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Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

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La Nomina in Ruolo - Da “Un Cieco che Vede” del prof. Antonio Greco

Pubblicato il 04/08/2021 08:00 
 

In quegli anni, dal 65 al dopo 70, vennero banditi più di un concorso a cattedra per l'insegnamento di filosofia, pedagogia, Storia e psicologia; però i posti messi a concorso erano così esigui che era molto difficile vincere, magari, anche l'ultimo. Tuttavia volli tentare l'avventura. I concorsi, come sempre, erano nazionali, e quindi si immagini le migliaia di partecipanti che tentavano la loro sorte.

Non ricordo nemmeno più le date in cui partecipai; ma ricordo di essermi incontrato una volta col prof. Aldo Grassini, anch'egli per sostenere lo stesso concorso; un'altra volta mi incontrai col prof. Michele Crudo. Partecipai più volte, ma, evidentemente, anche lì funzionavano le mani pulite.

Mi rimase impresso un episodio che, per me, fu molto significativo.

In quel concorso avevo superato sia lo scritto che l'orale. Generalmente come sede meno difficoltosa sceglievo Roma.

Mentre si attendeva fuori dall'aula il risultato delle prove sostenute nella mattinata, fra il rumoroso chiacchierare degli attendenti, sento una persona, molto alta, spingersi tra me e mio fratello e dire a bassa voce a qualcuno che era dietro di noi:

- Vedi che a tua moglie abbiamo messo il massimo. -

Nessuno, forse, udì quella dichiarazione, perché tutti erano intenti a chiacchierare e a fissare la bacheca dove tra qualche istante sarebbero stati esposti i voti riportati da ciascun candidato. Ma a me, che ero intento ad aguzzare più l'udito che la vista che non possedevo, non sfuggì. Chiesi a mio fratello:

- Chi era quella persona che ora era tra me e te? - Mi rispose:

- Il presidente della commissione. -

- Alla faccia del cacio cavallo - gli aggiungo io. - Sai che cosa ha detto a questo che sta dietro di noi? -

- No! Non ho seguito. -

- Gli ha detto di aver messo a sua moglie il massimo dei voti. -

Dopo qualche istante sono stati esposti i risultati. Mio fratello mi faceva osservare che l'uomo che era dietro di noi, era tutto contento e commentava coi vicini o amici che sua moglie aveva conseguito il massimo risultato.

Fui disgustato, ma non mollai. Continuai a partecipare ai successivi concorsi a cattedra.

Si tenga presente che ero già sposato con un figlio, e negli ultimi tentativi, con due.

Mi alzavo di mattina presto per Studiare, perché durante il giorno avevo poco tempo: la mattina a Scuola, il pomeriggio impegnato con lezioni private di parenti, amici ed altri. Ma trovavo ugualmente la forza di arrivare a tutto.

Tuttavia non era la forza o la volontà che scarseggiavano, ma i mezzi di cui allora si poteva disporre.

Potevo usufruire di qualche testo in Braille, ben pochi per la verità, un registratore a batteria con bobine da 8cm., e qualche lettore occasionale, preso qua e là.

Dovetti affrontare innumerevoli sacrifici, ma, finalmente, potetti coronare di successo anche questo sogno: l'immissione in ruolo.

Per me fu un grande evento. Finalmente potevo stare tranquillo sulla mia permanenza all'Istituto Magistrale statale Aldo Moro di Maglie. Un altro ostacolo era stato superato. Ora bisognava dedicarsi più intensamente alla famiglia che per un po' di tempo avevo in parte trascurato. Ero contento; ed erano contenti tutti i miei colleghi che festeggiarono con me l'evento, con un rinfresco da me offerto.


I capitoli tratti dall'autobiografia "Un Cieco Che Vede" del prof. Antonio Greco, vengono pubblicati con l'autorizzazione dell'autore. Per contattare il prof. Antonio Greco e per informazioni sull'opera completa si può Scrivere a griconio@gmail.com