alla preparazione di questo materiale collaborando sinergicamente con il docente, al fine di velocizzare e facilitare sia il processo educativo dell'alunno Disabile che il suo iter integrativo. È importante considerare, infatti, che anche i migliori ausili tifloinformatici possono servire a poco se non vengono adeguatamente presentati e personalizzati in base alle esigenze dell'alunno non vedente. Inoltre, per il buon successo di un'esperienza didattica, è opportuno allestire un Ambiente di apprendimento efficace, sia dal punto di Vista delle risorse materiali, che di quello organizzativo e affettivo-relazionale (R. Gagliardi, 2007). Chi si occupa prettamente di Informatica spesso trascura gli aspetti psicopedagogici dell'insegnamento. Di contro, educatori, psicologi e insegnanti sovente presentano lacune e resistenze insormontabili in campo informatico. La strada da perseguire è quella che predilige e utilizza modelli interdisciplinari estesi e si appoggia al Lavoro d'equipe. In fase di progettazione, poi, questo concetto deve essere uno dei pilastri fondamentali della riformulazione strutturale ed educativa della Scuola.

Il materiale obsoleto va sostituito. Gli ausili tifloinformatici evoluti, dove presenti, vanno potenziati e rapportati all'alunno non vedente con estrema cura. Il tecnicismo, la bestia nera dei fruitori di Informatica, va evitato con decisione. In particolare, nell'alunno non vedente vanno considerati tempi di sviluppo e apprendimento diversi, l'utilizzo e il consolidamento della percezione aptica e un differente adattamento allo spazio circostante. Dal punto di Vista psicopedagogico, poi, è importante che si faccia fronte al superamento dei continui e profondi sentimenti di scoramento e diversità che caratterizzano l'ingresso dell'alunno nella Scuola. L'Informatica, da questo punto di Vista, può rendere l'approccio al problema più armonico e funzionale. Innanzi tutto permette una migliore gestione dei tempi, consentendo all'alunno Disabile di seguire la Programmazione scolastica di pari passo (o quasi) con i colleghi normovedenti. Sul versante dell'Autonomia, la possibilità di Digitalizzare libri e enciclopedie facilita un accesso di tipo personale al materiale didattico e permette all'alunno di potersi servire di copie in Formato audio, nero e Braille in tempi molto rapidi.

Lungi dall'essere una mera rassegna tifloinformatica di stampo Tecnico, questo saggio è stato pensato come piccola parentesi riflessiva sullo stato dell'arte dell'integrazione dell'alunno non vedente a Scuola. Non ci sono propositi di omniscienza né obiettivi di totale rappresentatività del settore. Solo l'auspicio che si arrivi, grazie all'utilizzo pensato e competente dell'Informatica, delle nuove tecnologie e di un'etica Sociale più attenta alle diversità, al progressivo annullamento delle necessità di delega.

Bibliografia

  • Abba, G., Bonanomi, P., Faretta, E., et al. (2001). Le problematiche dell'integrazione del non vedente nella Scuola. Monza: Biblioteca Italiana Per i Ciechi Regina Margherita Onlus.
  • Baldi, M., Spagnulo, L. (2007). I Quaderni Del Centro Intermedia, Atti Del Seminario “Nuove Tecnologie Al Servizio Della Persona 2006”. Cava de' Tirreni (SA): Intermedia.
  • Carletti, A., Varani, A. (2007). Ambienti di apprendimento e nuove tecnologie. Gardolo (TN): Erickson.
  • Celani, B. (2007). “I bambini non vedenti nella Scuola: gli insegnanti e le strategie didattiche”. In: Tiflologia per L'Integrazione, 1, 4-12.
  • Celi, F., Romani, F. (1997). Macchine per imparare. l'uso del Computer nella Scuola. Gardolo (TN): Erickson.
  • Ceppi, E. (2007). “Applicazioni didattiche della teoria dello sforzo pedagogico nei fanciulli minorati della Vista”. In: Tiflologia per l'Integrazione, 3, 190-196.
  • Ceppi, E. (2007). “Lo sforzo nell'Educazione dei fanciulli minorati della Vista”. In: Tiflologia per l'Integrazione, 3, 185-190.
  • Fogarolo, F. (2007). Il Computer di Sostegno, ausili informatici a Scuola. Gardolo (TN): Erickson.
  • Giacomoni, P., Giacomoni, P. (1998). Le nuove tecnologie per non vedenti. Roma: Bulzoni.
  • Grasselli, B. (2006). L'arte dell'integrazione, persone con disabilità costruiscono percorsi sociali. Roma: Armando.
  • Lo Gullo, E., Mocciaro, R. (2003). Psicologia & Informatica., Roma: Edizioni Kappa.
  • Lo Gullo, E., Mocciaro, R. (2004). Il bambino multimediale, dal balocco al Computer. Roma: Edizioni Kappa.
  • Manfredini, C. (2008). “Studiare con le tecnologie”. In: Asphi Informa (Disabilità E Informatica), 1, 10-12.
  • McKenzie, W. (2006). Intelligenze multiple e tecnologie per la didattica. Gardolo (TN): Erickson.
  • Mocciaro, R., Visceglia, D. (2005). Pianeta Disabile, integrazione scolastica e interventi riabilitativi. Roma: Edizioni Kappa.
  • Mocciaro, R., Visceglia, D. (2005). Uguali ma non troppo, i bambini disabili nella Scuola di tutti. Roma: Edizioni Kappa.
  • Quatraro, A. (2001). Tecnologia e integrazione dei disabili visivi e dei pluriminorati. Monza: Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita Onlus.
  • Zaniboni, P. (1986). Il bambino non vedente: finalità e metodi della Scuola dell'obbligo. Monza: Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita Onlus.

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